DG Bank  
Sta per essere completata a Berlino, una delle opere più intense e impegnate della straordinaria produzione architettonica di Frank O. Gehry dell'ultimo decennio. Si tratta di un edificio a funzioni miste comprendente una banca, un casinò e un gruppo di appartamenti. In fianco alla storica Porta di Brandeburgo la nuova sede della DG Bank si affaccia sulla severa Pariser Platz, anch'essa quasi completamente riedificata, con una lineare ed elegante facciata scandita da ciclopiche lastre di Pietra di Vicenza, lo stesso materiale usato da Palladio nelle sue architetture venete. La grande scatola edilizia, che occupa un lungo lotto rettangolare intercluso sui due lati lunghi, si conclude sulla Behrensstrasse con una seconda facciata su cui si affacciano dieci piani di appartamenti. La sua superficie, anch'essa in Pietra di Vicenza, un calcare tenero di colore dorato usato anche per la scultura, disegna al contrario della prima un fronte ondulato che evoca il movimento di alcuni edifici gaudiani. Il potente dinamismo del disegno è ulteriormente accentuato dalla presenza di bow-window in acciaio disseminate sulla facciata che creano, contrapponendosi alla inclinazione del muro, un effetto di lucenti superfici sfaccettate incastonate nella pietra. li peso di queste due possenti masse murarie sui fronti esterni, nasconde però all'interno dell'edificio un sorprendente gioco di superfici leggere. Come altre architetture di Gehry anche questa innesca infatti un conflitto tra materiali 'pesanti' e opachi e materiali 'leggeri', lucenti e trasparenti, e mescola culture costruttive tra loro assai lontane, da quella artigianale per la pietra e il legno alla più sofisticata high-tech per acciaio e vetro. Un grande cortile interno, di 61 metri per 20 di base, con un'altezza di sette piani, dal quale prendono luce gli uffici della banca, diviene lo scenario di una straordinaria rappresentazione di spazi compressi e dilatati da membrane reticolari trasparenti e animati dalla presenza di un elemento scultoreo in acciaio. La divisione funzionale di questo atrio-cortile in due parti, una di pertinenza della banca (sei piani fuori terra) e l'altra del casinò (un piano sotto il livello del terreno), viene risolta attraverso una geniale invenzione architettonica. Una grande copertura trasparente, 'Atrium Skylight' di 1850 mq formata da un reticolo a maglia triangolare di acciaio e vetro, copre l'atrio all'altezza della linea di gronda, mentre una seconda vetrata Glass Floors' di 1120 mq, posta all'altezza del pavimento di entrata della banca, divide quest'ultima dallo spazio del casinò consentendone la vista dall'alto. Come due volte celesti, parallele le membrane trasparenti si incurvano e modellano fino ad evocare le forme di uno dei temi scultorei più cari a Gehry: il grande pesce.
Interposta tra i due 'cieli' galleggia una colossale e inquietante forma scultorea, una presenza magnetica dal richiamo zoomorfico. E la 'testa di cavallo', come ormai viene chiamato il volume plastico modellato con lastre di acciaio lucente che contiene al suo interno una piccola sala conferenze e che costituisce l'autentica sorpresa per chi, varcato l'ingresso della banca e attraversati il foyer e la lobby, si affaccia sul grande atrio.
Una terza membrana vetrata si trova nello stretto spazio che divide la banca dagli appartamenti: una sorta di gigantesca lente convessa che fronteggia un muro concavo di cemento per l'altezza di dieci piani e che riceve luce dal tetto attraverso un ampio lucernario a forma di mandorla. L'acciaio dunque è il materiale realmente dominante in questo edificio. Non solo nei sottili involucri vetrati che dividono al suo interno spazi e funzioni ma anche nelle facciate di pietra dietro le quali si cela una possente struttura metallica di ancoraggio 'fuori serie' che consente alle ciclopiche lastre (di dimensioni fino a cm 450x200x18) di essere montate e appese come avviene per le normali pareti ventilate. Tutto naturalmente sfruttando al limite materiali e tecnologie.
Numerosissimi esempi interessanti sull'uso dell'acciaio sono presenti nell'edificio, ma i più eclatanti sul piano formale e strutturale sono rappresentati dalla grande copertura 'Atrium Skylight' e dalla sala per conferenze 'Testa di cavallo'.
L'Atrium Skylight è costituito da un guscio modellato che, partendo da una leggera curvatura iniziale, si rastrema rigonfiandosi e mutando continuamente di sezione, fino a concludersi con un piano di forma ellittica posto in diagonale verso l'interno.
La struttura in acciaio inox è formata da cinque archi primari con sezione a T stabilizzati da una raggiera di tiranti. Su questa ossatura si tende la 'pelle' formata da un reticolo a maglia triangolare di telai che regge i vetri.
'Ossa' e "pelle' collaborano formando un corpo strutturalmente autonomo che si appoggia su sei punti costituiti da mensole poste lungo la cornice dell'atrio-cortile. Alcuni numeri danno l'idea della complessità di questa struttura: la maglia dei telai triangolari è formata da 826 nodi diversi sui quali si impostano 2490 barre di acciaio che, data la mutevole curvatura della membrana danno luogo a 14.940 angoli diversi sui quali si impostano 1500 vetri triangolari speciali di misura diversa uno dall'altro. Tuttavia la sfida più diffici­le non è rappresentata dalla progettazio­ne o realizzazione dei pezzi, avvenuta con sistemi computerizzati, ma dalla logistica del montaggio fatto per parti premontate in officina e assemblate in cantiere. Questo corpo sospeso sulle sei mensole viene poi raccordato con il perimetro di gronda del cortile attraverso altre vetrate di collegamento.
Un carattere parzialmente artigianale ha assunto invece la realizzazione, tuttora in corso, della 'Testa di cavallo': un'opera di complessa carpenteria metallica che nasce da una sofisticata progettazione computerizzata. L'ossatura dell'involucro è formata da una sequenza di strutture in ferro prese a distanza regolare e sagomate secondo le sezioni del volume. Queste strutture sono collegate da traversi, o strutture secondarie che formano una fitta maglia di elementi di connessione e stabilizzazione. Al di sopra delle `ossa' la 'carne' è formata da spessi pannelli coibentanti e da guaine che modellano la superficie del volume e la preparano a ricevere la 'pelle'. Quest'ultima consiste in un rivestimento di lastre di acciaio di circa cm 150x250 modellate da stampi su forme preparate, anch'esse diverse una dall'altra. Le lastre, di forma tridimensionale, si inseriscono con tolleranze minime nel disegno generale come i tasselli di un mosaico. L'interno, foderato in strisce di legno stampato con piccoli fori, è reso ancora più suggestivo dalle membrane vetrate che chiudono le forature, le quali imprimono un potente segno espressionista allo spazio.
Una vista superba dell'interno dell'atrio, e contemporaneamente di Pariser Platz con la Porta di Brandeburgo e, più lontano, il Reichstag si gode dal ristorante posto sul tetto, plasticamente evidenziato da una copertura in acciaio inox disposta a semianello.

Tratto da 'Materia' n°33, pag 104-105

sezione nord-sud pianta piano terra pianta copertura immagini del cantiere immagini del cantiere