©Dario Tettamanzi
©Dario Tettamanzi

Una classica architettura residenziale degli anni Quaranta diventa una struttura contemporanea per uffici. Il progetto di L22 (che ha vinto il premio BSA 2017) attua una valorizzazione votata al futuro, eppure pienamente rispettosa del passato e del contesto storico in cui è inserito l’edificio. Quello di L22 per l’edificio sito in via Fatebenefratelli a Milano è un progetto binario. Sono infatti due i punti salienti della progettazione. Da un lato, la ricostruzione filologica delle caratteristiche esistenti dell’oggetto architettonico originario. Dall’altro, la volontà di introdurre elementi innovativi indispensabili all’aggiornamento tecnico-funzionale e al rinnovato ruolo nel contesto urbano.
La chiave di lettura è quella di dichiarare con determinazione gli elementi di innovazione dell’edificio e quali invece hanno il compito di preservare l’attuale equilibrio tra forme, materiali e articolazioni geometriche. Il progetto ha quindi l’obiettivo di conservare l’impronta volumetrica e gli elementi compositivi e decorativi essenziali tramite cui l’edificio si relaziona con il contesto a cui aggiungere con espressività elementi di riscrittura linguistica, soprattutto per il piano rialzato e il piano copertura dove un diamante - un nuovo volume in vetro - movimenta la continuità spaziale e architetturale. L’edificio dalle caratteristiche tipologiche di tipo residenziale è stato costruito negli anni Quaranta e ha visto una recente trasformazione d’uso da residenziale a terziario uffici.

©Dario Tettamanzi
©Dario Tettamanzi

L’immobile si sviluppa in altezza per 6 piani fuori terra con il caratteristico piano rialzato su strada e un volume in copertura con loggiato in cortina. La sua posizione si pone all’interno del perimetro del quartiere Brera, di particolare valore storico e paesaggistico, che accoglie al suo interno diversi edifici di qualità architettonica e ricchezza materica e spazi urbani caratteristici. Le richieste della Commissione per il Paesaggio hanno riguardato un mantenimento dei caratteri originari volumetrici dell’edificio, un arretramento dei nuovi volumi vetrati e la conservazione di alcuni elementi del disegno originari come i serramenti a oblò al piano rialzato. L’edificio si colloca sulla via Fatebenefratelli in posizione d’angolo tra la chiesa di San Marco e la piazza Cavour. La facciata principale dà su via Fatebenefratelli mentre la facciata secondaria a sud prospetta su via dell’Annunciata. Il tratto della via Fatebenefratelli in cui insiste l’immobile oggetto di riqualificazione rappresenta l’ultima cortina edilizia del perimetro dell’area di Brera, ambito urbano che si caratterizza per una presenza di funzioni miste tra ricettivo, terziario, commerciale e residenziale.
A oggi l’edificio presenta un unico ingresso su via Fatebenefratelli piuttosto anonimo e quindi di difficile riconoscibilità. Nel progetto, l’ingresso principale si allarga con l’introduzione di nuove vetrine utili a percepire la profondità. Per la facciata di via Fatebenefratelli, l’obiettivo primario è stato quello di accogliere una significativa riscrittura linguistica ma nello stesso tempo enfatizzare i segni qualificanti del progetto originale.
I tre elementi su cui il progetto del fronte di via Fatebenefratelli si fonda sono la personalizzazione e il rinnovamento di ingresso e basamento, la nuova presenza scenica delle finestre e dei balconi e la reinterpretazione dei materiali, del decoro e dei colori.

©Dario Tettamanzi
©Dario Tettamanzi

L’ingresso si contraddistingue per l’allargamento del portone esistente enfatizzato dall’inserimento di una pensilina aggettante in vetro. L’importanza dell’introduzione di trasparenza e luminosità consente di leggere con immediatezza la profondità dell’edificio e la percezione di un accogliente atrio. La nuova interpretazione del ruolo dell’edificio nel tessuto urbano ha portato alla definizione di un nuovo importante ingresso sulla via dell’Annunciata, dove si ampliano le finestre al piano rialzato per ottenere due importanti vetrate. Il progetto amplifica la presenza dell’ingresso su entrambe le vie generando una situazione di ingresso passante. La relazione tra le due facce dello stesso immobile fa parte di una nuova vita e quindi di nuove relazioni con il contesto.
Al fine di trasformare l’edificio nelle sue dimensioni e amplificare la sua presenza scenica sulla cortina edilizia si è demolita su entrambe le vie la prima linea di balconi che altrimenti rimanderebbe a una scala domestica e residenziale di cui ormai l’ambito urbano ha diffusamente rinunciato. La demolizione di tutti i tramezzi ai piani, l’alleggerimento della copertura con elementi in acciaio, legno e vetro determinano un generale alleggerimento della struttura.

©Dario Tettamanzi

L’idea della proprietà oltre alla necessità di adeguare l’edificio alle normative in vigore (barriere architettoniche e prevenzione incendi) e a una importante riqualificazione energetica era quella di aggiungere valore in un immobile che per la sua collocazione urbana e potenzialità volumetriche non era ancora espresso. A L22 è stato richiesto di individuare nell’immobile, senza stravolgerlo, le opportunità di valorizzazione. Alcuni elementi originali rappresentano le opportunità da cui ridisegnare la presenza e l’immagine dell’edificio. In tal senso sono stati individuati alcuni elementi di potenziale rinnovamento molto interessanti, fra tutti l’atrio al piano rialzato e il piano copertura. Il valore che si andava cercando era già presente nell’immobile: si trattava solo di estrarlo per poi ricollocarlo nelle posizioni ritenute migliori e coerenti con la valorizzazione commerciale dell’immobile, come una pietra preziosa, lavorata e incastonata, che assume carattere e nuovo valore. Dal punto di vista della valorizzazione dell’immobile l’intervento più significativo è senz’altro quello teso al restyling della copertura e al suo rinnovato utilizzo.
L’impatto del nuovo volume in copertura sulle visuali simboliche non altera i rapporti e si inserisce nella logica di ampliamenti e sopralzi che hanno caratterizzato tutte le recenti ristrutturazioni sulla via. Il progetto si è orientato nella introduzione di nuove superfici e nuovi spazi che arricchiscono l’offerta commerciale ma anche e soprattutto una maggiore godibilità delle relazioni visuali tra l’edificio e il contesto. L’operazione volumetrica arricchisce l’edificio di un piano attico e di un terrazzo fino a ora inaccessibili, scoprendo una veduta panoramica sulla città storica (Duomo, Castello, San Marco) e nuova (City Life e Porta Nuova). Si sono conservati sulla via dell’Annunciata quei caratteri tipologici tipici del razionalismo italiano (finitura a intonaco fugato, serramenti ad oblò nel basamento, volumi curvi e piani differenti di facciata) sui quali innestare l’elemento di novità trasparente che si sviluppa verso il cielo andando a occupare gli spazi lasciati liberi da terrazze e copertura.

©Dario Tettamanzi
©Dario Tettamanzi

La riqualificazione energetica dell’edificio è stato il primo obiettivo della proprietà che intende riposizionare l’immobile sul mercato con nuove performance energetiche adeguate alle recenti normative oltre che con una nuova immagine architettonica. Si è scelto, quindi di adottare il protocollo LEED Building Design and Construction - Core & Shell, ed. 2009 con l’obiettivo di raggiungere il livello di Certificazione Gold. Attualmente è stata ottenuta la pre-certificazione LEED Gold e si mira a ottenere la certificazione LEED Platinum.
La riqualificazione consiste nella realizzazione di opere puntuali e in relazione tra loro, volte al contenimento dei consumi, alla riduzione delle emissioni di fattori inquinanti, utilizzando in maniera ottimale le risorse di energia. Gli interventi di riqualificazione sono la coibentazione della copertura, la sostituzione dei serramenti, le facciate continue con montanti e traversi strutturali, vetrocamera e nuovi impianti tecnologici per la produzione di calore e di raffrescamento collocati in copertura.
Le scelte impiantistiche e architettoniche sono state fatte previa verifica prestazionale mediante la costruzione di un modello energetico che simula il comportamento dell’edificio in base alle variazioni di condizioni climatiche esterne e di profili di funzionamento. Il modello, da costruire per la verifica del credito LEED EAc1, ha l’obiettivo di illustrare il miglioramento prestazionale a seguito dell’intervento di riqualificazione in progetto. Partendo dai documenti progettuali impiantistici e architettonici si è provveduto alla costruzione di un modello dinamico semplificato mediante l’uso del software di calcolo IES-VE. Dalla modellazione fatta sul progetto, si prospetta di ottenere un risparmio di circa il 40% in termini di energia rispetto al baseline, edificio costruito secondo lo standard ASHRAE.

©Dario Tettamanzi
©Dario Tettamanzi

Nelle aree uffici sono stati utilizzati corpi illuminanti a sospensione per lampade LED a luce diretta/indiretta con luminanza controllata (UGR<19) idonei a postazioni di lavoro con computer. Gli apparecchi sono dotati di alimentatore di tipo elettronico dimmerabile con protocollo digitale DALI che provvede all’accensione/spegnimento dei corpi illuminanti in base a programma orario e alla regolazione dell’intensità luminosa, così come rilevata da idonei sensori di luminosità, in base al contributo di luce naturale presente. Nelle zone di circolazione sono stati adottati apparecchi a incasso LED con reattore elettronico non dimmerabile. Nelle aree comuni di tipo condominiale è stato previsto l’utilizzo di apparecchi dedicati all’illuminazione di sicurezza di tipo LED con ottica ottimizzata per le vie di esodo, alimentati da un’unità UPS di tipo centralizzato. In conformità agli standard tecnici LEED verranno installati multimetri per il controllo dei consumi e delle caratteristiche dell’alimentazione elettrica di tutti i quadri di distribuzione secondaria dei multimetri con interfaccia Modbus o similare.

©Dario Tettamanzi
©Dario Tettamanzi

L’impianto di climatizzazione a servizio dell’edificio è di tipo a espansione diretta con unità esterne a recupero di calore, a volume di refrigerante variabile dotate di inverter. Il sistema è in grado di erogare caldo e freddo indipendentemente per ogni terminale, in funzione delle richieste di temperatura ambiente desiderata e del variare dei carichi interni. Le unità esterne sono state ubicate sulla copertura e e delimitate con pannelli acustici allo scopo di limitare la trasmissione di rumori. Le unità interne sono prevalentemente del tipo orizzontale da incasso media prevalenza con batteria a espansione diretta, sono state posizionate in modo modulare rispetto ai serramenti dell’edificio, per permettere la massima flessibilità di partizionamento e personalizzazione degli spazi interni. La regolazione delle temperatura interna è demandata alle sonde poste in ambiente, mentre il controllo dei setpoint, degli orari di funzionamento ecc. viene gestito direttamente dal pannello di controllo centralizzato gestito dalla proprietà e installato in guardiania. All’interno dei locali sono stati installati termostati per il rilevamento della temperatura ambiente e permettono, per esempio, la ritaratura locale del setpoint (+/-3 °C), l’accensione e spegnimento della climatizzazione, la variazione delle velocità del ventilatore. I singoli conduttori e la proprietà potranno accedere al sistema di controllo centralizzato via web.

©Dario Tettamanzi
©Dario Tettamanzi

L’intero progetto è stato sviluppato con procedure BIM (Building Information Modelling/Management) ovvero attraverso il processo di sviluppo, crescita e analisi di modelli multi-dimensionali digitali, beneficiando del coordinamento tridimensionale, analizzando le interferenze (Clash Detection), la cui risoluzione ha portato a limitare ulteriormente la necessità di future varianti in corso d’opera durante le successive fasi realizzative, con notevoli vantaggi sul controllo del budget. L’elevata complessità del progetto, che ha previsto la demolizione e la ricostruzione di parti dell’edificio esistente nonché l’alterazione di volumi e l’adeguamento strutturale/ impiantistico, ha tratto grande beneficio da un design workflow basato sul coordinamento in tempo reale tra le varie discipline coinvolte nella progettazione, attraverso l’adeguamento alle normative vigenti (barriere architettoniche, adeguamento sismico, prevenzione incendi, riqualificazione energetica), valorizzando l’immobile dalla peculiare collocazione urbana e potenzialità volumetrica.
In questo caso il BIM è stata una componente fondamentale nel vincere la sfida principale che poneva l’intervento: l’edificio sottoposto a restyling è curvilineo con geometrie non continue, si piega seguendo l’andamento della strada. Il monitoraggio continuo e l’aggiornamento periodico richiesti dalla committenza sono stati garantiti dalla gestione del processo con metodologia BIM, che è stato messo in atto anche grazie alla consulenza tecnica di BIMteam UK.

Scheda progetto
Owner: Deka Immobilien Investment GmbH
Luogo: via Fatebenefratelli 14 Milano
Area: 3.000 mq
Tipologia: uffici
Cronologia progetto: 2013 - 2017
Servizi: progetto preliminare, definitivo ed esecutivo; pratiche amministrative; coordinamento sicurezza, strutturale, impiantistico; certificazione LEED Platinum