BEWAG - Apartment and Office Building  

Località Markgrafenstrasse 35, Gendarmenmarkt, Berlino,
Germania
Committente Berliner Kraft und Licht
Aktiengesellschaft
Progettazione
1994
Realizzazione 1997
Progettazione
Max Dudler con Manfred Kunz, Brigitta Weise
Collaboratori
Achim Grube, Daniel Rebmann, Paul Holt-Seeland, Phil Peterson
Impresa
di costruzione e direzione lavori
Wayss & Freytag
AG
Consulenza per le facciate ATF, Hans Honig, Petar Reich,
Martina Walpia

Osservando l'edificio si comprende con evidente chiarezza l'assoluta
integrazione culturale tra l'impostazione della nuova Berlino di pietra, luogo
di riscoperta della città in senso classico, della strada, dell'isolato, della
costruzione dei suoi fronti attraverso la successione di corpi compatti e
adiacenti che rifiutano la disaggregazione del moderno, e la concezione
architettonica proposta da Max Dudler.
Si tratta di una scelta, quella tra
architettura e architetto, non casuale, così come non è tacita la scelta
sull'impostazione urbana che segue polemiche e prese di posizione dove hanno
giocato un ruolo da protagonista personalità come Josef Paul Kleihues o Hans
Kollhof oltre al Bau-director Hans Stinman. In questa ottica l'edificio Bewag
per appartamenti e uffici costituisce il raffinato tassello di una più generale
costruzione urbana che fa riferimento alla tipologia residenziale della
Friedrichstadt manifestando la propria identità come una limpida apparizione
scultorea che affida alla tecnica, ai materiali e al loro impiego misurato il
compito di ridefinire una silente quanto appropriata monumentalità. La facciata
è dunque protagonista come in passato della scena, mentre il tutto si muove
all'interno di quella che Dudler definisce come una "assennata semplicità":
compatezza del corpo di fabbrica, inserimento simmetrico e direzionato secondo
l'ortogonalità della strada, facciate esterne sullo spazio pubblico, cortile
interno concepito come spazio chiuso. Dal punto di vista planimetrico e
distributivo il progetto prevede al piano terra una suddivisione contrapposta di
spazi commerciali separati da una galleria centrale in cui sono ubicati i due
corpi scala, mentre ai piani superiori l'edificio si dispone a "T" con una
suddivisione degli ambienti razionale e semplificata sia per quanto riguarda i
livelli dedicati agli uffici, dal primo al quinto, sia per quanto riguarda i due
livelli successivi destinati a residenza, caratterizzati da un arretramento del
filo di facciata in modo da consentire l'alloggiamento delle terrazze
adeguandosi alle prescrizioni urbanistiche che connotano tutto il fronte strada
e quindi anche gli edifici adiacenti.
La fronte, costruita attraverso la
tecnologia della parete ventilata, rivestita cioè con lastre sottili in arenaria
color grigio-blu, staccate dalla struttura di tamponamento della costruzione,
costituisce l'elemento di maggior connotazione architettonica e gli strumenti
che utlizza per rendere efficace e persuasivo il progetto appartengono, e non è
una tautologia, ancora all'architettura. La facciata è tripartita in modo da
presentare un frontone "classico", l'accesso è ben evidenziato al centro della
composizione e interessa una altezza di due piani, mentre il coronamento è
caratterizzato da una sottile cornice in metallo. Il senso della gradazione si
gioca sul filo dei centimetri con un leggero spostamento in avanti del
rivestimento nella zona basamentale dove gli infissi sono tenuti a filo della
facciata in modo da evidenziare la pienezza dell'attacco a terra.
Nella
costruzione della fronte nessun elemento è lasciato al caso, mentre la
precisione delle soluzioni tecniche interviene nella composizione generale. Le
lastre di rivestimento sono quadrate o rettangolari, dove il rettangolo è il
doppio del quadrato, e sono ancorate con una vite passante al centro in modo da
garantire un aggancio a vista che penetra completamente lo spessore della lastra
disegnando al contempo l'intera facciata che è pervasa da una geometrica
punteggiatura. Tale scelta per l'ancoraggio delle lastre, che sovraintende una
precisa implicazione dell'apparato decorativo della facciata, è ottenuta
attraverso dei braccetti in acciaio che permettono la regolazione della
planarità della lastra (resa difficile dal fissaggio in posizione centrale) a
loro volta ancorati ad una struttura in alluminio. Anche le tende frangisole,
che scompaiono completamente all'interno di precisi alloggiamenti posti nel
vuoto tra le lastre di rivestimento e la struttura, sono elemento integrato del
progetto e si differenziano tra la zona basamentale e laterale destra, dalla
zona centrale, realizzando una sottile asimmetria che rende suadente l'intero
progetto.

Testo di Marco Casamonti
Estratto da Materia n. 31

Vedi i dettagli tecnologici e costruttivi

Prospetto del fronte principale
Sezione nord