Estrazione di sali solubili

Autore testo: Giuliano Cosi

I sali solubili penetrati entro un materiale lapideo possono essere estratti tramite l'uso di argille speciali tipo la sepiolite e l'attapulgite.
Un metodo, forse di più facile impiego e adatto anche al trattamento di pietre ad elevata porosità, consiste nell'applicazione di una o più impacchi di polpa di carta (priva di sali solubili) e acqua deionizzata. Dopo aver mantenuto umido ciascun impacco per un tempo da determinarsi caso per caso (in genere per alcune ore), coprendolo con un film sottile di plastica, lo si lascia asciugare completamente. Nella prima fase del trattamento l'acqua penetra nella pietra disciogliendo i sali presenti; nella successiva fase di essiccazione essa viene richiamata verso la superficie esterna dell'impacco, trasportandovi i sali che ha disciolto.
Nel caso di superfici coperte da efflorescenze visibili e poco aderenti, è opportuno procedere preliminarmente alla loro asportazione meccanica, per es. mediante uno spazzolino morbido, in modo da evitare una loro solubilizzazione e possibile penetrazione nella pietra, che renderebbe meno efficace il processo di pulitura.
Contrariamente al caso delle croste nere, non è possibile valutare ad occhio l'andamento dell'estrazione e decidere fino a quando prose­guirla.
Un metodo molto semplice ed efficace di controllo, che può essere impiegato anche in cantiere, consiste nel misurare la conducibilità specifica delle soluzioni acquose ottenute da una serie di impacchi applicati in successione sulla stessa zona. Come è noto, questo parametro è infatti correlato al contenuto di sali disciolto nella soluzione.
 
In pratica si può operare come segue:
una porzione dell'impacco, di superficie quadrata o comunque facilmente misurabile, viene fatta asciugare a 105 °C (per raggiungere un peso costante) e, dopo raffreddamento in essiccatore, se ne misura la superficie ed il peso.
Si sospende tale porzione in un opportuno volume di acqua deionizzata, a conducibilità specifica nota e non superiore a qualche -s/cm. (ad es., per 10 cm2 possono essere sufficienti 200 cm3 di liquido).
Si mantiene la sospensione in agitazione per qualche tempo per facilitare la dissoluzione dei sali presenti ed infine si misura la conducibilità specifica mediante un conduttimetro con compensazione automatica della temperatura.
 
Queste modalità operative devono essere mantenute costanti per tutti i campioni sottoposti al controllo, e possono essere impiegate anche per una verifica preliminare della qualità della polpa di carta da impiegare.
I valori di conducibilità specifica misurati vanno divisi per il peso o per la superficie del campione, in modo da riferirli a valori unitari,
Confrontando i risultati relativi ad una serie di impacchi si osserverà in genere che i valori diminuiscono rapidamente nelle prime applicazioni e tendono poi ad un valore costante. A questo punto è inutile proseguire le applicazioni in quanto l'efficienza del processo è ormai troppo bassa.
 
 
Prescrizioni tecniche
Pulizia preventiva dei materiali lapidei fortemente degradati da eseguire con impacchi assorbenti  al fine di ammorbidire e sciogliere i depositi superficiali e le croste nere raggiungendo un soddisfacente grado di pulizia senza intaccare l'integrità del paramento. Nella lavorazione sono compresi i seguenti oneri:
l'esecuzione di un congruo numero di piccoli campioni (tasselli) da sottoporre all'approvazione della D.L.; la pulizia di supporto da eseguire manualmente con spazzole di fibra vegetale o con bisturi; l'ammorbidimento delle croste nere con l'esecuzione di impacchi chimici emollienti a base di argille inerti assor-benti, da applicare in uno spessore idoneo ed a strati successivi tenendoli in opera per il periodo di tempo determinato nel corso delle campionature; l'applicazione sull'impacco, nei casi di tempi d'intervento prolungati, di cotone idrofilo o di materiale simile capace di mantenere umido l'impacco; il rivestimento dell'impacco con teli di polietilene, da sigillare e collegare con nastri adesivi impermeabili ; l'asportazione dell'impacco e la fase finale della pulizia con l'azione combinata di spazzole vegetali, bisturi e leggeri spruzzi di acqua nebulizzata con l'apposito accessorio da giardinaggio ; compreso ogni onere occorrente per dare la lavorazione compiuta ed eseguita sotto il controllo e le indicazioni di un restauratore professionista.

Fonte testo:
L. Lazzarini e M.L. Tabasso, Il restauro della pietra, Padova, CEDAM, 1986
G.G. Amoroso, Il restauro della pietra nell'architettura monumentale, Palermo, ed. D. Flaccovio, 1995
La conservazione dei monumenti, atti del 1° corso di informazione ASSIRCO, Perugia, 6-7-8 novembre 1979, a cura dell'Arch. Rosanna Cazzella, Roma, edizioni Kappa, 1981