La storia del nuovo edificio polivalente Maggiore a Verbania nasce da lontano. L’amministrazione comunale nel marzo 2007 bandisce un concorso di progettazione a livello europeo in un’unica fase e in forma anonima con prequalifica dei concorrenti per la redazione del progetto preliminare per la “realizzazione del teatro cittadino”. Al termine di prequalifica sono individuati dieci; tra questi, molti importanti progettisti di fama internazionale: il gruppo 5+1AA - Alfonso Femia e Gianluca Peluffo (secondo classificato), Vittorio Gregotti (terzo classificato), Patrik Shumacher - Zaha Hadid Architects (quarto classificato), Oliver Kuhn (nono classificato). La giuria assegna il primo premio alla proposta del gruppo rappresentato dall'architetto madrileno Salvador Perez Arroyo, di cui fa parte anche il londinese Peter Chester Cook.

Il progetto era inserito in un contesto del tutto diverso da quello attuale: il lotto era all’interno di una piazza cittadina piuttosto degradata e il teatro sarebbe stato l’occasione per dare vita al recupero urbanistico della zona. Il processo compositivo originale prendeva spunto dall’analisi del tessuto urbano, delle sue successive trasformazioni, sviluppando il tema dell'inserimento di nuove architetture nel rapporto tra conservazione e innovazione, dell'inserimento di edifici a uso pubblico all'interno di complessi urbani consolidati e dallo studio della viabilità cittadina.

(© Alberto Caldani)

La soluzione formale elaborata proponeva un’articolazione volumetrica complessa distinta in tre volumi principali raccordati da un quarto elemento intermedio di mediazione tra esterno e interno, dalla presenza molto espressiva, ricca di variazioni prospettiche e dalle geometrie dinamiche. La soluzione enfatizzava già la dimensione scultorea dei tre volumi in cui si articolava il complesso e traeva spunto dal “sasso di fiume”, rendendo espressivo il concetto di monolite e la corrispondenza tra geometria e struttura.
Col cambio di giunta nel 2009, e per volontà dell’amministrazione, si arrivò a ridefinire sia il progetto che l’area sulla quale sarebbe sorto. L’incarico viene affidato allo stesso gruppo vincitore del concorso del 2007. L’architetto Perez Arroyo e il suo team si trovano così davanti a una nuova sfida: non snaturare l’idea originale, ma ricollocando, rifunzionalizzando e ripensando il progetto. La nuova area progettuale non era più inserita all’interno del nucleo urbanizzato cittadino, ma sulla sponda del lago, vicino alla biblioteca civica, in un lotto già sede di un’arena per spettacoli all’aperto.

Nel nuovo progetto prende così corpo l’idea di accentuare quello che era il concept originale: i sassi di fiume/lago. Il notevole incremento dimensionale dell’edificio porta i progettisti a concepire forme dinamiche volte a rappresentare, in forma simbolica, l’essenzialità strutturale del paesaggio lacustre, “sintesi di roccia e acque, massi e sassi, segno di contrasto tra la forza della materia, la sua estrema trasformabilità e la leggerezza”.

(© Alberto Caldani)

Il complesso architettonico, scultoreo e fortemente espressivo, contiene una struttura polifunzionale, divisa nei quattro volumi (i sassi) e nella struttura di raccordo centrale, in cui trovano collocazione: una sala grande da 500 posti, una sala piccola da 200 posti, un ampio foyer, le funzioni di servizio e di supporto, una biglietteria, i camerini, gli uffici, le sale prova, un bar e un ristorante, oltre a magazzini e depositi. Piattaforme mobili permettono allestimenti multipli e trasformabili: raccordando la sala grande al foyer si definisce uno spazio flessibile e multifunzionale atto ad accogliere circa 1000 persone.
Le opere esterne dell'area immediatamente adiacente al nuovo edificio teatrale comprendono gradonate con affaccio verso il lago, pavimentazioni a ridosso della costruzione e opere di mitigazione ambientali.

(© Alberto Caldani)

Le gradonate esterne permettono ampia visibilità panoramica del lago in tutte le direzioni e un migliore raccordo con la spiaggia e con le attività turistiche. Il volume del foyer è, infatti, aperto verso l'esterno e verso il lago con continuità. La nuova arena esterna è completamente integrata al basamento gradonato, una piattaforma con funzione di cavea di accesso, che si integra all'andamento topografico del luogo. Il dislivello è raccordato con gradoni che si sviluppano in senso longitudinale, sinuosamente e con andamento differenziato.
In considerazione dell’affaccio a lago, anche la copertura del foyer è definita da una leggera gradinata, una terrazza panoramica dove è possibile uscire e apprezzare il panorama circostante.

Il rapporto tra l’edificio e il lago non si limita al solo rapporto architettura-paesaggio, ma investe anche la sfera dell’ingegnerizzazione dell’opera. La ricerca del contenimento dei consumi energetici ha portato alla scelta di impianti di riscaldamento e raffrescamento efficienti. Il fluido caldo e il fluido freddo per la climatizzazione degli ambienti e la produzione acqua calda sanitaria sono, infatti, prodotti mediante un gruppo frigorifero polivalente a pompa di calore acqua-acqua. La sorgente di calore (nella stagione invernale) e il pozzo di calore (nella stagione estiva) sono l’acqua di lago.
In estate, il gruppo produce acqua refrigerata per il raffrescamento degli ambienti a 6° C per le batterie delle unità di trattamento aria e dei terminali ambiente e acqua calda a 45° C per le batterie di postriscaldamento delle unità di trattamento aria, per il controllo dell’umidità relativa a carico parziale nelle zone con impianti a tutt’aria e per la produzione centralizzata acqua calda sanitaria.
In inverno, l’impianto produce acqua calda a 45° C per il riscaldamento ambiente e per la produzione acqua calda sanitaria e acqua refrigerata a 6° C per il raffrescamento degli ambienti ove richiesto.

L’impianto di climatizzazione estiva e invernale della zona teatro/foyer/bar/ristorante è del tipo a tutt’aria a portata variabile su sei zone, funzionante con aria esterna e ricircolo. Quello relativo alla zona uffici è del tipo aria-acqua, con aria primaria e ventilconvettori a soffitto, alimentati in tutte le stagioni da acqua calda e refrigerata.Tra i nuclei interni dei volumi e l'involucro esterno, le grandi intercapedini assumono la funzione di spazi tecnici di ventilazione, per il passaggio delle canalizzazioni e per il posizionamento delle UTA.
Nel suo insieme il sistema edificio impianto è stato modellato in modo tale che le soluzioni di chiusura opache e vetrate, le soluzioni impiantistiche, di termoventilazione e di illuminazione siano finalizzate a un razionale funzionamento della struttura e del contenimento dei costi di gestione e di manutenzione.

(© Alberto Caldani)