Copertura continua in vetrocemento

Testo di Laura Buonanno, Pietro Copani e Neri Battaglini

Il vetrocemento, utilizzato come sistema di copertura, unisce in un unico strato l'elemento di tenuta all'acqua e la struttura portante.
Questa soluzione permette la realizzazione di tetti piani, inclinati o voltati; nei tetti piani, non potendo contare sull'azione lavante della pioggia, bisogna prevedere l'accessibilità e praticabilità del tetto per la pulizia.
Le coperture in vetrocemento sono realizzate con elementi traslucidi tra i quali corre un'armatura di acciaio legata con un getto di calcestruzzo. Generalmente sono prodotte in pannelli prefabbricati, la cui grandezza dipende dalle possibilità di manovra e di trasporto. La realizzazione in opera è in genere limitata alle grandi coperture piane, alle volte e alle cupole, in questi casi si realizza un piano di posa in legname perfettamente lisciato.
 
Messa in opera
Nella posa dei pannelli prefabbricati, se le sedi di appoggio sono costituite da travi in calcestruzzo, prima della messa in opera è necessario attendere il completo disarmo e la stagionatura delle travi
Il vincolo tra le strutture e i pannelli di vetrocemento deve essere esclusivamente un vincolo di appoggio. Sono pertanto da escludere i vincoli di incastro o qualsiasi collegamento rigido con le strutture portanti. Tra i pannelli e gli appoggi è necessario interporre, lungo l'intero perimetro, uno strato di separazione servendosi di cartoni catramati o feltri bitumati, al fine di assecondare gli scorrimenti relativi.
L'impermeabilità è data dall'accurata costipazione dei getti, di modo che il calcestruzzo risulti privo di bolle d'aria e compatto, e dall'assenza di fenomeni di ritiro. Un adeguato dosaggio per il conglomerato cementizio è 400 kg di cemento per 1,00 m3 di impasto.
L'armatura è realizzata con tondini di acciaio adeguatamente distanziati dalle lenti in vetro. Le armature principali sono collocate nella parte inferiore della soletta e tessute secondo la minore dimensione. Un'armatura di ripartizione è posta al di sopra e ortogonalmente a quella principale. In prossimità dell'estradosso della soletta è posto un ulteriore reticolo di tondini, posato quando il getto del conglomerato è giunto al livello. Tale reticolo è particolarmente indispensabile se la soletta è esposta a repentine variazioni termiche. Questo tipo di messa in opera prevede, durante la fase d'indurimento, che i pannelli siano tenuti umidi per almeno quattro giorni.
L'accostamento di pannelli su elementi portanti richiede la realizzazione di giunti eseguiti con opportune modanature riempite con mastice d'asfalto, oppure con coprigiunti in lamiera zincata, ancorati su tasselli di legno predisposti, che proteggono i bordi rialzati di pannelli contigui.
 
Tipi di vincolo
Appoggio su trave rompitratta in cemento armato.
Appoggio a sedia.
Appoggio su trave a T rovescia.
Appoggio ad incasso in nicchia.
Appoggio con putrella con giunto rialzato.
Appoggio rialzato.
Appoggio sulle ali di una putrella.
 
Fonte testo:
AA. VV., Manuale di progettazione edilizia, vol.4, Milano 1999.
 
Fonte foto:
P. Gössel, G. Leuthäuser, Architettura del XX secolo, Colonia 1991