Bar - Ristorante Centrale  
Località: Beirut, Central District
Progettista: Bernard Khoury
Tipologia d'intervento: ristrutturazione e adeguamento statico e funzionale
Datazione del progetto: 2000-2001
Datazione edificio esistente: anni '20
Destinazione d'uso: bar-ristorante

Il Bar Ristorante Centrale si trova in un edificio risalente agli anni '20, nel Central District della città di Beirut, molto vicino a quella linea di demarcazione che ha determinato l'abbandono di questo settore urbano durante la guerra del Libano.
Nonostante si tratti di un edificio posto sotto tutela ' come, del resto, tutta l'area su cui insiste, ricca di testimonianze storiche che vanno dal periodo ellenistico a quello ottomano e coloniale - Khoury rifugge dal restauro mimetico: lascia, cioè, che il suo progetto si denunci per differenza e antitesi, con una sensibilità che lo apparenta agli interventi, problematici e contrastati, con cui sono state riportate a nuova vita importanti emergenze del passato come le Stazione Leopolda di Firenze o le Scuderie Aldobrandini di Frascati.
Analogamente a Fuksas, infatti, ma con un impatto visivo ancora più potente, Khoury sceglie di non celare il passaggio drammatico ma affascinante del tempo, lasciando che l'involucro esterno dell'edificio testimoni l'ingiuria della decadenza e della guerra: proprio per ovviare ai gravi problemi di statica, d'altronde, l'edificio aveva già subito un primo intervento volto ad impedirne il crollo in quanto pericolante e, per di più, in completo stato abbandono dal 1975 al 1991, dato che le proprietarie vivevano all'estero.
La gabbia di travi metalliche intese a preservarne la statica è stata mantenuta nel progetto di Khoury, in modo tale che tutta la storia dell'edificio risulta chiaramente e drammaticamente visibile direttamente sulla sua facciata. Questa scelta ottiene anche l'effetto di introdurre visivamente il bar posizionato sul tetto, che costituisce un'intuizione progettuale inedita e spettacolare. Una sorta di ingranaggio metallico, infatti, che ricorda le macchine da guerra non meno che i congegni industriali, assume la forma di un cilindro girevole, sostenuto da quattro grandi anelli metallici che richiamano l'immaginario dell'industria ma anche del cinema ' si pensi, ad esempio, a Metropolis di F.Lang - , la dimensione assolutamente futuribile dell'astronave come quella del proiettile e della ruota dentata.
Ritorna, infatti, nel Centrale, quella storia recente del popolo libanese che Khoury non può ignorare, e che già aveva svolto magistralmente nella discoteca B-018: nell'impossibilità di dimenticare la guerra ' una sorta di imperativo anche a livello etico ' e nella necessità di ristabilire la pace, il vero contesto appare non tanto quello di un passato ormai perduto, quanto la contaminazione tra queste due spinte antitetiche, che, però, la B-018 sembra celare quanto il Centrale porre in assoluta evidenza.
Se nel suo famoso progetto per la discoteca, infatti, Khoury sceglieva una soluzione ipogea, in cui l'architettura assumeva l'aspetto di una sorta di cicatrice, ferita o trincea, nel Centrale l'intervento progettuale interagisce direttamente con la città e suoi edifici, diventandone un elemento visivo caratteristico e inalienabile.
All'interno, l'edificio esistente è stato sventrato, in modo da ottenere un doppio volume ' che ospita il ristorante ' a cui fa da soffitto la singolare invenzione dell'enorme cilindro metallico del bar.
Invece di 'truccare', poi, i muri del vecchio edificio con un restauro mimetico, Khoury sceglie di sovrapporvi, all'interno, una sorta di schermo metallico - che ricopre per intero il doppio volume del ristorante -, la cui trama fitta e regolare sottolinea la componente longitudinale dell'edificio, diventando una specie di quinta che riprende, infittendola, la gabbia esterna, permettendo comunque la vista delle pareti sottostanti.
Le proporzioni dello spazio così creato hanno suggerito la risoluzione dell'interno. La sala, infatti, misura 70 m. di lunghezza per circa 25 di larghezza, ed è definito da una notevole altezza: le proporzioni sono, secondo lo stesso Khoury, quelle di una cattedrale, ed hanno potato alla risoluzione grandiosa, monumentale del tema.
Il ristorante viene, infatti, risolto come una sala per un'assemblea di ministri o per una importante conferenza internazionale: il grande spazio è attraversato da un unico tavolo, che disegna il perimetro di un rettangolo, il cui vuoto centrale costituisce lo sbarco della scala proveniente dalla cucina nel seminterrato.
Questo espediente permette al personale di servizio - che ne rimane 'prigioniero', secondo le parole dello stesso Khoury - di porgere i piatti direttamente di fronte ai commensali: in questo modo, viene evitata l'interferenza tra la circolazione degli ospiti e quella del personale stesso, mentre la presenza di una luce singola posta di fronte ad ognuno dei 46 posti a sedere - a cui si aggiungono quelli di 3 'logge' per altri 6 posti ciascuna - mima la presenza di un microfono, accentuando la metafora di un convegno internazionale.
Ma la vera, eclatante invenzione di Khoury rimane il bar: una cilindro dalla calotta girevole da cui vedere ed essere visti, che evidenzia l'interno come evento spettacolare durante la notte, mentre lo cela e lo protegge durante il giorno come un singolare, inquietante involucro o bozzolo.

A cura di Elena Franzoia

Esterno con dettagli delle travi<BR> interno del ristorante<BR> Interno del bar vista esterna col bar chiuso<BR>