Marmi e pietre – Le quotazioni del settore sono salite mediamente di circa cinque punti nel 2008 in una dozzina di paesi

La congiuntura critica, nella maggior parte dei casi, produce conseguenze calmieratici sui prezzi, ma nell'interscambio lapideo, almeno nel 2008, non è stato così. La media delle quotazioni per l'export del lavorato da una dozzina di paesi leader, infatti, è salita di circa cinque punti, con una lieve controtendenza in Francia e una più forte in Corea; incrementi a due cifre hanno interessato, invece, le spedizioni d'Iran, Spagna e Cina. Naturalmente, nelle importazioni è stata rilevata una tendenza omogenea, con qualche flessione soltanto in India e Taiwan, mentre l'aumento maggiore ha interessato ancora la Cina.

Quanto vale l'export
C'è una forchetta di valori medi notevolmente ampia, che nel caso dell'export spazia dai 43,85 euro per metro quadrato equivalente (allo spessore convenzionale di due centimetri) ai nove dell'Iran e i 13,75 della Cina. Ciò che preme rilevare, però, è la crescita quasi generalizzata, da cui sembra emergere un grado di reattività del settore lapideo superiore alle attese. In effetti, l'interscambio quantitativo è diminuito, nella sua espressione globale, di circa due punti, senza precludere le vendite a prezzi più alti, con un valore mondiale stimabile in 31,40 euro per metro quadrato.
Ciò non significa che la redditività aziendale sia aumentata in proporzione, dovendosi mettere nel conto le possibili modificazioni del mix a favore di materiali con più alto valore aggiunto e, soprattutto, la dinamica dei costi, che hanno continuato ad aumentare sia per la manodopera sia per il fattore energetico.

Il ruolo della Cina
La media mondiale è condizionata in modo sempre più deciso, specie per l'export, dal comportamento della Cina, dove i prezzi avevano fatto registrare costanti flessioni fino al 2003, quando hanno invertito la rotta, pur conservando un'ampia fascia di competitività. Sul fenomeno hanno influito fattori monetari, ma non c'è dubbio che gli operatori si siano convertiti a una ragionevole strategia di redditività, da cui scaturiscono, fra l'altro, migliori prospettive di auto finanziamento degli investimenti. In altri termini, stanno cambiando le strategie che, pur restando assai lontane da un apprezzabile riallineamento del prezzo cinese a quelli dell'Occidente, lasciano intravedere, almeno a lungo termine, qualche migliore opportunità per le produzioni di livello dei paesi sviluppati.

Uno sguardo al futuro
La politica dei prezzi, così, sembra sottintendere l'apprezzamento della clientela mondiale per un prodotto come il lapideo, se è vero che in un anno difficile come il 2008 è stata disponibile a pagare circa cinque punti in più per i suoi acquisti di marmi e pietre. È un fatto tanto più degno di nota, se si pensa che la congiuntura di vari materiali concorrenti non si sia evoluta altrettanto positivamente; e che l'interscambio quantitativo mondiale era reduce da uno sviluppo quasi impetuoso, che aveva consentito di raddoppiare il volume complessivo in dodici anni. È indubbio che il tasso di contrazione degli scambi sia stato nettamente inferiore a quello di crescita della quotazione media, con una differenza che, in linea di massima, parrebbe suggerire considerazioni positive sulla capacità del settore di guardare all'avvenire con cauta fiducia: anzitutto, nei paesi in via di sviluppo, ma anche nelle economie mature.