europarlamento24 – Una proposta tecnica indirizzata a istituzioni, ordini professionali e filiere esposta da Sergio Fabio Brivio. Per fermare il land grabbing, mettere in sicurezza e valorizzare il territorio, creare lavoro specializzato, esportabile. Finanziabile con quota Imu.

Assieme al patrimonio artistico la connotazione del territorio italiano è il fattore principale di spinta dell'industria turistica nazionale. Ma i recenti disastri naturali (dalle alluvioni in Liguria e Toscana del 2011 al sisma dell'Emilia) hanno evidenziato le sue fragilità. Ancora: il territorio italiano è fortemente sottoposto a pressione antropica, eccessiva in quasi tutte le aree urbane, dove peraltro si produce oltre il 60% del Pil.

Sono indicazioni che arrivano da Finco, per iniziativa di Sergio Fabio Brivio, Consigliere incaricato alla Sostenibilità ed Energia dell'associazione di Confindustria e che sono state espresse al settore istituzionale in forma di lettera, di cui sappiamo essere stato destinatario il senatore Francesco Rutelli, e nel corso del 5 Forum Architettura tenutosi a giugno presso la sede del Sole 24 ORE.

Quanto conta l'energia per il territorio
L'Italia, rileva Brivio, è anche il Paese con una filiera industriale qualificata nell'efficienza energetica, composta da tante Pmi specializzate e diffuse sul territorio. Caratteristica positiva cresciuta con l'esperienza dell'efficienza energetica e dei relativi incentivi fiscali legati al D.Lgs. 311/2006. Il costo delle misure di incentivazione non ha superato al netto dei saldi attivi, per il bilancio dello Stato, i 300 milioni di euro per anno di applicazione, a fronte di oltre 50 mila posti di lavoro qualificati creati dagli investimenti prodotti dalle famiglie proprietarie di immobili, pari a oltre 17 miliardi (1,3% Pil). Qual è il problema allora? Che queste esperienze positive ora sono messe a rischio da logiche di salvaguardia del bilancio dello Stato e da altri interessi.

Competenze uniche in Europa
Brivio rileva come in Italia sia presente un patrimonio di competenze tecniche unico: gli oltre 150 mila architetti iscritti agli oltre 100 ordini provinciali, di cui la metà sotto i 40 anni. Si aggiungono gli ingegneri civili, i 100 mila geometri, i periti edili e i geologi. Culture tecniche trasversali e accomunate da una forte preparazione teorica unica nel suo genere in Europa.
Risorse da valorizzare. Ma come?

Territorio motore dello sviluppo economico
Nella lettera indirizzata alle istituzioni Finco ritiene che in relazione alla particolare natura del territorio italiano e alle sue condizioni di degrado urbano e ambientale, occorra uno sforzo e un salto di qualità che crei una visione del Paese a 10 o anche 20 anni. Serve a individuare le azioni correttive per il recupero del territorio e per farne un motore dello sviluppo economico. Si chiede una politica di sviluppo che ponga limiti all'uso del suolo, a volte utilizzato come un bancomat dalle amministrazioni locali, favorendone il recupero edilizio e urbano in contrapposizione alla nuova edificazione e creando condizioni di sicurezza idrogeologica e sismica. Con la riqualificazione edilizia e urbana per abitazioni, uffici e luoghi di lavoro sarà possibile ottenere riduzioni di fabbisogno energetico degli edifici residenziali e terziari, alla base degli obiettivi comunitari e della Direttiva Ue 2010/31.

Riqualificazione edilizia
La proposta trasversale Finco propone di concertare il superamento degli schemi attuali in materia di riqualificazione edilizia in tre punti e formula una proposrta tecnica che vede allo stesso tavolo tutti gli attori della filiera: gli ordini professionali, i Ministeri dell'Ambiente, dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dell'Economia, e le rappresentanze delle filiere industriali.

Primo punto: mappatura porta a porta. Una due diligence sismica, energetica e idrogeologica del territorio e del tessuto costruito, da affidare con incarichi professionali a giovani tecnici under 35 iscritti agli albi professionali e da formare appositamente presso gli stessi Ordini.

Secondo punto: superamento degli attuali strumenti di premialità fiscale, con criteri di progressività degli incentivi per rendere fattibili le opere di consolidamento sismico, idrogeologico e gli interventi di riqualificazione energetica.

Terzo punto: disegno di una politica delle infrastrutture e delle città, coordinanata in ambito nazionale, per investimenti che possano ottimizzare sia i risultati degli interventi di riqualificazione che realizzare il tessuto di reti di servizi necessari allo sviluppo e all'ammodernamento delle città.

Più lavoro, anche in Europa
Per Finco le ricadute in termini di occupazione potrebbero rivelarsi veloci e ingenti. Il patrimonio di esperienze tecniche anche in termini di innovazione tecnologica, che si genererebbe in un arco temporale di 5-10 anni sarebbe tale da permettere le condizioni per costituire una supremazia tecnologica nell'ambito dell'attività edilizia antisismica, del recupero idrogeologico e della riqualificazione edilizia ed energetica soprattutto per interventi nel tessuto costruito. Competenze esportabili in Europa e nel mondo.

Sviluppo finanziabile con quota Imu
I finanziamenti per gli interventi di un piano simile, sarebbero ottenibili destinando una quota del gettito Imu, circa 24 miliardi attesi per il 2012, trasformandola così di fatto in una tassa di scopo al servizio del territorio. All'inizio basterebbe una quota del 10% (circa 2,5 miliardi) a salire, mano a mano che il fabbisogno finanziario dello Stato possa consentirlo, fino al 15%. Il costo di un simile programma, per Finco, risulterebbe inferiore a quanto ammonta a oggi il costo annuale sin qui sostenuto dallo Stato, per far fronte a emergenze e ripristini dei danni procurati dai disastri naturali, di oltre 3 miliardi annui negli ultimi 30 anni.