Intervista a Silvio Bruni

All'ing. Silvio Bruni, socio dell'AIDI (Associazione Italiana d'Illuminazione) abbiamo rivolto alcune domande riguardo l'illuminazione d'interni. L'AIDI si propone statutariamente di diffondere la conoscenza dei problemi dell'illuminazione, di promuovere lo studio e di favorire lo sviluppo delle sue applicazioni, anche allo scopo di concorrere a creare i presupposti per migliori condizioni di vita e di lavoro. Costituita a Milano il 6 aprile 1959, può vantare ormai oltre quarant'anni di attività nel campo dell'illuminotecnica. L'AIDI raggruppa, oltre alle industrie costruttrici di apparecchi, di sorgenti luminose, di materiale ausiliario per illuminazione e ai distributori di energia elettrica, anche progettisti, impiantisti e commercianti. I soci, distinti in individuali e collettivi, sono oltre 1500.
Quali sono i parametri per determinare la qualità della luce?
I parametri per determinare la qualità della luce sono: la tonalità di luce (calda, fredda, neutra) e l'indice di resa cromatica (un numero puro da zero a cento, tanto più la luce emessa da quel tipo di lampada si avvicina al cento tanto migliore è la resa cromatica). L'incandescenza ha un indice di resa cromatica cento come le alogene che sono lampade a incandescenza della seconda generazione. Tuttavia non bastano questi due criteri per definire la qualità della luce, personalmente preferisco a queste le lampade a incandescenza perché c'è la vivacità, c'è lo scintillio che è un parametro non definibile perché soggettivo. Nell'ambiente domestico risparmiare sul tipo delle lampade è marginale. Le lampade HID sono ad esempio a vapori di mercurio, o ad allogenuri, o al sodio che però non arrivano a indice di resa cromatica così elevati. La tonalità è un parametro diverso dall'indice di resa cromatica è il tipo di luce che può essere più o meno calda, definita in base alla temperatura di colore. Si misura in gradi Kelvin. Le lampade fluorescenti lineari e compatte sono in genere fatte per tre tonalità di luce o quella calda o quella fredda o quella neutra. Definiamo luce calda una luce la cui temperatura di colore sia inferiore ai 3000, la luce neutra è definita bianca di temperatura di colore compresa tra 4000 e 5500 gradi Kelvin, mentre la luce definita fredda è quella che supera per temperatura di colore i 5500 gradi Kelvin. La scelta del progettista si orienta in base al tipo di vita che si conduce nel locale dove è collocata: per creare un ambiente vivace non si sceglie una luce calda. Le scelta delle tonalità di luce viene condizionata molto dalla temperatura ambientale e dalle condizioni climatiche del posto per esempio al sud preferiscono luci piuttosto fredde. Come stabilisce il diagramma di Kruithof che fissa sulla base del livello di illuminamento la temperatura di colore ammissibile. Il progettista per scegliere il tipo di lampada da utilizzare per un dato locale prima di tutto deve conoscere la destinazione d'uso del locale stesso in secondo luogo deve sapere a che livello di illuminazione si debba raggiungere.
Cosa ne pensa dell'uso delle fibre ottiche?
Le fibre ottiche hanno avuto una fortuna per la quale vengono nominate da tutti. Sono utili per illuminare le opere d'arte poiché consente un'emissione di luce molto controllata, tuttavia è un'applicazione ancora molto costosa.
La fibra ottica è puntiforme è costituita da un illuminatore dove è contenuta la sorgente di luce che di solito è una lampada ad allogenuri e poi ci può essere anche un ventilatore o un filtro sia per gli infrarossi che per gli ultravioletti quindi quando questa luce prodotta dalla lampada a scarica si immette nei condotti può essere regolata come si vuole anche colorata se mettiamo dei filtri c'è un buon controllo della luce emessa, però l'efficienza generale del sistema è ancora molto modesta, alla fine dei cavi c'è un terminale che può avere forme diverse a seconda dell'applicazione. Vengono utilizzate per applicazioni di tipo artistico come per l'illuminazione delle fontane.
Quali sono i sistemi di controllo per la luce combinata?
Nei grandi magazzini se si usano lampade fluorescenti lineari con efficienze fino a100 lumen per watt accensione immediata con tonalità variabile e indice di resa cromatica a 98 in quel caso la regolazione automatica è facilissima perché esistono da una decina d'anni i cosiddetti reattori ad alta frequenza tramite o potenziometro per regolare l'intensità o tramite cellula fotoelettrica che regolano con una programmazione stabilita la quantità di luce da emettere.
Se non c'è un tipo di illuminazione programmabile in base a un timer, la cellula fotoelettrica dato il livello d'illuminamento fissato per quel locale se la luce naturale che entra contribuisce  in misura determinante ad ottenere questo livello di illuminamento prefissato automaticamente la cellula comanda le fluorescenti e l'emissione di luce viene comandata in base alla quantità globale.
E fra le ultime novità?
Nel campo delle lampade alogene sono innovative le lampade dicroiche Masterline ES Energy Saver. Si tratta di lampade di lampade dicroiche a bassa tensione dotate della tecnologia ad infrarossi Philips. Generalmente nelle lampade dicroiche tradizionali solo il 10-15% dell'energia consumata produce una luce visibile, mentre il resto si diffonde sotto forma di calore. Il rivestimento ad infrarossi applicato sul bruciatore delle Ma sterline ES, invece, riflette verso il filamento una parte considerevole del calore che andrebbe disperso, in modo tale che la lampada per funzionare consuma una minore quantità di energia. Inoltre, il nuovo bruciatore a doppio attacco, accuratamente posizionato all'interno del riflettore dicroico, consente di ottimizzare l'uso del rivestimento riflettente a infrarossi, offrendo notevoli possibilità di risparmio energetico. I vantaggi della tecnologia a infrarosso sono il risparmio energetico, riduzione del calore (fino al 40% rispetto alle tradizionali lampade dicroiche) e maggiore durata (hanno una vita media di 500 ore, fino al 65% in più rispetto alle lampade dicroiche tradizionali).

Tratto da "Qualità e uso della luce", supplemento di AREA n. 63, Federico Motta Editore

3M Optical Lighting, applicazione scenografica delle fibre ottiche

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