approfondimento – La tangenziale di Roma, tante volte maledetta dai cittadini quante volte percorsa, troppe volte trascurata dagli strumenti di pianificazione è l'argomento di studio del libro "GRA - Il futuro del Grande Raccordo Anulare nella prospettiva della città metropolitana" a cura di Roberto Secchi.

Il percorso di studio presentato nel volume parte dall'analisi scientifica della grande arteria e del suo rapporto con il territorio per arrivare alla definizione di scenari futuri possibili, che modifichino il ruolo del GRA per farlo tornare ad essere, come negli anni cinquanta/sessanta, fattore benefico di sviluppo per la città.

La genesi del GRA inizia all'indomani della nascita della Repubblica Italiana nel 1946 e la sua entrata in esercizio si colloca tra il 1951 al 1982. Il progetto fu elaborato dall'ANAS, (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali), azienda statale nata nel 1946 dalle ceneri dell'AASS (Azienda Autonoma Statale della Strada); il suo direttore generale, Eugenio Gra, pensò bene di fissare nell'acronimo del nome della tangenziale romana, il suo cognome, Gra. Lungo circa 70 km, dal tracciato circolare di raggio di 11 km circa, con il centro fissato nei pressi dei Fori romani, come per le antiche vie consolari, attualmente il GRA è percorso giornalmente da circa 160.000 veicoli (58 milioni l'anno) e si attesta tra le strade più trafficate d'Italia. Con lungimiranza il GRA di Roma fu realizzato come arteria di scambio delle strade radiali di penetrazione verso il centro città e come bypass tra le regioni del nord e quelle del sud del paese. Esso ha egregiamente svolto fino agli anni Ottanta la sua funzione e tuttora, nonostante lo stato di saturazione, resta via di transito importantissima per la vita cittadina. Urbanisticamente il Grande Raccordo Anulare ha segnato lo sviluppo della capitale ed è stato elemento essenziale della morfologia della città. Punto di riferimento in passato per le scelte dei soggetti economici che hanno costruito la metropoli, (costruttori, imprenditori, istituzioni pubbliche, cittadini) anche ora è fattore determinante per le nuove Centralità urbane, raccordate al suo tracciato, frutto delle scelte policentriche del nuovo Piano Regolatore. La qualità dell'abitare e l'evoluzione di una metropoli dipendono molto dalle infrastrutture che la servono, per questo ripensare il GRA è fondamentale per lo sviluppo futuro di Roma. L'imminente stato di collasso della grande arteria, spinge urgentemente a studiare alternative infrastrutturali in grado di assorbire il traffico passante, sprona a trovare nuove connessione con le reti urbane esistenti e previste, in primis con le reti del ferro e del trasporto pubblico, e ancora a ricercare nuove modalità d'uso e nuove modellazioni delle sedi e dei nodi. Ad esempio in alcuni tratti il GRA potrebbe diventare un vero e proprio asse urbano, un moderno boulevard, percorso da mezzi pubblici, che mette in collegamento diversi nodi con le linee del trasporto urbano, in altri tratti il GRA potrebbe invece assumere la configurazione tipica delle parkways, le vie che attraversano le riserve naturali e i parchi. Non necessariamente la strada porta con sé inquinamento, congestione e segregazione. Esistono tecnologie e soluzioni architettoniche in grado di agire nel rispetto della sostenibilità ambientale e di fornire esiti spaziali mirati alla valorizzazione e non al degrado dei paesaggi che attraversano. Questo si auspica nel libro possa essere il futuro di questa grande arteria.

Il libro
Il volume è diviso in tre parti.
Nella prima parte sono raccolti i saggi che inquadrano il progetto in una più generale riflessione sul ruolo delle infrastrutture nelle tendenze dell'evoluzione della città contemporanea e nel quadro delle problematiche derivanti dalla disgiunzione dei settori disciplinari e delle competenze tecniche e autoritative delle istituzioni che se ne occupano.
Nella seconda parte è illustrato il progetto nelle sue linee principali e nell'articolazione per tematismi - i problemi dell'accessibilità nei confronti dei settori della produzione, della residenza, della grande distribuzione e del terziario, degli spazi aperti.
Nella terza parte sono ricomposti, come in un grande mosaico, i sondaggi progettuali effettuati per descrivere le ricadute in termini spaziali e di nuovi paesaggi metropolitani, del progetto del nuovo assetto infrastrutturale sui territori attraversati.
Particolari attenzioni sono riservate alla rimodellazione del GRA, al disegno del Passante e alle sue relazioni con la campagna urbana, ai nodi infrastrutturali e alla loro densificazione, alla dissoluzione degli svincoli del GRA in reti più idonee all'innesto nei tessuti cittadini. I progetti nascono da due workshops condotti nel Dottorato "Architettura Teorie e progetto", da tesi di laurea e laboratori di Progettazione architettonica e urbana diretti dal curatore del volume.

introduzione

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