È attualmente in corso il restauro di uno dei simboli della città di Venezia, la "Basilica di Santa Maria della Salute": l'importante opera di ristrutturazione ha come obiettivo, prima di tutto, riportare all'antico splendore le pavimentazioni dello storico luogo di culto (progettato da Baldassarre Longhena nel 1631), e adeguare gli impianti tecnici di riscaldamento.

La riqualificazione della Basilica di Santa Maria della Salute è stata curata dall’ingegner Davide Beltrame e dell’architetto Giuditta Russo. Il progetto prevedeva in particolare il sollevamento totale dei circa 9.000 pezzi di marmo policromo che costituiscono il prezioso manufatto con relativa precisa catalogazione, il loro individuale restauro e il riposizionamento su sottofondo opportunamente riqualificato. La massiccia opera di restauro ha costituito l’occasione per procedere parallelamente alla realizzazione di un pavimento radiante, integrato da alcune unità termoventilanti incassate nella pedana di legno che segue l’andamento semicircolare delle absidiole laterali del Presbiterio. Un importante vincolo esecutivo, emerso in corso d’opera a seguito della rimozione del pavimento, è stato imposto dalla presenza di un sottofondo in laterizio, piuttosto ben conservato, che si è voluto mantenere: ciò ha comportato di conseguenza una drastica riduzione dello spessore disponibile per la realizzazione del sottofondo di posa e del pavimento radiante. Per gestire con efficacia tale limitazione la scelta dell’impresa esecutrice è caduta sulla realizzazione di un massetto alleggerito con argilla espansa fibrorinforzato e resistente specificamente concepito per il restauro come Massetto CentroStorico, posato in uno spessore pari a 4 cm, su cui poi realizzare le riservazioni per l’alloggiamento dei tubi dei circuiti radianti.

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Prodotto leggero premiscelato fibrorinforzato a rapida asciugatura, Massetto CentroStorico di Laterlite è formulato a base di argilla espansa LecaPiù e fibrorinforzato con speciali fibre polipropileniche in modo da aumentare le proprietà meccaniche dello strato di finitura, caratteristica particolarmente utile nelle situazioni di posa in basso spessore. Caratterizzato da una densità in opera di circa 1.250 kg/mc, una resistenza a compressione certificata di 18 N/mmq e asciutto in 7 giorni dal getto (spessore 5 cm) per la posa del parquet, Massetto CentroStorico è adatto per la formazione di massetti leggeri con spessore minimo di soli 3 cm, anche senza reti di rinforzo, per tutte le applicazioni fra cui sottofondi alleggeriti monostrato, massetti di finitura di sottofondi pluristrato, massetti a veloce asciugatura, per interni ed esterni, e adatti alla posa diretta di tutti i tipi di pavimenti. Il suo coefficiente di conducibilità termica λ, pari a 0,27 W/mK, è circa un quarto rispetto al tradizionale massetto sabbia e cemento, migliorando le prestazioni termiche del divisorio orizzontale; in più, il suo contenuto peso in opera (3 centimetri di spessore pesano solo 37 kg/mq) ne consentono l’impiego anche in situazione in cui sia necessario contenere il carico sulle strutture esistenti. Grazie alla specifica formulazione Massetto CentroStorico asciuga in tempi rapidi, assicurando tempi certi anche per spessori consistenti, consentendo di velocizzare la posa dei rivestimenti.

Per la realizzazione del massetto alleggerito destinato a ospitare l’impianto di riscaldamento radiante è stato posato uno strato di circa 4 cm di spessore di Massetto CentroStorico, realizzato per campiture di circa 25 mq. Il getto, eseguito in continuo per ciascuna campitura, è avvenuto utilizzando quale attrezzatura d’impasto e trasporto la pompa pneumatica, in modo da velocizzare le fasi esecutive. Infatti, grazie anche al vantaggio del prodotto premiscelato, è stata sufficiente la sola aggiunta di acqua per realizzare il massetto a regola d’arte. Ad asciugatura avvenuta, sono state direttamente ricavate sulla superficie mediante fresatura a secco le cave da 16x16 mm destinate all’alloggiamento dei tubi dei circuiti radianti; una volta inseriti i tubi, una rasatura di boiacca fluida ha riempito gli spazi vuoti delle cave in modo da presentare una superficie perfettamente piana e in buon contatto termico con la successiva malta di allettamento e le lastre di marmo. L’esecuzione del massetto, la fresatura delle cave e la successiva posa dei tubi sono risultate particolarmente agevoli e celeri, con tempi di cantiere contenuti che non hanno praticamente interferito con le opere di restauro.