Intervista – Il direttore generale dell'omonima azienda di articoli casalinghi scommette sui mercati dell'estremo oriente

Andrea Barazzoni, direttore generale della BarazzoniBarazzoni, azienda novarese attiva dal 1903 nella produzione di articoli casalinghi, è uno dei marchi italiani più noti del settore. Casastile ha approfondito le tematiche del made in Italy con Andrea Barazzoni, direttore generale della Barazzoni.
«Italian lifestyle, questo concetto mi suggerisce una riflessione - racconta il manager-. Mi viene in mente come girando gli atelier milanesi si vedano tanti studenti giapponesi che cercano di cogliere questa nostra peculiarità, e un po' sorrido pensando che siano convinti che basti respirare l'aria del nostro paese per coglierne una cultura millenaria. Quando osservo un oggetto artigianale realizzato in Italia ritrovo tutto questo: la sensibilità per il gusto, il saper vivere, un modo di pensare che non è riscontrabile altrove. E allora mi domando come noi, in quanto realtà industriale radicata nel territorio, possiamo raccontare questa sensibilità. Credo che a tutte queste percezioni un'azienda, per essere all'avanguardia, debba saper aggiungere la capacità di coniugarle con la produzione industriale. Anche questo non lo si improvvisa. Noi lo facciamo da oltre cento anni».

Quali sono i valori di questo concept che declinate nella vostro produzione?
 È un gusto raffinato, elegante ed essenziale abbinato a un'immagine moderna e a una visione funzionale del prodotto. Le curve morbide delle maniglie in fusione di acciaio che avvolgono i pezzi devono richiamare l'artigianalità e la raffinatezza del prodotto "fatto a mano". Nel contempo i fondi innovativi devono rappresentare la massima capacità tecnologica che un utensile per la cucina possa esprimere. Nel coniugare tradizione e modernità risiede la nostra originalità.

Recentemente la vostra offerta prodotto è stata ampliata con l'obiettivo di raggiungere nuovi target.
 È stata una scelta necessaria, sono cambiate le esigenze dei consumatori e conseguentemente quelle dei negozianti. L'offerta si è segmentata maggiormente abbracciando ampie fasce di prodotto: da quelli a rotazione giornaliera che debbono avere grandi contenuti funzionali senza però tralasciare il gusto per le forme e l'originalità, oltre che naturalmente quelli a più elevato contenuto dove possiamo esprimere appieno le nostre capacità.

Quali sono in questo momento i mercati per voi strategici ?
Quelli dell'estremo oriente, dove il consumatore sta scoprendo il gusto per la casa, come la Cina ad esempio. Gli altri paesi come Corea, Giappone e Singapore, sono più maturi e hanno una forte l'attenzione al design, al vero made in Italy, alla qualità.

Come li state approcciando?
 Attraverso analisi di mercato fatte con interlocutori in loco che già lavorano con prodotti di design, di alta gamma e che hanno una distribuzione adeguata al nostro tipo di prodotto/immagine.

Quali sono i plus di un brand come Barazzoni che lo rendono interessante per un buyer estero?
Innanzitutto un'offerta completa di utensili e di accessori per la cucina, in acciaio e in alluminio antiaderente che coprono livelli di prezzo differenti a seconda delle necessità. A questo si aggiunge un'immagine e una serie di supporti alla vendita modulari e molto completi, che vanno dal semplice espositore da banco a corner concepiti per emozionare e aiutare nella vendita il nostro cliente. Un pacchetto completo di offerte che deve semplicemente essere"messo in vendita".

Il made in Italy va però valorizzato anche nel retail del nostro Paese. Con quali modalità secondo voi si può trasferire al dettaglio questa attenzione?
Il Made in Italy è un tema molto complesso e purtroppo abusato. Molte aziende di nome italiane sono ormai diventate dei contenitori vuoti che commercializzano il prodotto. Bisognerebbe forse iniziare a fare chiarezza da qui.