Tecnologia eolica – I nuovi incentivi per le rinnovabili contengono delle novità anche per il microeolico. Una fonte rinnovabile che deve essere installata con attenzione, ma che in alcune zone offre delle buone possibilità

Per chi voglia adottare dei sistemi a energia rinnovabile di piccola taglia, superando l'installazione ormai comune dei sistemi fotovoltaici incentivati da oltre due anni dal Nuovo Conto Energia che consente, attraverso una delle più alte incentivazioni al mondo, una buona redditività, il recente D. Lgs. Il 244/2007 ha introdotto, nel panorama delle incentivazioni circa le rinnovabili, sia una tariffa incentivante omnicomprensiva, sia lo scambio sul posto (misure che in questo caso non sono cumulabili), anche per le altre fonti rinnovabili, tra le quali c'è anche l'eolico compreso tra 1 kWe e i 200 kWe di potenza.
La tariffa omnicomprensiva è di 0,3 euro per kWh prodotto, ha una durata di quindici anni e, per quanto riguarda l'eolico, il Decreto Legislativo in oggetto contempla due macrocategorie relative a questa fonte, ossia il microeolico, caratterizzato da una potenza compresa tra 1 kWe e i 20 kWe, e il minieolico, che possiede potenze comprese tra i 20 kW e i 200 kW. Dal punto di vista tecnico, il criterio degli impianti alimentati dal vento tra eolici, minieolici o microeolici si basa, in linea di massima, su criteri di natura strettamente tecnica. Le norme IEC 61400-2 (Design requirements for small wind turbines) dettano i criteri necessari per le verifiche strutturali delle macchine eoliche con area spazzata minore di 200 metri quadratu (mini e micro), valore che le norme associano a una potenza di circa 80 kWe, ma che è soggetta a continue revisioni nei fatti, grazie ai progressi tecnologici.
Al di sopra di questa quota, infatti, le specifiche tecniche degli aerogeneratori e le norme previste per assicurare la stabilità strutturale di tutto l'impianto cambiano significativamente.

Tipologie di macchine
La maggior parte dei sistemi microeolici presenti sul mercato sono composti da turbine ad asse orizzontale, caratterizzate da un rotore sopravento rispetto alla torre e dalla presenza di una deriva che consente il rapido posizionamento della turbina, in funzione della direzione del vento, al fine di ottimizzare il rendimento del sistema.
Esistono diverse tipologie di turbine ad asse orizzontale che sono caratterizzate dal numero delle pale - monopala, bipala, tripala, multipala - e bisogna considerare che, con l'aumento del numero delle pale, diminuisce la velocità di rotazione, aumenta il rendimento e, di conseguenza, il prezzo dell'aerogeneratore. Oltre ai sistemi ad asse orizzontale, sul mercato si stanno affacciando anche turbine eoliche ad asse verticale che sono a loro volta divise in due macrocategorie tecnologiche: le macchine Darrieus e quelle Savonius.
Le macchine Darrieus sono costituite da più pale di tipo aerodinamico che possono essere a "catenaria" o a "H" e sono caratterizzate da un rendimento elevato, ma da una bassa coppia allo spunto, cosa che non ne consente l'autoavviamento. In queste macchine, il generatore è posto alla base, fatto che, se da un lato riduce l'impatto visivo della turbina eolica, da un altro punto di vista aumenta la difficoltà di manutenzione.
Le macchine Savonius possiedono una forte coppia di spunto, che consente sia l'avviamento, sia il funzionamento, anche con venti di scarsa velocità, ma la stessa macchina risulta penalizzata da velocità del vento elevate, con le quali il rendimento cade verticalmente. Si tratta, comunque di macchine facili da installare, robuste e di dimensioni contenute. Tecnologia a parte, dal punto di vista elettrico, tutte le micro turbine eoliche possiedono un generatore a magneti permanenti, collegato al rotore che può essere sincrono o asincrono. Di solito, la configurazione più usata è quella nella quale il generatore è sincrono a magneti permanenti e l'elettricità in uscita, monofase o trifase, viene prima trasformata in corrente continua con un raddrizzatore e ritrasformata in alternata, attraverso un inverter, se il sistema è allacciato alla rete.
Le applicazioni del microeolico possono essere Off-grid, ossia per l'alimentazione di utenze isolate, oppure Gridconnected, ovvero connesse alla rete elettrica. Nel primo caso, è necessario che il generatore microeolico sia collegato a una serie di batterie, mentre l'inverter è un componente ausiliario che si rende necessario solo se si devono alimentare utenze domestiche a 220 volt. Nel secondo caso, l'inverter è indispensabile, in quanto è necessario che l'elettricità prodotta sia conforme agli standard di rete, condizione che consente la connessione alla rete di distribuzione e l'immissione dell'elettricità prodotta. La presenza di un inverter consente la realizzazione di sistemi ibridi nei quali diverse fonti rinnovabili di piccola taglia concorrono alla generazione elettrica, a seconda delle proprie caratteristiche. Il microeolico, per esempio, può integrare il fotovoltaico nelle ore notturne e nelle giornate di cielo coperto, ma nel Parco dei 100 Laghi, nell'Appennino parmense, si è fatto di più: è stato realizzato un sistema ibrido a tre fonti (microeolico, fotovoltaico e microidroelettrico).

Presenza di vento
Per quanto riguarda la disponibilità di vento, condizione che assolutamente è necessario valutare con molta cura e attenzione prima dell'installazione, pena la perdita dell'investimento, la prima cosa da fare è consultare l'Atlante eolico interattivo d'Italia, realizzato da Cesi Ricerca (http://atlanteeolico.cesiricerca.it), che consente di determinare la ventosità di massima del proprio Comune, anche se in maniera molto relativa, visto che utilizza dei cluster minimi di 5 km, incrociando il dato ottenuto con elementi soggettivi come le esperienze dei residenti e la valutazione di elementi naturali, il tipo e il portamento delle specie arboree, per esempio, anche attraverso la Scala di Beaufort, che valuta la ventosità attraverso gli effetti che questa ha sul mare e sul terreno. Da non sottovalutare, inoltre, l'estrapolazione di dati anemometrici disponibili da altre fonti come la Marina e l'Aeronautica militare.
In una seconda fase, una volta identificata una buona disponibilità teorica di vento, è fortemente consigliabile condurre una campagna anemometrica per un periodo compreso tra i sei mesi e un anno, possibilmente all'altezza in cui si vuole porre la turbina eolica, fatto quest'ultimo importante, perché l'intensità del vento può variare molto in base sia alla quota rispetto al suolo, sia per la presenza di ostacoli come piante e fabbricati i quali possono creare turbolenze, diminuendo il rendimento della turbina eolica. Per la misurazione si possono utilizzare anemometri di tipo tradizionale, oppure a ultrasuoni, o laser. Bisogna considerare che i dati minimi di ventosità, per un impianto microeolico, sono di una velocità media di 5 m/s, per almeno 1500 ore l'anno. Quanto rende il microeolico Circa la redditività degli impianti microeolici, si possono analizzare i flussi di cassa relativi alla predisposizione dei progetti, ipotizzando le seguenti caratteristiche: costo di realizzazione dell'impianto pari a 3750 euro per kWe, producibilità prevista del sito di 1500 ore equivalenti all'anno, periodo di esercizio pari a 15 anni, tariffa di remunerazione incentivante pari a 0,3 euro per kWh e un tasso pari al 5%.
Il microeolico possiede, anche grazie al nuovo quadro incentivante, delle buone potenzialità se installato in maniera corretta e scrupolosa, tenendo conto delle specificità dei siti. Troppo spesso, infatti, viene sottovalutata la ventosità del luogo che, se non è costante e di "buona qualità", può portare a risultati deludenti. Anche per il microeolico, infatti, si devono seguire le indicazioni nella scelta dei siti seguite, e collaudate, da anni dall'eolico di grande taglia.

Gli aspetti normativi

Imposizione fiscale
La legge 133/1999 ha decretato l'assenza di imposizione fiscale per i microimpianti al di sotto dei 20 kW, che quindi non sono considerati officine elettriche, non essendoci imposizione fiscale, quindi non è necessaria la denuncia all'U.T.F. (Ufficio Tecnico di Finanza).

Procedura amministrativa
D.Lgs. 387/2003 e successive modifiche da legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008)
- Art. 12 comma 5 [...] quando la capacità di generazione sia inferiore alle soglie individuate dalla tabella A (60 kW per l'eolico. n.d.r) allegata al presente decreto, con riferimento alla specifica fonte, si applica la disciplina della denuncia di inizio attività di cui agli articoli 22 e 23 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e successive modificazioni. (Questa misura è in attesa dei decreti attuativi, e pertanto è necessario rifarsi alle normative regionali. n.d.r)

Incentivazione
Con la pubblicazione sulla GU del 2 gennaio 2009 del D.M. 18 dicembre 2008 sono state introdotte novità per l'incentivazione dell'eolico di piccola taglia:
- possibilità di beneficiare del meccanismo dello scambio sul posto per impianti, fino a 200 kW (DM 18/12/2008);
- riconoscimento di una tariffa omnicomprensiva alternativa, pari a 300 €/MWh, per impianti di taglia inferiori a 1 MW (200 kW per l'eolico) entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2007 (D.M. 18 dicembre 2008).

Sul fronte della normativa sia nazionale, sia regionale, per ora si registra un momento di stallo, in attesa dei decreti attuativi di cui sopra. Alcune Regioni, però, stanno legiferando in piena "autonomia", come la Sicilia che, con un atto "creativo", richiede il non superamento del limite di 15 metri della torre di sostegno, cosa che pone non pochi problemi alle turbine da 20 kW, che con un rotore del diametro di 10 metri, necessitano di torri comprese tra i 18 e i 24 metri. Molto importante il divieto di cumulo degli incentivi a qualsiasi livello che è inserito nel D.M. 18 dicembre 2008. «Un provvedimento molto utile che gli Enti locali potrebbero adottare e che non andrebbe a collidere con il divieto di cumulo degli incentivi è quello di finanziare delle campagne anemometriche - afferma Simone Togni, Segretario Generale di Anev - Si tratta di un'azione che potrebbe favorire la penetrazione del piccolo eolico nel quale il costo dei rilievi può essere significante rispetto all'investimento».

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