A Milano il “Borgo sostenibile di Figino” con 323 alloggi e servizi collettivi è il più grande intervento di residenza sociale realizzato in Italia. Una vasta area di circa 36.000 m2 assegnata dal Comune a Polaris.
L’intervento è una nuova addizione a sud in un’area ad andamento orizzontale tra l’abitato e il Parco Agricolo Sud Milano, in posizione privilegiata, perché è parte del corridoio ecologico che collega il Parco delle cave, a sud, con il “bosco in città” e il Parco di Trenno, a nord, un sistema verde di oltre due chilometri quadrati. L’area è delimitata alle estremità da due fontanili attivi, con il loro corredo di piccola fascia verde alberata, con andamento nord-sud, secondo l’inclinata della pianura, perpendicolare al lotto edificabile. L’area è tutta pedonale, perché è servita da una sola strada a nord, che dà accesso ai parcheggi interrati con un percorso ciclabile interno che collega i parchi. La fascia sud è a giardino piantumato, previsto come spazio fruibile tra il quartiere e il parco agricolo, che è anche l’unico giardino pubblico di tutta la frazione. All’intersezione della strada di accesso con l’asse del quartiere - definito un po’ impropriamente “boulevard” - è prevista un’ampia piazza su cui prospettano, sotto un portico, gli esercizi commerciali di vicinato e la (futura) casa per anziani. La piazza è caratterizzata da un edificio a torre, unico alto nel quartiere, che si contrappone sulla stessa direttrice, al campanile storico landmarck del borgo.

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Pensilina del soggiorno comune che sovrappassa il boulevard

I servizi, molto specializzati e rari, sono fruibili da tutti gli abitanti del borgo: il “colavoro”, una sede in cui si possono utilizzare uffici a rotazione, al contempo incubatore/promotore di nuove attività, un padiglione “soggiorno collettivo” per feste, eventi, assemblee e ancora un giardino didattico, con orti, un campetto con giochi, una lavanderia collettiva (come si usava nei quartieri degli anni ’60). Naturalmente anche tutte le corti interne sono aperte e percorribili.

Le tipologie previste sono 15, varie e particolari, perché destinate a utenti diversi a comporre un mix sociale, anche variabile nel tempo. “Case-studio” che prevedono un piano terra con laboratorio o studio aperto verso la strada e soggiorno con giardinetto, e un primo piano con zona notte. “Dopo di noi” piccoli alloggi per giovani disabili autosufficienti con genitori anziani, affidati a un’organizzazione di assistenza, senza barriere architettoniche e facilmente collegabili ai servizi. “Mamme di giorno” unità abitative trasformabili in micro-asili con pareti mobili e arredi fissi adattabili. Unità per “studenti conviventi”, con camerette dotate di soggiorno comune. “Famiglie solidali”, alloggi collegabili con locali-jolly utilizzati per ospiti non familiari (stranieri, studenti, disabili) gestiti a rotazione dalle famiglie convergenti. E molte altre, tutte esemplari come modelli per altri interventi di edilizia sociale e non solo.

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Vista del boulevard principale

Molti alloggi hanno un dehors: balcone, loggia, giardinetto. Tutte le dotazioni sono ad alta performance qualitativa: gli edifici sono in classe A, ottenuta con isolamenti a cappotto. La gestione della ventilazione è affidata a UTA esterne poste in copertura, e per la produzione di energia è impiegata la geotermia. I materiali utilizzati sono improntati al controllo dei costi di costruzione, quindi importante uso di superfici intonacate, ma non mancano significative parti con materiali più pregiati come lastre di ceramica a bassissimo spessore o in materiale lapideo. Caratterizzano gli alzati delle corti e dei corpi a padiglione, dai colori e linguaggi differenti, molti elementi di dettaglio come balaustre e parapetti, oscuranti e pergole, aggetti e sfondati. Il costo, considerata l’entità dell’intervento è stato molto contenuto, meno di 1.000 euro a metro quadro (escluso il terreno). Il quartiere prende il nome, fin dalla prima fase di concorso, di: “borgo sostenibile”. Tale definizione è da considerarsi però nella sua accezione più ampia: oltre all’approccio decisamente attento ai temi ambientali, accoglie anche (e soprattutto) dinamiche e sensibilità legate alla gestione economica e sociale.

FOTOGRAFIE
Archivio RSG Srl, Claudio Castiglioni, Enrico Garbin

Per visualizzare l'articolo completo pubblicato nel numero Arketipo 96