Ai Giudici è un piccolo locale di 50 metri quadri situato nel centro storico di Palermo. L’idea del cliente prevedeva la possibilità di disporre di una caffetteria e un lounge bar. La richiesta è stata accolta dallo studio DiDeA, formato dagli architetti Nicola Giuseppe Andò, Emanuela di Gaetano, Alfonso Riccio, Giuseppe De Lisi, che hanno saputo interpretare lo spazio creando una sorta di luogo dalla doppia valenza, attraverso l’utilizzo di due materiali diversi: il legno caldo negli spazi diurni e il ferro color ruggine nell’ambiente notturno. L’ingresso del locale, che si estende su un piano unico a livello strada, si apre sulla zona caffetteria, dove gli arredi in legno sono concepiti come moduli innestati su una struttura a griglia in ferro, che dal pavimento sale su pareti e soffitto, marcando tridimensionalmente lo spazio. Qui sono presenti sedute, banchi e tavoli, ma anche elementi contenitori, fioriere sulle pareti e corpi illuminanti pensili. Nell’area centrale del locale, dove si concentra l’attività serale, irrompe un volume sbieco in ferro trattato color ruggine che abbraccia pavimento, pareti e soffitto, e include il bancone bar, illuminato da luci soffuse a sospensione.

Ai Giudici a Palermo (photo by Studio DiDea)
Ai Giudici a Palermo (photo by Studio DiDea)

Il carattere attraente di flessibilità e continuità visiva dello spazio è affermato dagli arredi geometricamente essenziali, che possono facilmente cambiare posizione all’interno della struttura metallica, permettendo configurazioni diverse a seconda dell’uso.

Ai Giudici a Palermo (photo by Studio DiDea)
Ai Giudici a Palermo (photo by Studio DiDea)

La scelta non invasiva del pavimento in vetro, flottante e sopraelevato su piedini in ferro, ha permesso di mantenere intatta la pavimentazione originaria in marmo, ulteriormente esaltata dalla illuminazione a Led sottostante, e di raggiungere la quota d’ingresso del locale, evitando gradini.

Ai Giudici a Palermo (photo by Studio DiDea)
Ai Giudici a Palermo (photo by Studio DiDea)

L’intenzione progettuale è stata quella di realizzare un ambiente flessibile e confortevole - hanno spiegato gli architetti - creando un’atmosfera calda attraverso un design post industriale con un carattere carico di tensione materica”.