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Basilea: occasioni di architettura contemporanea : : Home page

BASILEA

Raffaella Maddaluno & Daniel Walser

Visitando Basilea, si percepisce che la città ha avuto nel tempo numerose occasioni di architettura, dovute alla fortunata tradizione storico-culturale e alla presenza di persone illuminate e lungimiranti che ne hanno favorito il suo perpetrarsi nel contemporaneo.
Sarebbe interessante capire se si può parlare di un' "architettura di Basilea".
A differenza di Zurigo, dove la presenza del prestigioso Politecnico (ETH) ha contribuito a creare una identità architettonica e culturale individuabile, per Basilea, nonostante l'assenza di una scuola di architettura e di conseguenza l'assenza di una tipicità costruttiva, è possibile parlare di atteggiamenti che hanno accomunato gli architetti di questa città. Tralasciando alcuni riferimenti di una storia più antica, potremmo cercare la spiegazione a questo proliferare di occasioni, partendo direttamente dal ruolo che hanno avuto, all'interno del Movimento Moderno, personaggi come Karl Moser(1860-1936) e Hannes Meyer(1889-1954). Karl Moser realizza a Basilea due opere che hanno cominciato a definire un linguaggio architettonico: la stazione ferroviaria Badischer (1912-1913)e la chiesa di Sant'Antonio(1926-1927). Queste opere hanno il privilegio di portare con loro un chiaro omaggio ad altre esperienze di precedenti maestri, come August Perret ,facendo riferimento alla verità stutturale delle sue opere di calcestruzzo a vista. La sua presenza accademica all'ETH dal '15 al '24, che influenza e definisce le direttive culturali del panorama architettonico svizzero, e la sua opera di mediatore di varie culture tra cui quella olandese, gli porterà il conferimento della presidenza onoraria, del primo incontro dei CIAM a La Sarraz(1928).
Hannes Meyer, con i suoi studi per il movimento cooperativo svizzero sulle tipologie abitative, influenzati dalle città giardino provenienti dall'Inghilterra, e soprattutto attraverso il dibattito critico che gestisce dalle pagine della rivista "ABC", che lo vede nel comitato di redazione con E. Roth(1893-1980), Hans Schmidt(1893-1973), Mart Stam(1899-1986) e Lisickij(1980-1941), comincia a definire i caratteri di essenzialità e di forte tecnicità tipici dell'architettura svizzera e in particolare di Basilea. L'architettura, in modo provocatorio, diventa un momento di organizzazione produttiva, insofferente ad ogni valore simbolico e formale e sempre di più identificata con una "neutralità tecnica". Ogni punto della sua ricerca è individuabile sia nel progetto non relizzato della Peterschule (Basilea, 1926))con Hans Wittewer(1894-1952) che nella cooperativa Freidorf Muttenz, St. Jakobstrasse / Schanzweg, Muttenz, (1919-21) presa come esempio di razionalizzazione della organizzazione funzionale di un quartiere. Hannes Meyer ricordiamo sostituirà Gropius nella direzione del Bauhaus(1928), indirizzando l'orientamento accademico verso l'idea di una architettura intesa come "edilizia" e non più come momento di sintesi tra arte-artigianato.
Basilea comincia a diventare quindi un importante crocevia di affabulazioni culturali, e nella città sin dagli inizi confluiscono le teorie dei movimenti culturali della Germania e della Francia. Ne è un esempio l' organizzazione e la realizzazione dell'esposizione Schweizerische Wohnausstellung basel(WOBA),nel 1930, dove i più rappresentativi architetti del Movimento Moderno svizzero presentano progetti di prototipi abitativi. La mostra è un' irripetibile occasione di riflessioni architettoniche sul concetto dell'abitare. Riflessioni che già avevano visto alcuni esempi realizzati, sia nella prima opera di architettura moderna costruita a Riehen da Rudolf Steiger e Flora Steiger-Crawford, casa Sandreuter(1924), che in Casa Colnaghi(1927) di Paul Artaria(1892-1959) e Hans Schmidt, dove è sviluppata una riflessione sulle possibilità della serialità e della tipizzazione in architettura; o in casa Schaeffer-von Dechend(1927-29), dove trovano applicazione i "cinque punti per una nuova architettura" di Le Corbusier. Esiste anche un altro aspetto del Movimento Moderno, meno polemico e più orientato verso l'urbanistica. Il primo professore di urbanistica all'ETH Hans Bernoulli(1876-1959), architetto influenzato dalle città giardino di Raymond Unwin e dall'architettura di Friedrich Ostendorf, partecipa al dibattito urbano dell'architettura moderna con gli edifici residenziali "Im Vogelsang" (1924-1934) nel quartiere Hirzbrunnen a Basilea.
Probabilmente è nella ricerca di un retaggio del Movimento Moderno che si riesce a definire oggi le sperimentazioni architettoniche e urbane di architetti come Jacques Herzog & Pierre de Meuron, o dei Diener & Diener. La loro apparente diversità, evidente nei risultati formali delle loro esecuzioni, dovuta anche a differenti influenze, trova un comune punto di partenza nell'attenzione alla città e al dialogo dell'architettura con il luogo in cui si inserisce. Tutti studiano all'ETH, in un periodo di forte influenza per gli architetti svizzeri degli insegnamenti di Aldo Rossi. Li accomuna inoltre un modo tipico svizzero di progettare e costruire un'architettura, con tecniche costruttive non eccessivamente audaci ma esatte e funzionali, e con un'organizzazione del processo costruttivo libero nell'espressione dell'uso dei materiali, ma educatamente controllato nel montaggio.
Si pensi all'edificio d'amministrazione "Businesscenter Picassoplatz" (1987-1994)(27) e al complesso residenziale e commerciale "Warteckhof" (1992-1996)(42), di Diener&Diener, che sono i due esempi di come la loro architettura non cerchi una espressività formale che si esaurisce al singolo edificio, ma facendo forza sulla propria anonimità si enfatizza attraverso la sua posizione nell'urbano. Lo spazio urbano nella loro ricerca è costituito da elementi che assumono la stessa importanza e che lavorano con la stessa intensità per creare la città. I loro edifici costruiscono brani di città, leggendone le regole e rispettandole, difficilmente creandone di nuove.
La lettura della città è anche nelle opere di Herzog & de Meuron, ma assume nel loro caso un linguaggio che si oppone all'anonimato dei Diener & Diener, e lo sostituisce con una esasperazione "artistica" del rapporto della facciata con l'intorno urbano, utilizzando le illimitate possibilità espressive dei materiali.
Si creano così degli edifici che ossessivamente ripropongono "immagini" prese da un brano di tessuto urbano vicino, o dal repertorio artistico della pop art, o da atmosfere di paesaggi lontani come nel recentissimo museo d'arte "Shaulager"(1998-2003)(69), in cui l'apparente possenza dell'edificio rivestito dalla stessa terra di scavo, crea la suggestione di trovarsi in un paesaggio californiano o texano. L'audacia dei materiali diventa forma d'arte pur nel rispetto del carattere di esattezza costruttiva svizzera: si veda il trattamento del cemento armato del centro sportivo "Pfaffenholz", a St. Louis (1989-1993)(35), o l'utilizzo del rame nelle due torri di controllo di scambio merci(Cabina di controllo centrale, 1995-1999 (57))( Cabina di controllo "Auf dem Wolf 1988-1995(31)), o i modulari oblò di plastica dello Stadio St. Jakob(1996-2002)(59), o le bolle di vetro di copertura del "REHAB".(1998-2001)(68). L'esemplificazione di tutte le loro riflessioni urbane, spaziali e costruttive la si ritrova nell' Istituto per la farmacia del ospedale cantonale "Rossettibau"(1995/1998)(56).
La fortunata eredità del Movimento Moderno e la presenza dei due studi di architettura dei Diener&Diener e Herzog&deMeuron, non è sufficiente a spiegare come mai a Basilea, più che in altre città della Svizzera, c'è un dibattito contemporaneo di architettura così vivo.
Bisogna tener presente che la sua posizione geografica, incrocio fortunato di culture, l'ha naturalmente aperta ai contatti e alle influenze culturali provenienti dall'estero,(Francia, Germania..). Questa condizione geografica ai limiti di due frontiere, che non rappresentano una "separazione", l'ha resa una città anomala. Prova ne é l'organizzazione delle strade e dei mezzi pubblici che senza nessuna difficoltà attraversano i due confini; o che per esempio l'areoporto è a Mulhouse in Francia, o che la sede operativa di importanti industrie come la Vitra International è a Weil em Rhein in Germania, mentre la sua sede amministrativa è a Birsfelden ( F. O. Ghery, 1992-1994) (11). Questa labilità di confini ha creato un clima ideale per gli architetti giovani, che hanno avuto la possibilità di confrontarsi con una cultura cosmopolita.
La presenza di industrie chimiche e farmaceutiche, come Hoffmann La Roche e Novartis , o di banche come la UBS, hanno contribuito alla creazione di un giro virtuoso di investimenti sapientemente sfruttati nell'ambito della cultura e dell'architettura.
Ci sono state tre personalità importanti per la storia di Basilea, perché sono state in grado di pianificare una capillare organizzazione di investimenti culturali.
La prima di queste è l'architetto Carl Fingerhuth (1929-1994) che a partire dagli anni settanta, in qualità di direttore del dipartimento municipale di edilizia pubblica, promuove il concorso in architettura come un importante strumento di controllo della qualità urbana. La sua mediazione riesce a suscitare un forte interesse nelle imprese locali private, sempre più disposte ad investire in bandi di concorso. Grazie al suo intervento, il concorso di architettura diventa non una semplice gara di appalto ma una occasione di sperimentare un linguaggio di qualità nella città.
Alcuni dei risultati di questa politica di intervento pubblico sono i quartieri residenziali Luzernerring(1989-1993) di Michael Alder(33), o l'isolato residenziale di Hammerstrasse "Hammer 1"(1978-1981) di Diener & Diener(2). Esempi di una estrema attenzione alla lettura di brani di città e alla qualità della progettazione degli spazi comuni. E soprattutto sono diventati punti di riferimento progettuale per successive esperienze nello stesso quartiere, come l'edifico residenziale comunale di Morger e Degelo nella Müllheimerstrasse (1989-1993)(36) o gli edifici residenziali nella Schönaustrasse / Erlenstrasse di Proplaning (1997-99)(66).
La seconda personalità è Rolf Fehlbaum, economo e sociologo che dal 1977 diventa direttore della Vitra International AG, importante azienda nella produzione di oggetti di design per l'arredamento. In seguito ad un incendio che distrugge parte della vecchia fabbrica, Fehlbaum chiama Nicholas Grimshaw per la progettazione di un nuovo stabilimento a Weil em Rhein (1981) (5). Insieme all'architetto inglese verranno chiamati a progettare gli altri padiglioni dello stabilimento nomi illustri della scena dell'architettura internazionale: Gehry progetta e realizza il museo della Vitra(1987-1989)(6) e le entrate alla fabbrica e alla mensa(1987-1989)(7); Alvaro Siza Vieira realizza la nuova sede della Fabbrica(1991-1993)(10), Zaha Hadid costruisce la stazione dei pompieri(1990-1993)(9), Tadao Ando il padiglione delle conferenze(1989-1993)(8). Alla stessa Zaha Hadid, non molto distante, sulla scia del successo mediatico e dell'entusiasmo intorno a queste "sculture" architettoniche, verrà affidata dal Comune di Weil em Rhein, la progettazione del Padiglione LF ONE(1996-1999) (12), in occasione della mostra sul paesaggio nei giardini Grün 99. Linguaggi sperimentati in un luogo extraurbano, diversi dall'abituale carattere svizzero, ma necessari a suscitare un clima di internazionalismo architettonico e per rinforzare la volontà di investire ancora in cultura . Questa occasione, diventa un' importante vetrina per gli architetti locali, che assumono ruoli di affiancamento ai grandi studi nella direzione lavori, guadagnando la possibilità di farsi conoscere all'estero.
Contemporaneamente gli studi Herzog & De Meuron e Diener & Diener progettano alcune delle loro opere più significative: i primi costruiscono gli edifici in Hebelstrasse(1984-1988)(19), in Schützenmattstrasse(1984-1993) (20),e l'edificio "Scwitten" (1985-1988)(21); i secondi intervengono ancora una volta in Hammerstrasse con il complesso " Hammer 2" (1980-1985) (4), con il quartiere residenziale Warteckhof(1992-1996) (42), e l'dificio d'amministrazione "FIDES"(1988-1990) (28).
La terza personalità è Werner Blaser: importante critico di architettura conosciuto per le sue pubblicazioni su Mies van der Rohe. Blaser organizza nel 1980, proprio a Basilea, un ciclo di conferenze d'architettura "BaslerArchitekturVorträge", a cui partecipano architetti e critici di tutto il mondo. Grazie a questo, si creano rapporti che aprono con forza la mentalità provinciale e timorosa svizzera e portano architetti come Santiago Calatrava a restaurare con un intervento audace il Cabaret Tambouretti(1986-1988)(25), Mario Botta a costruire la sede della UBS(1986-1995)(23), Richard Meier a costruire l'edificio "Euroregio" (1990-1998)(38).
Il dibattito architettonico a Basilea diventa così vivace che ai Diener & Diener è affidata la progettazione e realizzazione del primo museo di architettura in Svizzera: Casa Domus (1984-1985)(16). Qui si sono succedute importanti mostre monografiche di architettura su Gehry, Rem Koolhaas, Rafael Moneo, Herzog &de Meuron, Luigi Snozzi, Livio Vacchini e retrospettive di interesse storico come quella su Hannes Meyer, Le Corbusier, Hans Bernoulli, Hans Wittwer.
Notevole è anche il grande interesse per l'arte e le sue manifestazioni: ne sono testimonianza le numerose collezioni appartenenti a privati che hanno contribuito alla costruzione di opere di architettura: ricordiamo che grazie alla presenza di due importanti fondazioni, la fondazione Beyeler e la fondazione Emanuel Hofmann per la collezione d'arte contemporanea, è stata possibile la costruzione rispettivamente del museo Beyeler di Renzo Piano(1992-1997)(44), e del museo e deposito di arte contemporanea "Shaulager" di Herzog & de Meuron(1998-2003)(69); inoltre l'imprenditore Paul Sacher con il contributo dell' industria farmaceutica Hoffmann-La Roche, fa costruire il Museo Tinguely a Mario Botta(1993-1996)(46).
La simbiosi tra arte e architettura è cominciata con la collaborazione di Donald Judd, noto artista della Minimal Art,al progetto della Peter Merian House (1986-2000)(26), Il suo intervento ha permesso di applicare a scala urbana le teorie della riduzione della forma e della ripetizione seriale. A Basilea si tiene periodicamente la "Art Basel", un' importantissima fiera d'arte contemporanea; e non per caso l'opera che ha rappresentato la rinascita dell'architettura per Basilea è il progetto di un museo d'arte contemporanea di Wilfried e Katharina Steib (1977-1980)(1). Il museo riutilizza un vecchio spazio industriale di una preesistente fabbrica cartaria, in un luogo cruciale per la città proprio per la produzione della carta: la St. Alban Tal. Il museo d'arte rispetta la forma dell'antico quartiere industriale mantenendosi coerente ad una promessa fatta al Movimento Moderno.
Il futuro in architettura parte da queste premesse allettanti, e la ricerca che giovani studi stanno portando avanti nella città e nell'intero territorio svizzero è saldamente ancorata alla tradizione, senza perdere la freschezza artistica e la sapienza tecnico-costruttiva di una contemporaneità necessaria.
La tradizione continua nello sperimentalismo costruttivo: la scuola Volta di Quintus Miller e Paola Maranta(1996-2000)(61) riutilizza un vecchio deposito di cisterne utilizzando un sistema complesso di muri portanti per sostenerne il peso dell'intero edificio.
Continua sempre l'interesse per lo studio della città: il dipartimento d'architettura dell'ETH ha aperto lo "studio Basilea", un laboratorio sperimentale per cercare nuove forme di insegnamento dell'architettura coordinato dai professori Jacques Herzog, Pierre de Meuron, Roger Diener e Marcel Meili. Uno studio che ovviamente è partito dal considerare la città nella sua forma più estesa. Una nuovissima generazione comincia a lavorare: nel 2002 i giovani architetti Emanuel Christ e Christoph Gantenbein hanno vinto il prestigioso concorso per l'ampliamento e il restauro del museo nazionale a Zurigo, un' opera che rispetta le lezioni dei maestri di Basilea ma che sperimenta uno spazio nuovo per il futuro.