Mercati – Il valore delle spedizioni lapidee del paese asiatico ha toccato i 575 milioni di dollari: gli Usa sono il principale importatore, l'Italia è al sesto posto

Lo sviluppo dell'interscambio mondiale di marmi e pietre ha coinvolto tutti i continenti, ed è stato talmente forte da avere consentito il raddoppio dei volumi nel giro di un decennio. Tra i maggiori protagonisti di questo fenomeno, da cui è scaturito un impiego ormai maggioritario di materiali estratti e spesso lavorati in Paesi diversi da quello di posa in opera, si debbono collocare quelli asiatici, con particolare riguardo all'India, che ormai è seconda soltanto alla Cina nella graduatoria dell'esportazione quantitativa.

Un export che vale quasi 600 milioni di dollari
La quota più importante delle spedizioni indiane riguarda i grezzi silicei, ma la crescita percentualmente maggiore è quella relativa ai prodotti finiti, che nell'ultimo esercizio hanno sfiorato il traguardo delle 900 mila tonnellate, per un valore pari a 575 milioni di dollari. In termini di superficie riferita allo spessore convenzionale di 2 cm si tratta di oltre 16 milioni di metri quadrati: una bella cifra, in specie se si tiene conto che è stata raggiunta nel giro di pochi anni. In quantità effettiva i metri quadrati sono di meno, perché nell'export indiano esiste una quota importante di materiale ad alto spessore, ed in particolare di masselli per l'arte funeraria, ma il valore non ne risulta affatto condizionato. Anzi, la quotazione media di oltre 35 dollari per metro equivalente deve essere indicata come fattore di segno chiaramente positivo per le vendite indiane, perché risulta più che doppia rispetto al corrispondente prezzo dell'export cinese. C'è di più: si tratta di un livello che, senza raggiungere quello dei Paesi occidentali, è notevolmente superiore alla media di altri nuovi protagonisti di vertice, come la Turchia, pur dovendosi tenere conto della diversa natura merceologica delle spedizioni.

Forte la domanda dei paesi occidentali
Il Paese destinatario di gran lunga più importante? Naturalmente, gli Stati Uniti, con il 36% dei volumi ed il 45% del valore, e con un prezzo medio superiore di circa un quarto a quello dell'export indiano di lavorati considerato nel suo complesso. In altri termini, anche per la verticalizzazione lapidea indiana la domanda del Nord America si conferma fondamentale. Nelle posizioni successive si trovano ben quindici Paesi che hanno acquistato dall'India almeno 10 mila tonnellate di manufatti in ragione annua, fino ad un massimo di 57 mila per gli Emirati, che occupano il secondo posto della graduatoria quantitativa ed il quarto di quella in valore, preceduti anche da Germania e Regno Unito. Quanto alla Francia, che alcuni anni or sono era stata alla guida della protesta contro il presunto dumping indiano giunta ufficialmente in sede europea, le sue importazioni restano relativamente contenute, con un prezzo che supera del 21,5% quello complessivo, collocandosi non lontano dai 43 dollari per metro quadrato equivalente. Non è da sottovalutare nemmeno l'importazione italiana, al sesto posto per quantità, perché si tratta di acquisti effettuati da un Paese trasformatore leader, che evidentemente trova conveniente approvvigionare un volume non indifferente di finiti.

Un'imprenditoria moderna
In buona sostanza, l'India va acquistando in modo sempre più evidente la fisionomia di un grande Paese produttore che diventa anche trasformatore in una logica di valore aggiunto, tale da non coinvolgere più il solo mercato interno, ma da trasferirsi anche all'esportazione. E' un fatto importante, che testimonia la maturazione dell'imprenditoria locale in senso modernamente avanzato, e sottolinea come il mercato indiano sia diventato molto ricettivo per quanto riguarda le tecnologie: basti dire che nel corso del 2006 la sola Italia vi ha spedito macchine per circa 33 milioni di euro, incrementando di ben due terzi il consuntivo già lusinghiero dell'anno precedente. L'India non è una protagonista recente del mondo lapideo, tanto più che vanta Istituti di ricerca e manifestazioni promozionali di sicuro riferimento, ma le iniziative più recenti di verticalizzazione e valorizzazione della risorsa locale rendono il suo sviluppo più organico e sicuro.