Energia24 – La riqualificazione procede a rilento. Secondo Luca Dal Fabbro, amministratore delegato di Domotecnica, è necessario un "rinascimento energetico" del parco costruzioni nazionale.

Domotecnica, rete nazionale in franchising di aziende di installazione termoidraulica attente all'efficienza energetica, ha realizzato un'indagine interna attraverso una raccolta, durata tre anni, di informazioni relative alle abitazioni italiane. Grazie a un tour di 295 giornate nelle piazze della Penisola e nelle principali fiere di settore nazionali, dal 2009 al luglio 2011 il Gruppo ha chiesto a 4.367 famiglie italiane di illustrare lo stato delle proprie case in relazione all'efficienza energetica. I risultati non sono confortanti e dimostrano che il patrimonio immobiliare del nostro Paese è vecchio e da riqualificare.  I dati che emergono parlano chiaro: il 79,2% degli edifici è stato costruito prima del 1980 e solo il 10,1% dopo il 2000. L'81,5% delle famiglie italiane ha valutato come medio o scarso il livello di isolamento termico delle proprie abitazioni. Circa la metà degli impianti termoidraulici installati (49,5%) è stata realizzata prima del 1990 e solo il 27,3% dopo l'anno 2000. Per quanto riguarda le energie rinnovabili installate nelle case, solo nel 5,6% dei casi è presente un impianto solare termico, mentre il 2,5% del campione si è dotato di un sistema a pannelli fotovoltaici. Domotecnica ha deciso di istituire un Osservatorio permanente in Italia sui temi dell'efficienza energetica, aperto a tutte le aziende che desiderano condividere il proprio know how e le rispettive esperienze. Ecco il commento di Luca Dal Fabbro, amministratore delegato di Domotecnica, sui dati raccolti.

Come stanno, dunque, gli edifici italiani e che cosa auspica per il futuro?
Il patrimonio edilizio nazionale è costituito da edifici (e per edifici intendo l'insieme delle componenti involucro e impianti) di scarsa efficienza. Questo era sostenibile decenni addietro, ma ora non più, e ancor meno nel futuro, anche più prossimo. Non solo per motivi economici, ma anche e soprattutto ambientali. Va urgentemente recuperata una sostenibilità a tutto tondo, attraverso un nuovo equilibrio fra tutti gli elementi in gioco: energia, tecnologia, salute, economia e ambiente. Il parco edifici italiano (e sorge spontaneo il collegamento al parco autoveicoli, il cui rinnovo è stato ampiamente incentivato di recente) si sta rinnovando con un ritmo eccessivamente lento. I nuovi edifici, che devono essere più efficienti dal punto di vista energetico, sono pochissimi rispetto a quanti realizzati pochi anni fa, mentre le riqualificazioni degli edifici esistenti, nonostante siano incentivate, non si diffondono come desiderato da tutti, spesso a causa dell'incertezza economica, frutto della morsa finanziaria innescata alla fine 2008. In questo scenario, fatto di una sempre più marcata esigenza di sostenibilità, ritengo non vi sia altra scelta che puntare dritti a un futuro in cui si risolva la dipendenza da un certo sistema, fatto di fonti energetiche scarseggianti e squilibranti.

Quali sono le finalità dell'Osservatorio permanente per l'efficienza energetica da voi istituito?
L'Osservatorio, viste le premesse, si presuppone come baluardo della serietà di cui parlavo poc'anzi. Perché non si insinui un regime di sogno di un mondo migliore, ma si crei in realtà un circolo virtuoso, per tutti, che porta benessere, indipendenza energetica e sostenibilità, è necessario partire coi piedi per terra, ben appoggiati al mondo reale, fatto di edifici, impianti, abitudini di vita, possibilità e vincoli reali. Bisogna conoscere in profondità ciò che si vuole cambiare, per poter fare le scelte corrette, a tutti i livelli, dall'utente finale agli operatori di riferimento, sicuramente a livello dei decisori di indirizzo. Un osservatorio, anch'esso indipendente dal Sistema, può fornire i dati veri e concreti su cui poggiare decisioni, azioni, manovre, incentivi, insomma i "punti di ancoraggio" di un nuovo equilibrio, energetico ed economico più solido e sostenibile. E ancor più l'osservatorio può rendicontare gli effetti di tali iniziative, perché la conoscenza va mantenuta attiva e vigile, per le conferme del caso e le tarature necessarie per non perdere la rotta.

Esempio d'intervento su un'abitazione singola
In questa abitazione singola di 220 metri quadrati di superficie è stata sostituita una caldaia a tiraggio naturale alimentata a GPL con un sistema a condensazione, sempre a GPL, con termoregolazione, sonda esterna e produzione di acqua calda sanitaria con accumulo integrato da pannelli solari. Il risparmio di combustibile è stato del 50% e l'investimento ha usufruito della detrazione fiscale del 36%.

Sistema attivo:
- Caldaia a condensazione;
- Radiatori con valvole termostatiche
- Raffrescamento con sistema ad espansione diretta multisplit.

Spesa energetica annua impianto tradizionale 2.800 euro   
Spesa energetica annua impianto nuovo 1.400 euro
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