L'idea di fondo di trasformare un luogo di margine, quasi un retro urbano, in una porta di accesso alla città, un vero e proprio attracco dal territorio, è stato l'elemento che ha cambiato la scala del progetto, determinando il passaggio dalla dimensione edilizia dell'edificio singolo, a quella urbana dell'organismo morfologicamente complesso e funzionalmente molteplice.

Nel momento in cui questo organismo architettonico si pone come una cerniera territoriale e di fatto estende il proprio rapporto al territorio più ampio, supera lo stretto legame con il contesto più limitato, con la parte di città più prossima e diviene esso stesso città: costruisce cioè un brano di paesaggio.

Permeabilità. L'insediamento è totalmente percorribile e attraversabile in ogni direzione; ogni singolo spazio e porzione di edificio è irrorato da flussi che, prima di raggiungere il punto della meta finale, attraversano altri spazi creando occasioni di scambio, incontro e sosta.
E' un insieme di spazi morfologicamente diversi, concepito per garantire la continuità dei percorsi e un'accessibilità pressoché illimitata; alla base c'è la ricerca della costruzione di uno spazio aperto e democratico della città. I flussi si muovono in aree di "dominio" pubblico dalle quali si passa gradatamente ai diversi "domini" privati, alle diverse attività che, coesistendo e interagendo, produrranno un inevitabile "effetto città".

Integrazione funzionale. La compresenza di attività e funzioni diverse costituisce la condizione primaria, basilare per garantire vitalità al sistema, presidio e presenza umana in ogni momento del giorno e della notte, sia quando, di sera, gli uffici si svuotano, che quando, la mattina, le residenze vengono abbandonate dai loro abitanti. Ma è la presenza contemporanea anche delle altre attività, il commercio, gli uffici privati, i servizi, che mantengono accesa la vitalità generale del sistema e danno valore agli spazi di connessione, facendoli divenire luoghi dello scambio e dell'incontro.
Sono proprio gli spazi di interconnessione, i "vuoti", che rendono percepibile la differenza tra un edificio tradizionale e un organismo complesso. Nel primo caso i vuoti sono strettamente funzionali all'edificato, lo servono, sono ad esso subordinati (cortili, cavedi, terrazze etc.); nel secondo caso pieni e vuoti hanno lo stesso valore, la stessa intensità di significati, pesano allo stesso modo rispondendo ad esigenze reciproche e specifiche, contribuiscono insieme, integrandosi, al raggiungimento della qualità desiderata.

Integrazione tra diversità e identità. La differenziazione di linguaggio all'interno dello stesso insediamento segnala la specificità delle varie parti, sottolineando la molteplice percezione delle forme, il modo in cui esse si adattano a condizioni di luce diverse, la differente eloquenza dei materiali di rivestimento. E' anche attraverso un appropriato linguaggio architettonico che si sottolinea la coerenza dei sistemi costruttivi e la proprietà delle tecnologie scelte e si offrono soluzioni aderenti alle esigenze della contemporaneità. Ma l'architettura non è solo linguaggio. C'è differenza tra linguaggio e immagine dell'architettura, la stessa che esiste tra la tridimensionalità dello spazio e la restituzione fotografica della sua immagine. Come tutti i sistemi di comunicazione un linguaggio ha valore se aiuta a trasmettere messaggi di significato complesso.

In questo progetto sono evidenti le intenzioni di esprimere un'architettura omogenea ma non uniforme, consentire letture molteplici delle forme e dello spazio tenendo insieme le diversità con un tessuto connettivo di spazi comuni.
La condizione delle architetture nuove nelle aree di margine è quasi sempre legata alla presenza di strade di scorrimento, quindi la sua visione è condizionata dalla mobilità, dal movimento veloce. Ciò crea una particolare condizione paesistica, fa sì che il complesso architettonico venga osservato da varie distanze, da quote diverse, contemporaneamente in condizioni di luce differenti. Non esistono retri, anche le coperture sono superfici in vista. Ma tutte insieme queste caratteristiche, tipiche di una architettura di scala urbana -la multiforme morfologia tettonica, le diversità espressive, la molteplicità degli approdi, il dinamismo dei percorsi che la avvolgono- raggiungono l'obiettivo dichiarato nelle intenzioni solo se, alla fine, concorrono a trasformare un insieme di spazi in un luogo urbano, utilizzato intensamente, accettato dai cittadini, riconosciuto come portatore di identità urbana.

Architettura ed energia. Diminuire il consumo di energia e qualsiasi forma di spreco di risorse non rinnovabili fa ormai parte del bagaglio di responsabilità delle quali ogni progettista deve, in vari modi, rendere conto alla comunità. In questo caso è stata scelta una strategia multiforme che ha toccato numerosi aspetti del progetto e della sua realizzazione. Dai materiali usati, ai sistemi costruttivi di chiusura degli involucri, al tetto verde di copertura, al fotovoltaico e solare integrati sulla copertura dell'auditorium, all'impianto di illuminazione degli uffici e delle aree esterne, realizzato totalmente con tecnologia LED, autoregolante negli uffici, all'impianto geotermico costituito da 10 sonde di circa 100 metri che alimentano un impianto a pompa di calore e riscaldamento radiante che serve i locali di lavoro di Siena Ambiente.

Notevole attenzione è stata dedicata anche al recupero delle acque, compresa la captazione degli stillicidi e dei drenaggi provenienti da monte delle paratie strutturali. L'energia elettrica che viene prodotta dal fotovoltaico inserito in copertura copre abbondantemente il consumo necessario a tenere l'edificio illuminato nelle ore notturne, con percentuali di intensità differenziate ma tuttavia necessarie per garantire un sufficiente livello di vivibilità e sicurezza ai percorsi e agli spazi aperti a tutte le ore del giorno e della notte.

Scheda progetto

Progetto architettonico: Nepi Terrosi - Architetti Associati
Progettista responsabile e Direttore Lavori: arch. Carlo Nepi
Collaboratori: arch. Mario R. Terrosi, arch. Silvia Barbetti, arch. Michelangelo Bocci, arch. Giovanni Nepi, Sabrina Brogi, Katia Aurigi, John Powell.
Committente: società immobiliare privata
Impresa costruttrice affidataria: Picciolini Febo & C. s.r.l. Siena
Progetto: 2006-2006
Realizzazione: 2009-2014

Progetto strutturale: SIT Ingegneria
Progettista responsabile e Direttore lavori: ing. Francesco Vannini
Collaboratori: ing. Edoardo Fontani, ing. Andrea Maggi, ing. Daniele Pratelli, ing. Andrea Beltrami.

Progetto impiantistico e sicurezza: SIT Ingegneria
Progettista responsabile e Direttore lavori: ing. Claudio Lombardi
Collaboratori: ing. Alessio Magazzini, ing. Alberto Nastasi, ing. Stefano Anselmi.

Progetto controllo acustico: ing. Francesco Orsini
Indagini geologiche: GEOSOL S.R.L., Dott. Andrea Capotorti

Fotografie: Carlo Vigni