Testo di Davide Cattaneo

Chiesa presso il cimitero
Testo di Davide Cattaneo

Luogo: Cortine di Nave, Brescia,
Italia.
Committenza: Comune di Nave,
Brescia.
Progettisti: Greppi & Bianchetti studio (arch.
Paolo Greppi, arch. Pierluigi Bianchetti).
Collaboratori:
arch. Alessandro Muccio, arch. Raffaella Gatti.
Progetto
strutture
: ing. Elena Danesi, ing. Stefano Menapace, ing. Gianbattista
Migliorati.
Impresa di costruzione:  
Opere
edili
: IFAF costruzioni.
Opere in acciaio inox:
sistemi e progetti s.r.l.
Tempi progetto:
2003-2004.
Tempi di realizzazione:
2005-2006.
Superficie costruita mq: 54
Volume
costruito mc
: 324
Costo complessivo: 60.000,00
Euro
Fotografo: Alberto Muciaccia, Emanuela Casagrande

Vedi la SCHEDA ARCHITETTO

Un piccolo edificio per completare la dotazione di servizi all'interno del
cimitero di Nave, un prezioso luogo nel quale celebrare i riti funebri che
precedono la sepoltura ma anche la messa settimanale. La chiesa progettata dallo
Studio di Architettura Greppi&Bianchetti, si inserisce nel rapporto tra il
costruito e il paesaggio montano circostante definendo il recinto cimiteriale
esistente e diventando nuovo fulcro della corte a tre lati. Come le piccole
pievi romaniche lombarde o toscane, la chiesa di Nave è una costruzione di
dimensioni ridotte, dai volumi semplici e correttamente dimensionati. La
necessità della diversificazione dei riti da celebrare ha comportato una
distribuzione dello spazio interno in due navate affiancate, ognuna con una
propria identità, destinate ad una funzione precisa ma utilizzabili
contemporaneamente. La principale, collocata a sinistra e dedicata al rito della
messa settimanale, trova conclusione nell'altare e nell'abside; la
traccia-assenza a terra, luogo di deposizione del feretro per la benedizione e
la torre che fa da sfondo all'estremo saluto, sono invece gli elementi che
concludono la navata secondaria, disposta a destra e riservata ai riti
funebri.
Il concetto di limite e la possibilità di differenziazione dello
stesso, regola tutta la composizione e determina le scelte progettuali al fine
di ottenere, pur in un dimensioni così ridotte, una notevole flessibilità di
utilizzo dello spazio. La definizione della porta principale consente
un'impostazione "classica" del fronte principale, secondo la quale la dimensione
di ogni segmento dell'apertura è trasposizione in facciata delle dimensioni
delle navate interne. La sua forma consente l'apertura totale o parziale di una
delle due sezioni. Nei prospetti laterali le grandi aperture scorrevoli occupano
metà dello spazio disponibile per potersi aprire totalmente e allinearsi alle
ante della porta principale. Questa soluzione offre la possibilità di un doppio
utilizzo dell'edificio in relazione al numero dei fedeli: la configurazione
chiusa, concentrata e raccolta, per la messa settimanale e quella completamente
aperta, per i riti funebri più affollati, dove le porte laterali aperte lasciano
continuità al passaggio tra i due portici.
La torre, unico elemento che
travalica in altezza le dimensioni già esistenti nel complesso cimiteriale,
determina la percezione dell'edificio ecclesiastico a scala territoriale. Chiaro
e simbolico rimando alle forme del campanile, presenta una copertura in acciaio
inox sabbiato e un'apertura in sommità che favorisce il moto ascensionale
dell'aria; all'aspetto simbolico associa quindi una componente funzionale
diventando camino di ventilazione indispensabile per rinfrescare naturalmente,
nei periodi più caldi, un ambiente così piccolo.
Massima attenzione è stata
dedicata al corretto utilizzo della luce naturale, proprio per gli aspetti e
l'importanza che questo elemento progettuale riveste in un edificio di questo
tipo. I progettisti hanno cercato di differenziarne provenienza e intensità: la
luce è zenitale sull'altare a segnare il fulcro prospettico della composizione
ma anche a sottolinearne l'importanza simbolica; è presente al mattino in modo
tenue nell'abside (orientato ad est come da tradizione), mentre penetra
dall'alto e dal basso nella torre diffondendosi in tutto lo spazio interno per
favorire il raccoglimento dei fedeli. Le forti scelte tipologiche tradotte
nell'assoluta purezza delle geometrie vengono valorizzate dalle soluzioni di
semplicità legate ai materiali utilizzati. La struttura è interamente in cemento
armato rivestita sia in interni che in esterni da intonaco rustico e stabilitura
colorata in pasta; la facciata principale viene inoltre impreziosita da un
rivestimento in granito bianco sardo bocciardato fine, impiegato anche per
ricoprire la zoccolatura dell'intero volume.
L'acciaio è il protagonista di
tutte le superfici e delle finiture degli interni: dalla pavimentazione in
acciaio inox sabbiato agli essenziali elementi di arredo che assumono così una
presenza monolitica e monomaterica diventando parte integrante dell'edificio.
Anche i portoni sono costituiti da una struttura in acciaio zincato e verniciato
nero opaco, rivestiti in multistrato di okumé ad incollaggio fenolico dello
spessore di 20mm. Per i due piani orizzontali necessarie alle celebrazioni, il
piano dell'altare e la lastra al di sopra della quale viene deposto il feretro
durante i funerali, viene introdotto il materiale di maggior valore, al fine di
sottolineare le sacralità di tali superfici: lastre di marmo portoghese Estremoz
bianco levigato fine con bisellatura al minimo.
L'elemento della croce è il
filo conduttore della decorazione minimale. Sono sette, quelle  dislocate
in altrettante posizioni: all'ingresso nel pavimento, dietro all'altare, sul
tabernacolo, a lato della facciata, nel serramento della torre, nelle chiavi di
fissaggio contro il vento dei portoni aperti; nei profili in ferro sul
sagrato.