Coltivazione ed estrazione

Nella maggior parte dei casi i materiali carbonatici vengono sfruttati nelle cave a cielo aperto mediante due metodi, quello di coltivazione per splateamento e quello di coltivazione per fette verticali, metodi che vengono poi utilizzati anche per le cave in sotterraneo.

Coltivazione per splateamento
Viene effettuata mediante asportazione progressiva delle platee, ovvero delle fette orizzontali o variamente inclinate in cui il giacimento viene progettualmente suddiviso; se tale asportazione viene effettuata in sequenza temporale si avrà una coltivazione a gradone unico, quando invece vengono asportate contemporaneamente più platee si avranno più gradoni; solitamente le platee vengono generate dalle discontinuità principali presenti nella roccia.
Nella coltivazione per splateamento i metodi applicabili sono sostanzialmente due, cioè quello per grandi bancate e quello per gradino basso.
Nel primo caso vengono isolate dal monte grosse porzioni di roccia che vengono poi ridotte in blocchi commerciali, mentre nel secondo caso il blocco viene estratto direttamente, o al limite con l'abbattimento di bancate non molto grandi che successivamente vengono ridotte a blocchi commerciali.
Le dimensioni e la forma delle bancate possono essere differenti e sono legate sia alle tipologie di roccia sia alle tecnologie che vengono utilizzate; la versione più classica di bancata ha lunghezza tra i 10 ed i 15 m, altezza tra i 6 ed i 9m e spessore compreso tra 1,70 e 3,00 m., ma ci sono versioni spesso più tozze, con le tre dimensioni dello stesso ordine di grandezza, o al limete decisamente più lunghe.
Nella coltivazione per gradino basso quasi sempre si fa coincidere l'altezza del gradino con una delle dimensioni del blocco, e questo la rende particolarmente adatta nelle cave di materiali poco fratturati e piuttosto omogenei.
Il taglio viene solitamente effettuato, per i marmi e le rocce assimilate, mediante filo diamantato e tagliatrice a catena combinati fra loro; nelle bancate classiche la tagliatrice a catena viene usata per il taglio orizzontale mentre per quello verticale parallelo od ortogonale al fronte ci si serve del filo diamantato; con la tagliatrice si crea uno spazio continuo alla base della bancata, evitando così le perforazioni orizzontali in cui inserire il filo diamantato e risparmiando tempo.

Coltivazione per fette verticali
E' un metodo di coltivazione subordinato che viene utilizzato più o meno con le stesse modalità che si sono viste per le cave di granito e che prevede l'impiego di filo diamantato e perforazione, poichè l'irregolarità della coltivazione non rende adeguato l'uso della tagliatrice a catena.
Il giacimento viene progettualmente suddiviso in fette verticali che vengono poi coltivate isolando porzioni di grandi dimensioni che vengono rovesciate e riquadrate su un unico piazzale.

Coltivazione in sotterraneo
E' un tipo di coltivazione che si adatta solo ai materiali carbonatici e si attua tramite l'apporto della geomeccanica e l'applicazione di modelli numerici che rispettino le realtà fisiche di ogni situazione. Le camere ed i vuoti devono essere correttamente progettati in modo non creare spazi troppo irregolari, anche a costo di discostarsi dai corsi del materiale buono, mentre i pilastri, che vanno opportunamente alternati ai vuoti, vanno costantemente verificati in relazione ai carichi gravanti, ad i loro incrementi e agli stati deformativi, indipendentemente dalla profondità dello scavo.
In base alle configurazioni che la cava assume in relazione alle caratteristiche del giacimento si può avere una coltivazione per grandi pilastri, quando vengono lasciati dei sostegni quadrati e rettangolari alternati coi vuoti, a camere e pilastri quando i vuoti sono dimensionalmente superiori ai pilastri, e a fronti lunghi quando si creano pilastri e vuoti allungati e affiancati.

Tratto da "Atlante dei materiali di cava"; supplemento di AREA n.60, Federico Motta Editore