Estación de Santa Justa  

Progettista: Antonio Cruz, Antonio Ortiz
Committente: Dirección General de Infraestructura de Transporte Ferroviario, Ministerio de Obras Públicas y Transporte (MOPT)
Destinazione d'uso: stazione ferroviaria

L'elegante sagoma della stazione di Santa Justa si staglia nel paesaggio di una lieve collina situata nella parte est di Siviglia, in una zona urbana posta tra il vecchio centro storico e le città-giardino costruite nel secondo dopoguerra. L'edificio occupa un terreno attraversato longitudinalmente dalla linea ferroviaria che da Madrid arriva fino a Cardiz. Quest'area, pur trovandosi vicino al centro della città, è rimasta a lungo non urbanizzata. La scelta di situarvi il nuovo fabbricato - che sostituisce le due stazioni ottocentesche più centrali di Plaza de Armas e di San Bernardo - deriva dalla necessità di attenuare la frattura creata dalla ferrovia tra la parte ovest della città, lambita dal rio Guadalquivir
e occupata dai quartieri densi del Centro, di San Vicente, El Arenal, Santa Cruz e San Bartolome, e la parte est, urbanizzata prevalentemente dagli anni Cinquanta con imponenti edifici commerciali, case in linea e a schiera. La stazione occupa il centro di un nuovo isolato ed è pensata come un elemento catalizzatore per la riconversione di tutta la zona adiacente in un'area d'intensa vita urbana. È messa in valore come edificio pubblico dal volume compatto che richiama per la simmetria, la regolarità e la chiarezza delle proprie forme le stazioni-monumento delle città capitali della fine dell'Ottocento, in cui si distinguono chiaramente le diverse parti funzionali: il fabbricato viaggiatori, la galleria dei passeggeri e l'imponente copertura della galleria dei treni. L'isolato è delimitato da due nuovi importanti assi di attraversamento est-ovest, che collegano i quartieri più recenti all'anello dei boulevards posto intorno al centro storico. Una cortina di bassi edifici, non ancora realizzati, cinge l'isolato e disegna i limiti della piazza antistante il fabbricato viaggiatori mettendone in risalto i volumi della parte amministrativa e dell'atrio degli arrivi e delle partenze, ulteriormente sottolineati dalla lunga pensilina curvilinea in aggetto che segnala l'entrata principale. Chiusa da un porticato dalla parte della calle José Laguillo - il ponte-cavalcavia - la piazza è leggermente sopraelevata ed è attraversata prevalentemente da autobus urbani e da taxi. Lungo i due fronti laterali della stazione, ritmati da setti che sostengono una leggera copertura e ai quali si oppone la forte orizzontalità delle volte metalliche che sovrastano i binari, sono situati i parcheggi per le autovetture. Il fronte opposto a quello principale è disegnato dall'imponente muro di chiusura della galleria dei treni, che fronteggia il secondo cavalcavia formando una quarta facciata, anch'essa dal disegno lineare e dalle forme estremamente pure.
Dal punto di vista tipologico l'edificio rappresenta una stazione-ponte organizzata secondo il modello classico della grande stazione di testa della fine del XIX secolo. Collocata all'estremità sud della prima linea ad alta velocità costruita in Spagna nel corso degli anni Ottanta, l'edificio serve infatti sia da terminale per gli AVE provenienti da Madrid sia da stazione di transito per i treni regionali che proseguono per Cardiz. Come nelle più importanti stazioni di testa del secolo passato, il percorso di chi è in partenza si articola, dalla piazza esterna all'interno dell'edificio, attraverso una serie di spazi chiaramente definiti. La curva della pensilina in aggetto che segue la forte inclinazione del soffitto del portico d'ingresso introduce in due gallerie delimitate da bar e negozi e sovrastate dagli uffici amministrativi. Da questi passaggi che attraversano la zona commerciale si ha accesso al grande atrio degli arrivi e delle partenze in cui sono collocate le biglietterie, i servizi per i viaggiatori e le zone d'attesa. Tale atrio consiste in un unico sorprendente volume dalla forma di un parallelepipedo, inondato di luce e disegnato con estrema purezza ed eleganza. Nello stesso tempo esso rimanda all'idea di un'ampia galleria dei passeggeri che collega trasversalmente le due ali opposte del fabbricato viaggiatori, in cui sono collocati alcuni servizi pubblici come il deposito bagagli e, ai piani superiori, altri uffici amministrativi. Dall'atrio si passa in seguito a un secondo spazio che richiama la classica galleria dei passeggeri, ma che, sprovvisto di servizi, ha come sola funzione di collegare trasversalmente le due ali laterali del fabbricato, delimitate da un ampio porticato dal disegno regolare, e di condurre i viaggiatori, attraverso lunghe scale mobili, direttamente ai treni. Quest'ambito dal soffitto inclinato è occupato da un grande vuoto centrale e da due ballatoi trasversali che fungono al contempo da luoghi di passaggio e di sosta. Da qui si può contemplare o accedere alla galleria dei treni il cui volume è disegnato da una successione di sei navate coperte da volte metalliche di sezione ogivale che si innestano con estrema eleganza nel controsoffitto inclinato, posto sopra i due ballatoi di deambulazione.
L'uso dei materiali e il disegno degli spazi dalle linee pure ed estremamente classiche richiamano l'architettura razionalista del primo dopoguerra. La maggior parte delle superfici del fabbricato viaggiatori è rivestita di mattoni. I pilastri del portico d'accesso, i setti di sostegno dei due ballatoi e del soffitto inclinato, le colonne della galleria dei treni e alcuni dettagli delle facciate, come la lunga pensilina del fronte principale, sono in cemento armato. Il ferro e il vetro, presenti nelle vaste aperture del fabbricato viaggiatori e nella copertura dello spazio riservato ai treni contrastano con la massa compatta data dal mattone e dal calcestruzzo. Le diverse forme delle finestre e le ampie vetrate che ritmano la sequenza degli spazi principali e creano tra loro una forte trasparenza fanno penetrare la luce in abbondanza e rafforzano i particolari del disegno architettonico.
Quest'edificio dal carattere unitario e in cui le diverse parti sono fortemente differenziate tra loro secondo il modello delle stazioni di testa della fine dell'Ottocento, definisce un nuovo centro di vita pubblica e crea una prima e importante riorganizzazione dell'intera area circostante estremamente disgregata. Rapportata alla città, la stazione funge da edificio rappresentativo, nuovo importante segno urbano posto all'intersezione di più quartieri. Rapportata al territorio nazionale, essa è l'espressione della nuova e moderna politica dei trasporti del paese. Inaugurata poco prima dell'Esposizione Universale organizzata a Siviglia nel 1992 e ricompensata nel 1993 come migliore opera nazionale, la stazione di Cruz e Ortiz ha vivamente partecipato alla rinascita dell'antico splendore della città.

Estratto da: STAZIONI - architetture 1990-2010

															Sezione longitudinale e Prospetto del fianco laterale
Prospetto frontale			Veduta del plastico			Pianta			Planimetria generale della stazione			Sezioni trasversali