UNIVERSITA' E RICERCA
Genealogie
Lamberto Amistadi


Tutto  il materiale realtivo all'esposizione d'Architettura LABORATORIO ITALIA 2005 è presentato all'interno del portale www.floornature.it


La scuola scozzese venne fondata all'Università di Aberdeen da Thomas Reid come reazione alle conclusioni scettiche dell'empirismo di Hume. Le scuole sono fondate, hanno cioè un fondamento, da un maestro fondatore, lo scolarca; le scuole spesso nascono come reazione, cioè reagiscono a una condizione di stanchezza o di debolezza, di sconforto morale ed intellettuale: le scuole coltivano la speranza. Hanno una struttura organizzativa, un organo ufficiale, ma soprattutto uno o più testi di riferimento, di solito del maestro fondatore, ma che stabiliscono e fissano momentaneamente un sapere impersonale e condiviso. Le scuole esercitano un'attrazione gravitazionale rispetto ad altre discipline con cui stabiliscono collaborazioni scientifiche e intellettuali, pur senza confondere la propria natura con la loro. La scuola si schiera, è schierata per qualcosa, e di conseguenza contro qualcuno. Le scuole resistono, si diffondono attraverso gli allievi, si contaminano, migrano: si tratta di una resistenza dinamica. Le scuole scompaiono, riaffiorano, riesaminano alla luce di, conservano, durano... Per questi motivi le scuole esercitavano un'azione lenta e profonda sulla società, nel tempo.
Ma, scrive Severino , la scuola è soprattutto il luogo istituzionale della veglia e deve mostrare ai giovani il mondo in cui si trovano. La figura sarebbe quella dello scontro o tensione tra il passato e il presente dell'Occidente, tra una visione unitaria del mondo e un sapere specialistico frammentato. Solo che tale frammentazione ha subito un'accelerazione e una miniaturizzazione, finanche una psicologicizzazione (ma ci aveva avvertito Lacan) al punto che è scivolata dal generale al particolare, dallo scontro tra idee a quello tra le persone, sempre più giù, fino al rapporto tra maestro ed allievo, sulla cui fede il maestro fondava il proprio statuto di esistenza. Tutti dicono di voler andare nello stesso posto (la costruzione del mondo/paesaggio/individuo, perseguimento della dimensione civile dell'architettura, idea-forma, ricerca del significato) ma ognuno vuole o non può che andarci da solo.


Domenico Chizzoniti 
Può capitare nei periodi di crisi, perfino imputando alla sola "scuola" responsabilità non proprie, di tentare un bilancio più generale sullo stato delle cose, sul destino della ricerca, della formazione, dell'istruzione. Quando questo avviene per una scuola di architettura allora tutto concorre ad esaltare le differenze, le originalità, le singolari atipicità che taluni rivendicano come conquista emancipata dalla convenzionalità corrente. Eppure, a voler guardare con più attenzione, accade, per la verità di frequente negli ultimi tempi, che l'insieme di tali presunte novità continuamente reiterate appaiano tanto scontate da risultare esse stesse cagione del malanno che intendono sanare. In questo stato di cose, i pregiudizi si incrociano con tale destrezza che il recto e il verso non hanno più senso: l'eccentrico inaugura il conformismo e lo stereotipo instrada lo stravagante.
Corre l'obbligo, forse, di ripensare l'idea di una scuola a partire non tanto dai sintagmi, dagli stilismi su cui si pare si voglia fondare e per questo segnalarsi, piuttosto dai principi, dalle ispirazioni che addestrano ad un atteggiamento critico a prescindere dagli esiti figurativi, linguistici da cui preventivamente sembra scaturire il giudizio. Allora questa ricerca, qui presentata, di vere o presunte genealogie andrebbe, letta in divenire, giacché accertata la radice conta misurare quanto potenziale preservato possa rivelarsi efficace a fronte delle impellenze non solo presenti, ma anche e soprattutto future.
Questa rassegna, nonostante la parzialità, è costruita con l'intento di dar conto di questa risorsa. Quanto le affiliazioni possano apparire legittime sia il lettore a giudicarlo: malgrado tutto, da sempre sono gli allievi a scegliere i propri maestri e non viceversa.
Basti qui mantenere la necessaria cautela nel perlustrare questi lavori,per evitare comodi accostamenti all'una o all'altra "tendenza", consapevoli, tuttavia, che "agnosticismo e accademismo sono i due grandi errori delle Scuole di Architettura" .