Impianto antincendio

Autore testo e disegno: Manuela Ena

Secondo le norme UNI l'impianto antincendio è l'insieme degli elementi
tecnici del sistema edilizio aventi funzione di prevenire, eliminare, limitare o
segnalare incendi.
È implicita nella definizione la molteplicità di tipologie
possibili per questo impianto, distinguibili nelle seguenti categorie
fondamentali: di impianti di segnalazione e impianti per
l'estinzione dell'incendio.
I sistemi antincendio possono
risultare obbligatori per legge, in relazione alla destinazione d'uso e alle
caratteristiche dimensionali e funzionali dell'edificio. La rilevazione incendi
avviene a mezzo di sensori in grado di segnalare la presenza di fumo o di fonti
di calore, mentre per lo spegnimento vengono predisposti ed adeguatamente
distribuiti idranti, lance, naspi rotanti ed estintori mobili. Più raramente può
essere inserita una rete idraulica in pressione, a funzionamento automatico,
governato dal sistema di rilevazione incendio e munita di ugelli di diffusione
(rete sprinklers); in locali nei
quali l'uso di liquidi, o schiume, risulterebbe dannoso per le apparecchiature
presenti, si ricorre di solito a sistemi di spegnimento automatico a gas halon;
è quanto avviene per esempio nei centri elaborazione dati, archivi filenet, sala
inverter.
L'impianto antincendio, nel caso di edificio per abitazione, è
richiesto quando l'edificio supera i 24 metri di altezza. L'impianto è
costituito schematicamente da:
rete di adduzione idrica in ferro zincato;

bocche d'incendio in cassetta di contenimento con idrante incorporato e
relativo corredo (manichette antincendio flessibili e lance idriche);
gruppi
di attacco per gli automezzi dei Vigili del Fuoco.
La rete idrica di
adduzione, costituita da un sistema di tubazioni in genere interrate, fornisce
l'acqua ad ogni parte dell'edificio da proteggere alimentando le varie utenze
antincendio (idranti, impianti ad erogazione d'acqua, impianti a schiuma,
ecc.).
La corretta progettazione deve garantire le seguenti caratteristiche:

indipendenza da ogni altra rete di acqua;
dotazione di saracinesche di
intercettazione che consentano il sezionamento della rete in occasione di
interventi (di manutenzione modifica, ampliamento) sulla rete
stessa;
alimentazione continua in pressione della rete ottenibile mediante un
serbatoio sopraelevato o mediante pompe ad azionamento automatico;
dotazione
di un serbatoio di acqua di capacità adeguata alla dimensione della
rete;
presenza di almeno due pompe per mandata acqua azionate da motori a
diversa alimentazione (motore elettrico, motore a combustione
interna);
struttura della rete ad anello per consentire l'alimentazione degli
idranti da più provenienze e contenere le perdite di carico

Criteri di progetto in relazione alla classe di rischio (Vedi
tabella)

La rete interna ad un edificio per l'alimentazione degli idranti è
soggetta al rispetto delle seguenti principali prescrizioni minime:
in ogni
scala dell'edificio, in corrispondenza di ogni piano va installata una bocca
antincendio da UNI 45;
la bocca dell'incendio va derivata con una tubazione
di 1' e 1/2 da una tubazione di almeno 55 cm per 35 cm;
ogni custodia deve
contenere almeno 15 m di manichetta e relativa lancia, la sua lunghezza deve
comunque, essere tale da raggiungere con la lancia ogni punto degli appartamenti
del piano;
l'impianto idrico di adduzione deve essere realizzato in ferro
zincato protetto contro il gelo, distinto e indipendente dai servizi
sanitari;
l'impianto idrico di adduzione deve essere costantemente sotto
pressione;
l'impianto idrico di adduzione deve essere previsto con l'attacco
per il collegamento alle autopompe dei Vigili del Fuoco, da istallarsi
nell'atrio di ingresso a piano terreno in posizione ben visibile e comoda per il
collegamento della tubazione dell'autopompa (ogni attacco non può servire più di
due scale);
la portata minima d'acqua deve essere tale da garantire alla
bocca d'incendio più elevata di ogni scala una portata di almeno 120 litri al
minuto ad una pressione di 2 atmosfere;
i locali adibiti a posteggio auto,
indipendentemente dal numero di piani, devono essere dotati di bocche di
incendio UNI 45, disposte in modo che ogni lancia possa coprire un raggio minimo
di 15 metri (se l'edificio non dispone di un impianto antincendio, in quanto non
supera i 24 m di altezza, tali bocche possono essere collegate alla rete
idrica.
 
Nel caso di edifici industriali, magazzini, depositi,
autorimesse, officine, nonché di cinema, teatri e altri luoghi ad elevato
affollamento vengono installati impianti automatici di spegnimento (secondo le
Norme del Concordato italiano Incendio e alle richieste del locale Comando dei
Vigili del Fuoco). Tali impianti possono essere classificati in due tipologie
principali: impianti automatici a pioggia (sprinkler) e impianti ad acqua frazionata (di cui il tipo diffuso, a parte
alcune applicazioni speciali, è quello a diluvio').
L'impianto sprinkler è
caratterizzato da ugelli di erogazione (sprinkler) muniti di fusibile tarato per
una temperatura limite (circa 70° C). L'impianto può essere del tipo
a umido, cioè con tubazioni di
adduzione contenenti acqua tenuta costantemente sotto pressione o del tipo
a secco, quando, per evitare
fenomeni di geli, le tubazioni contengono pressione.
In caso di incendio il
fusibile determina la fuoriuscita diretta dell'acqua (nel caso di impianto
'umido') o dell'aria dell'acqua (nel caso di impianto 'a secco'), che si
esaurisce rapidamente e determina, di conseguenza, la fuoriuscita
dell'acqua.
L'impianto a diluvio
(a protezione dei locali di classe Rischi gravi) è costituito da una rete
normalmente vuota con ugelli sempre aperti. Un sistema dotato di sensori a
rilevazione di fumo o di temperatura comanda una valvola motorizzata che,
aprendosi, determina la fuoriuscita dell'acqua dagli ugelli.
Una variante a
questo sistema prevede ugelli normalmente chiusi e aria nel circuito: la
fuoriuscita dell'acqua, anche a valvola aperta, avviene solo in corrispondenza
degli ugelli, aperti da sensibili sensori locali di fumo o temperatura (sistema
utilizzato quando un allagamento accidentale potrebbe recare gravi
danni).
 
Bibliografia:
A. Mutti, D. Provenziani, Tecniche
costruttive per l'architettura
, Ed. Kappa, Roma, 1989.
Bruno Zevi (a
cura di), Il nuovo Manuale dell'architetto, Mancosu Editore, Roma,
1996.
 
Fonte disegno
Bruno Zevi (a cura di), Il nuovo Manuale
dell'architetto
, Mancosu Editore, Roma, 1996.

Sicurezza antincendio

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