Australia

Abundant

300 modelli architettonici e un caleidoscopio di immagini coinvolgenti di 80
edifici mettono in mostra la ricca diversità dell'architettura australiana alla
11. Mostra Internazionale di Architettura.
L'esposizione esplora quel
laboratorio stupefacente chiamato architettura australiana. Lo spessore e la
profondità della produzione attuale celano la giovinezza della storia edilizia
di questo paese.
Sebbene l'immagine di un edificio solitario che si
contrappone con grande impatto a uno spettacolare paesaggio australiano sia ben
nota, va detto che l'architettura in Australia è molto più di questo.
Sia i
modelli sia le proiezioni pongono enfasi sugli edifici come principio di
ulteriore speculazione e come riferimento necessario per pensare e ripensare
l'architettura.
Questa variegata profusione è esplorata in due modi mediante
l'uso degli spazi del padiglione, progettato nei suoi due livelli da Philip
Cox.
Il contesto storico per gli elementi dell'attività contemporanea
proposti nella galleria del livello superiore e le opere attuali di architetti
sia emergenti che affermati in mostra nella galleria del livello inferiore
illustrano la divergenza degli approcci.
Nella galleria del livello
superiore, proiezioni coinvolgenti di edifici includono sia le icone famose sia
l'ibrido, lo straordinario, il ribelle e l'eccentrico. La "australianità" si
trova nelle inflessioni, nelle traduzioni, nelle trasformazioni, negli
spostamenti, negli inserimenti e nelle omissioni.
Questo caleidoscopio di
immagini - che presenta 80 strutture importanti: dalle costruzioni coloniali ai
progetti completati di recente in tutto il paese - ripercorre il cammino che
collega gli ultimi 200 anni dell'insediamento europeo all'attività
contemporanea.
Le proiezioni delle costruzioni sono raggruppate in tre temi
principali: Schemi, Traduzioni e Narrazioni. L'interazione delle immagini pone i
seguenti quesiti: l'architettura australiana è sintesi o simbiosi? L'Australia
dà un contributo al mondo con l'architettura nello stesso mondo in cui attinge
ad essa?

Una casetta reinventata, una facciata ispirata al motivo filigranato delle
ali di una falena, una "capanna futura" creata con un container per spedizioni,
un pallone da football australiano tatuato di edifici, un centro di scienze
spaziali come "le braccia avvolgenti di una nebulosa nascente" e una torre
lussuosa ispirata a un fiocco di neve per Michael Schumacher ad Abu Dhabi sono
alcuni dei modelli architettonici presenti nel livello inferiore del Padiglione
australiano.
Il giardino degli artefatti architettonici - posti su
piedistalli di alluminio anodizzato giallo, spaziando da forme astratte a
frammenti architettonici - mette in mostra ciò che gli architetti australiani
stanno facendo oggigiorno: un campo di pensiero e costruzione in questo preciso
momento.
Oltre 180 studi professionali australiani hanno creato i modelli
interpretativi basandosi su un progetto esistente e in risposta al tema posto
dal Direttore della Biennale di Venezia Aaron Betsky: "Out There: Architecture
Beyond Building".
Usando il proprio progetto come punto di partenza, gli
architetti ne hanno messo in risalto o ne hanno esplorato ulteriormente un
aspetto particolare. Si sono concentrati sul concetto primario o hanno
sviluppato l'aspirazione o l'intento originali, o hanno evidenziato gli elementi
spaziali, il contesto o l'ambientazione.
Il Padiglione Australiano mette in
evidenza l'inventività, la creatività e la sensibilità degli architetti
australiani.

Il team creativo è composto da Neil Durbach, Vince Frost, Wendy Lewin,
Kerstin Thompson e Gary Warner. Lucy Turnbull è Commissario per l'Australia. Il
Padiglione Australiano, progettato da Philip Cox, è stato costruito nel 1988. Lo
storico dell'architettura Conrad Hamann ha fatto nel suo saggio per il catalogo
una panoramica sulle produzioni e sugli insediamenti architettonici in
Australia.

www.architecture.com.au/venicebiennale