Blok 8 / Siza Toren  

Progettista: Álvaro Siza
Committente: Vesteda Management BV
Località: Avenue Ceramique 22C - 26V, Maastricht
Destinazione d'uso: Residenziale

Costruire a Maastricht nell'ambito del Progetto Coenen per me è stata un'esperienza straordinaria, che ebbe inizio con la presentazione del Progetto a quasi tutti i progettisti incaricati.
A questa presentazione, fatta dal direttore del Dipartimento Progettazione Urbana, Huub Smeets, e dallo stesso Jo Coenen, con l'ausilio di un modello in grande scala dell'area, seguì un dibattito aperto e stimolante.
Nel riguardo specifico del mio contributo, la discussione si focalizzò sul rapporto con i progetti di Mario Botta, Galfetti e dello stesso Coenen.
La mia proposta prevedeva la frammentazione di quella che in pianta era una struttura continua di profilo variabile che includeva una torre di 17 piani. Il risultato dell'accettazione della proposta è stato la separazione degli edifici che dovevano essere progettati da Galfetti, e la suddivisone del mio progetto in tre blocchi di 4, 6, e 17 piani, tutti nel rispetto dei principali limiti di altezza.
Oltre a questa modifica, proposi una leggera  'torsione' del volume della torre, relativamente all'asse della Avenue Cerámique.
La proposta di Botta è stata più radicale, con il rifiuto dell'allineamento progettuale suggerito (curvo e parallelo al mio edificio), e immaginando invece un ampio spazio di accesso e di distanza tra la strada e un edificio più forte ed autonomo.
Fin dall'inizio ho sviluppato i tre volumi simultaneamente. Successivamente, per vari motivi, il progetto della torre ha subito dei ritardi rispetto agli altri due (la cui costruzione fu avviata nel 1995 e terminata nel 1996), mentre lo sviluppo del progetto per la torre è stato più difficoltoso.
Il programma stabilito nel primo studio prevedeva l'integrazione di una grande varietà di tipologie di appartamenti il cui numero era stato rigorosamente definito dalla Bouwfonds Woningbouw BV e da ABP Woningfonds BV. Di conseguenza, il profilo della torre variava in verticale, il che portò a privilegiare una soluzione che permettesse la piena occupazione del sito a livello del piano-terra e la progressiva riduzione del perimetro ai livelli superiori. La mia idea era quella di rivestire l'esterno della torre con piastrelle di ceramica verde chiaro. Sul lato del viale il volume risultava mitigato dall'introduzione di verande aggettanti che contrastavano con l'imponenza del prospetto nord, soluzione che risultò non del tutto convincente anche se infine fu approvata dalla commissione estetica della città, dopo un rigoroso dibattito.
Nel frattempo si verificò un cambiamento di programma, su decisione dei promotori del tempo, la Bouwfonds Woningbouw BV e la Vesteda Management BV, che portò ad un limitata variazione delle tipologie di appartamento.
Il risultato di questa decisione fu una pianta che fu virtualmente ripetuta nello sviluppo verticale dell'edificio.
In quel periodo l'intervento diretto di Huub Smeets, in qualità di direttore della Vesteda Management BV, fu un fattore decisivo, di stimolo e di supporto alla tesi della specificità della torre quale edificio di riferimento grazie alla scala e alla ubicazione.
Io mi sentii fortemente motivato ad introdurre una variazione maggiore che nobilitasse la qualità esterna del rivestimento, e proposi lo zinco e il marmo di 'Tassos' per ciascuno dei due volumi, essendo la base della torre rivestita rispettivamente di marmo di  'Tassos' e pietra grigia.
La suddivisione volumetrica fu la conseguenza del sostanziale ingrandimento in scala dei progetti circostanti, che rese necessario un aumento di altezza della torre, anche se non era consentito. La soluzione adottata permetteva una migliore relazione, per mezzo del contrasto che accentuava la verticalità.
Seguì un meticoloso lavoro di dettaglio che portò infine alla costruzione, nell'anno 1999, un processo che vide la compartecipazione, nel mio studio, dell'architetto Avelino Silva, e il costante supporto dello studio di Marc A. Campo e degli architetti Frans Wesselingh e John Rous.
Il processo di Maastricht è stato particolarmente interessante per l'intesa e la collaborazione che si sono andate sviluppando tra progettisti ed architetti, tutti d'accordo circa la necessità di creare un dialogo tra il piano generale ed i progetti che riconciliasse le opzioni dettate dal programma con il ruolo giocato dai singoli edifici, come è dimostrato dall'esposizione recentemente realizzata da Jo Coenen.
Oggi il territorio del Cerámique costituisce  parte integrante della città, con la sua vita e i suoi rapporti, includendo edilizia residenziale, commercio e funzioni ausiliarie, secondo l'esempio del museo con cui Aldo Rossi ne iniziò la costruzione.

Tratto da AREA n° 68

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