Casa Rurale  

Progetto architettonico: Massimiliano Rendina
Collaboratori: Cinzia Rosa
Progetto grafico e CAD: Giovanni Nuzzolo e Gianfranco Racioppoli
Movimenti di terra: Vincenzo Cinotti, geologo
Strutture in c.a. e muratura: Alfonso Russo
Consulenza e impianti: Concettina Palmiero
Direzione lavori: Massimiliano Rendina e Cinzia Rosa
Impresa: Pasquale Rosa (I lotto, padiglione giorno), Domenico Melone (II lotto)
Committente: privato
Datazione del progetto: I versione 1995 - 1997, II versione 1997 - 1998
Datazione realizzazione: 1998 - 2001
Murature tufo (corpo cucina ' ex rudere)
Tamponature laterizi
Coperture capriate in abete ed acciaio (padigl. giorno), cemento, tegole canadesi
Finiture intonaco e pittura ai silicati (in fase di completamento)
Infissi legno lamellare di iroko
Pavimentazioni esterne battuto di cemento, mattoni in laterizio, pietra calcarea locale
Pavimenti interni listoni di abete (padiglione giorno e corpo cucina), mattoni in laterizio
Lotto: mq 21.000
Superficie complessiva: mq 600
Volume complessivo: mc 2.050

Il territorio su cui sorge l'opera in questione appartiene a quello vasto ed articolato della Campania Felix della memoria romana e più precisamente al Comune di Ruviano, un centro agricolo che supera i 2000 abitanti, raccolto sopra un dosso'..
L'edificio è un complesso a carattere rurale che si insedia sul sito in cui sorgeva un modesto rudere di tufo, probabilmente impiegato come ricovero dai pastori, con prospiciente un'aia. Sorge in una felice posizione panoramica, a circa 120 metri dal livello del mare, nella radura di un suolo agricolo collinare che degrada dolcemente verso la pianura sottostante in cui scorre tumultuoso, creando una serie di anse, il fiume Volturno.
La felicità del luogo, che possiede una vista intensa e suggestiva, tale da indurre di abbandonare le città per godere della bellezza della campagna, è esaltata dalla presenza di un boschetto di querce che domina la collina mentre verso valle crescono rigogliosi alberi d'olivo piantati in età molto antica.
La suggestione del panorama e la presenza del rudere inducono il progettista a definire un complesso insieme ampio ed articolato, ma anche intimo e raccolto, in una sorta di acropoli, di hortus conclusus che recupera il rudere e ruota attorno all'aia trasformata in una corte porticata, in uno spazio in cui i bambini possono correre e giocare o inventare feste alla presenza di quel teatro naturale. Allora combinando con sapienza non solo l'antico con il nuovo che si innesta su una architettura di recupero, articola un gioco di composizioni discrete, equilibrate in cui giace, neppure troppo nascosto il segreto dell'architettura.
L'intervento di Ruviano scaturisce dal rapporto tra i vari corpi di fabbrica: l'alloggio del custode, il padiglione B e la casa vera e propria, composta dal padiglione A e dai vari corpi di fabbrica con l'ambiente circostante, che ha determinato la scelta di un edificio formato da padiglioni autosufficienti che nello stesso tempo sono chiusi in se stessi ma aperti nei confronti dell'intorno, verso quel paesaggio che reclama, anche al progettista più sordo, di spiccicare parole ed articolare una risposta credibile.
Il rapporto tra i volumi e i giusti materiali, esalta il ruolo della corte, perimetrata su tre lati dalla presenza di un portico su cui vengono ritagliate finestre che traguardano verso il panorama. Lo spirito stesso della costruzione si esprime tutto in questo gesto, nel tagliare il muro per mostrare, per entrare in continuità con lo straordinario panorama del verde e della valle.
L'edificio ad est della corte (un unico livello con tetto a due falde e capriate di acciaio e legno) è destinato alla zona giorno ; due ambienti e servizi, con copertura piana, alla zona notte. L'ex rudere (un unico livello con tetto a padiglione) è destinato a cucina ed è collegato alla zona giorno tramite un passaggio che permette l'accesso anche ad una zona di servizio completamente interrata ed illuminata da una piccola chiostrina vetrata. L'edificio a sud (a due livelli con copertura a doppia falda) è adibito al piano terra a zona notte per gli ospiti e alloggio del custode, mentre al livello superiore, raggiungibile dal porticato tramite una scala scoperta, a pertinenza agricole. Una scala coperta sul lato ovest della corte conduce al livello sottostante al porticato nord che è adibito a sala ricreazione.

Tratto da 'L'Industria delle Costruzioni', n. 348, ottobre 2000, pagg. 60-65

Schizzo di progetto Planimetria Generale Vista dell'interno Scorcio Scorcio
Scorcio