Hamburger Bahnhof - Museum für Gegenwart  

Progettista: Josef Paul Kleihues
Committente: Land Berlin: Senatsverwaltung für Wissenschaft, Forschung und Kultur e Senatsverwaltung für Bauen, Wohnen und Verkehr
Destinazione d'uso: museo

Realizzata nel 1845-47 dall'ingegnere Friedrich Neuhaus e dall'architetto Wilhelm Holz, la stazione della linea ferroviaria Berlino-Amburgo, attestata sulla Invalidenstrasse, nel sobborgo di Moabit, si presentava all'epoca con l'imponente caratteristica facciata, riecheggiante una porta urbana, segnata da due torri e dal grande portale ad arcate, aperto per permettere il passaggio dei treni verso la rotatoria che li reimmetteva sulla linea nella direzione opposta da quella di arrivo. Dismessa nel 1884, la stazione venne
trasformata nel 1904-1906 da Ernst Schwartz in museo tecnico ferroviario, con la creazione di una nuova volta vetrata a copertura dello spazio precedentemente usato per la fermata dei convogli e, nel 1912-15, con l'aggiunta di due ali per nuovi spazi espositivi a formare una cour d'honneur di fronte all'ingresso. Danneggiato durante la seconda guerra mondiale, l'edificio è rimasto chiuso fino alla metà degli anni Ottanta quando, dopo un primo restauro, la municipalità di Berlino ha deciso di trasformarlo in museo per l'arte contemporanea.
L'intervento di Josef Paul Kleihues recupera in toto l'edificio, compresa la hall in ferro e vetro dei primi del secolo e i due corpi anteriori aggiunti, salvo sostituire le parti distrutte della originaria stazione con due nuove ali, realizzate in ferro e pannelli di alluminio fuso, contenenti due gallerie voltate lunghe ottanta metri.
La realizzazione di questo museo coincide temporalmente con quella del Museum of Contemporary Art di Chicago e, comprensibilmente, questo fatto porta a un inevitabile confronto fra i due edifici, di identica tematica istituzionale ma di diverso contesto e clima culturale nonché differenti condizioni concrete di partenza del progetto.
A Chicago si trattava di creare un edificio ex novo in un lotto dimensionalmente contenuto, nella zona più centrale e rappresentativa della città, nei pressi di edifici famosi quali i grattacieli di Lake Shore Drive, di Mies van der Rohe, o il John Hancock Center, dei SOM. Il museo realizzato ricorda la tipologia del palazzo urbano, come espressione più pura dell'idea museale del secolo scorso traslata in una realtà, quale quella della "città più americana" degli Stati Uniti, che per proprie tradizioni ha avuto in verità contatti continui con la cultura europea a cavallo del XIX e XX secoo.
A Berlino invece la dimensione è quella di un paesaggio industriale, innervato nella storia centenaria del territorio della capitale tedesca, e che ancora porta i segni delle vicende belliche e del lungo periodo della guerra fredda (il Muro passava proprio a ridosso dell'attuale museo). In più l'intervento prevedeva di ricomprendere e attualizzare una preesistenza forte e tipologicamente determinata quale è quella dell'Hamburger Bahnhof.
Pur nelle evidenti differenze, una stessa logica di fondo guida i due interventi e alcune similitudini formali e costruttive (la sezione voltata delle gallerie espositive, la presenza di una rientranza nella facciata e di uno scalone in corrispondenza dell'ingresso, l'uso dell'alluminio nei rivestimenti di parte delle facciate) ne sono manifestazione.
Questa logica fa riferimento ai concetti, usati da Kleihues nella riflessione progettuale, di aura e "dialogo fra tradizione e modernismo": l'aura che il tema museale sprigiona nel rapporto con la tradizione dell'idea originaria del museo sette-ottocentesco è nei due musei riferita a un concetto tipologico che aderisce strettamente a questo modello (gallerie, sale, corti vetrate si ripropongono esattamente a Chicago e Berlino), mentre la questione moderna si invera nella capacità di utilizzare sistemi costruttivi e uso di materiali - tradizionali oppure nuovi e industriali - con lo stesso senso di pacatezza e misura e, laddove applicati con intenti sperimentali, senza la tendenza espressionistica che è propria della corrente high-tech.
In più a Berlino Kleihues è riuscito a mantenere nell'organizzazione degli spazi espositivi la memoria sia dell'antico uso a stazione, sia di quello più recente a museo della tecnica, valorizzando elementi che ne sottolineano il senso (nel recupero degli archi centinati in ferro della hall centrale o nel tecnologicamente raffinato sistema colonne-tamponamenti delle nuove gallerie laterali) come pure creando percorsi e sequenze di spazi che restituiscono, nel modo d'uso del pubblico dei visitatori, il senso di vitale e dinamica aspettativa che contraddistingue la "confusione ragionata" di un luogo della mobilità urbana.

Estratto da: MUSEI - architetture 1990-2000

									pianta del piano terra sezione trasversale