in cantiere – Un intervento di ristrutturazione e ampliamento di un edificio adibito a “casa per vacanze”.

L'intervento consiste nella ristrutturazione con ampliamento di un edificio adibito a “casa per vacanze”. La nuova costruzione si compone di due piani fuori terra; il livello d'ingresso è stato ampliato rispetto all'esistente mentre il primo è stato realizzato con opere di nuova edifi cazione o sopraelevando i muri perimetrali non demoliti. Il risultato è una villa costituita da due nuove unità abitative, una completamente al piano terra e l'altra divisa tra terra (zona giorno) e primo (zona notte).
In aggiunta, è stato costruito anche un volume interrato destinato a deposito materiali e attrezzi agricoli.
La conformazione del fabbricato, l'orientamento, le chiusure trasparenti e i relativi sistemi di schermatura, lo sfruttamento delle condizioni climatiche per la ventilazione naturale e delle risorse rinnovabili, il riciclo dell'acqua piovana e le prestazioni degli elementi tecnici hanno permesso di ottenere un edifi cio a basso impatto ambientale (Classe B protocollo CasaClima). 

FASI DI CANTIERE

1. OPERE PRELIMINARI E DEMOLIZIONI
L'accesso al sito di cantiere è costituito da una caratteristica strada di montagna, stretta e tortuosa; la difficoltà di transito ai mezzi pesanti ha costituito un evidente limite operativo che ha imposto l'utilizzo di mezzi di dimensioni ridotte e una rigida programmazione delle attività e delle lavorazioni. L'intervento è stato quasi esclusivamente eseguito senza l'ausilio di gru, impiegata solamente per il montaggio della coopertura.
I lavori sono iniziati con la demolizione del vecchio edificio del quale sono state salvaguardate solamente le murature perimetrali (in pietra) del piano terra e il maestoso macigno attorno al quale si ancoravano le pareti stesse. I materiali sono stati separati in cantiere e recuperati o conferiti in una discarica autorizzata. Le murature perimetrali conservate sono state messe in sicurezza con puntellature.

2. SCAVI E STRUTTURE DI FONDAZIONE
Le ottime caratteristiche meccaniche del terreno e lo spazio di cantiere a disposizione hanno permesso di eseguire gli scavi di sbancamento in totale sicurezza, con la semplice realizzazione di scarpate, senza rischi di cedimenti. Sono stati eseguiti uno strato di magrone su tutta la superficie utile e un tracciamento con strumento ottico delle murature perimetrali.
Le capacità portanti del terreno hanno dettato l'impiego di fondazioni (relativamente al nuovo volume interrato) del tipo a trave rovescia, realizzate in conglomerato cementizio armato, nelle dimensioni previste dai calcoli statici (cls per fondazioni continue resistenza caratteristica Rck 25 N/mmq, ferro FeB44k ad aderenza migliorata con fy/fyk=<1.35 e (ft/fy)medio>=1.13; interferro minimo tra le barre cm 4; sovrapposizione delle barre 60 diametri), con casseri in legno per fondazioni.

3. STRUTTURE IN ELEVAZIONE INTERRATE
Tutte le strutture del piano interrato (murature perimetrali e solaio) sono state realizzate in cemento armato (calcestruzzo per strutture in opera: strutture in elevazione, setti, muri, pilastri resistenza caratteristica Rck 30 N/mmq; calcestruzzo in opera gettato con autopompa per completamento di solai e travi resistenza caratteristica Rck 35 N/mmq; ferro FeB44k ad aderenza migliorata con fy/fyk =< 1.35 e con (ft/fy)medio >= 1.13; interferro minimo tra le barre cm 4; sovrapposizione delle barre 60 diametri; sovrapposizione delle reti 2 maglie minimo). I muri perimetrali sono stati impermeabilizzati con l'applicazione a cannello di una guaina bituminosa e successivamente isolati con uno strato di polistirene espanso estruso (sp. 8 cm). Lo strato isolante è stato protetto attraverso la posa di una membrana plastifica bugnata. Il drenaggio del terreno a confine con i muri perimetrali è stato operato attraverso reinterri con ghiaia a granulometria variabile e tubi drenanti al piede del muro.

4. MURATURE PORTANTI
La struttura portante dell'edificio è costituita da un connubio tra murature in pietra dell'edificio esistente (che sono state conservate e consolidate), uno scheletro portante costituto da travi e pilastri in c.a. (acciaio Fe360 laminato - acciaio FeB44K in barre e reti a.m. controllato in stabilimento. Calcestruzzo Rck 300 kg/cm2, classe di esposizione XC1. Ancoraggi e sovrapposizioni: Ø 40 in zona compressa, Ø 60 in zona tesa. Piegature: barre raccordate circolarmente con raggio Ø 6) e murature perimetrali portanti in blocchi di argilla espansa fonoisolante ad elevato peso specifico. Le murature in pietra esistenti sono state sistemate da elementi instabili, pulite dell'intonaco, liberate da cemento interstiziale in eccesso e consolidate, su entrambe i lati, con un betoncino (sp. 5 cm) armato con rete elettrosaldata a maglie (10x10 cm, Ø 5 mm) fissata alla muratura con tirafondi e barre passanti in acciaio (posizionamento di spille Ø 8 mm/11m2 con fori passanti, Ø< 30 mm, eseguiti con fioretto o trapano a sola rotazione). Le nuove murature portanti (U<0.80 W/m2K) sono state realizzate con blocchi in argilla alveolare (dim. 25 x 20 x 30 cm; densità 800 kg/m3

5. STRUTTURE ORIZZONTALI E SOLAI
Le soluzioni strutturali, adottate per l'intero edificio e utilizzate per rispondere in maniera mirata alle diverse esigenze di prestazione, sono complessivamente tre.
Sono stati progettati: un vespaio aerato per il solaio contro terra in corrispondenza dei locali non abitabili (deposito interrato), un solaio in laterocemento, opportunamente isolato, per le zone controterra dei locali abitati (piano terra abitazione) e una soletta piena in calcestruzzo armato (nel solaio tra piano terra e piano primo poiché sottoposto a carichi puntuali sulla luce libera). La scala di collegamento tra piano terra e primo piano è costituita da un elemento a forma elicoidale e a pianta circolare (2,40 m di diametro) con struttura in cemento armato autoportante.


6. CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE DELLA VOLTA
La volta a botte in sassi, in corrispondenza dell'ingresso, è stata sottoposta a un risanamento con consolidamento statico, per rimediare a una lesione longitudinale esistente. Gli interventi di manutenzione sono consistiti nella rimozione del materiale di riempimento all'estradosso, la rimozione o il fissaggio degli elementi instabili e la pulizia con aspirazione di tutto il materiale friabile. Le lavorazioni sono state effettuate in sicurezza attraverso un puntellamento interno con struttura in legno.
Le operazioni di ricostruzione sono iniziate con l'interposizione di spezzoni di barre d'armatura (n° 3 chiodi Ø 8 mm/m2) tra le pietre costituenti e in corrispondenza del cordolo perimetrale. Le operazioni di consolidamento si sono concluse con il getto della soletta dopo il trattamento delle superfici esposte dei sassi, attraverso un prodotto aggrappante.


7. COPERTURA
Casa Knycz si caratterizza in prima istanza per la sua vasta copertura (circa 500 m2); il sistema tetto non è solamente una rappresentazione dell'idea architettonica, ma diventa elemento tecnologico per le proprie caratteristiche tecniche e per l'attrezzatura impiantistica. I grandi sbalzi perimetrali e lo spessore ridotto segnano in maniera significativa la copertura. La sua forma sinuosa deriva, principalmente, da monitoraggi e studi sulle direzioni dominanti dei venti (frequenti in questo punto chiamato “il dos del vent”) e consente, attraverso il cambio di raggio di curvatura, di evitare un contatto continuo e uniforme con il vento. L'idea base è quella di avere un tetto che si adagi sull'edificio e si faccia accarezzare dalle brezze. La finitura interna, in pannelli di legno, esalta la forma della copertura e contribuisce a staccarla formalmente dal resto dell'edificio.


8. SERRAMENTI E VETRATE
La forma dell'edificio e le sue aperture sono state studiate in accordo con i principi di efficienza energetica, aprendosi al sole nei periodi freddi invernali e chiudendosi con opportune strategie di schermatura in estate. I serramenti, di piccole dimensioni a nord ed est e di grandi dimensioni sui fronti sud e ovest, sono stati studiati in modo da garantire la massima permeazione visiva tra interno ed esterno. Le superfici trasparenti consentono dispersioni termiche molto basse (Uw = 1,3 W/m2K) grazie all'utilizzo di vetri basso emissivi e vetrocamera con gas argon (grandi vetrate: doppio vetro stratificato sp. 88.2+15AR+66.2 EN P o doppio vetro stratificato sp. 66.2+15AR+66.2EN P in funzione delle necessità statiche; vetri medi: doppio vetro stratificato sp. 55.2+14AR+55.2 EN P; piccole finestre e porte finestre doppio vetro stratificato 4.4.2 interno ed esterno PVB 0,76 con 14 argon). La scelta è ricaduta su infissi in legno lamellare, sbiancato all'interno, con rivestimento esterno in alluminio preverniciato bianco RAL9016. Considerate le dimensioni delle finestre sono stati installati sistemi di chiusura piuttosto inusuali, alzanti scorrevoli e saliscendi, per garantire il massimo comfort ergonomico.


9. ISOLAMENTO TERMICO A CAPPOTTO
Il sistema a cappotto è stato realizzato con due materiali diversi prestando attenzione a tutte le problematiche tecniche.
I primi 60 cm a partire dal basso sono stati rivestiti con pannelli in polistirene espanso estruso per ovviare al problema di igroscopicità del polistirolo (che potrebbe portare, per capillarità, lesioni alle parti basse del cappotto a contatto con acqua e neve). La restante porzione di facciata è stata rivestita con pannelli in EPS addizionato di graffite. La rifinitura esterna è stata eseguita con posa di retina in pvc per cappotto, rasatura a colla, successiva rasatura fine e finitura con intonaco graffiato finissimo di colore bianco. Lo spessore totale della chiusura è di circa 41 cm; il cappotto esterno (10 cm di isolante e 1 cm di intonaco) conferisce al pacchetto una trasmittanza pari a 0,279 W/m2K.


10. IMPIANTI TECNOLOGICI
L'edificio si distingue, oltre che per il profilo estetico, anche per quello energetico: la ricerca di una minimizzazione dell'impatto ambientale ha spinto i progettisti ad avvalersi di fonti rinnovabili. La soluzione si caratterizza per un impianto a pannelli fotovoltaici di 120 m2 (collocato in copertura), un impianto a pannelli solari termici di 20 m2 (collocato nella pensilina di copertura del parcheggio) e un sistema geotermico orizzontale con una potenza di circa 10 Kw. Sono inoltre stati installati uno scambiatore di calore e un accumulo d'acqua calda da 2.500 lt, utile sia per il riscaldamento a pavimento che per uso sanitario. Il sistema è regolato da una caldaia a legna da 60 Kw che soddisfa le necessità di tutto il fabbricato.



credits

Luogo: Trento, loc. Grotta di Villazzano

Progetto architettonico: Arch. Manuel Knycz e Ing. Mariano Ferrari

Committente: Privato

Progetto strutturale: Ing. Alessandro Smaniotto - Studio PCM

Progetto impiantistico: Ditta Fratelli Knycz

Direzione lavori: Arch. Manuel Knycz

CSP: Arch. Carlo Daprà

CSE: Arch. Carlo Daprà

Inizio lavori: gennaio 2007

Fine lavori: luglio 2009