Facciate ventilate in materiale metallico e leghe metalliche

Le tecnologie edilizie messe a punto in questi ultimi decenni consentono di realizzare architetture non più condizionate da rigidi limiti costruttivi e che assicurano prestazioni certe e controllate.
La vastità e complessità delle soluzioni e dei prodotti offerti dal mercato, l'infinita possibilità di variazioni, di assemblaggi, di accostamenti, consentono al progettista di realizzare le proprie fantasie architettoniche. Se da un lato questo fenomeno può consentire lo sviluppo di architetture e soluzioni molto originali e innovative dall'altro il rischio di risultati non controllati da un punto di vista formale è indubbiamente presente.
Lo sviluppo di correnti di pensiero differenti porta a concepire soluzioni architettoniche spesso diametralmente opposte: da un lato la ricerca della tradizione, seppure a volte con soluzioni tecnologicamente avanzate, con l'impiego di materiali definiti tradizionali (ovviamente in relazione alla cultura locale), con un lavoro di attenta lettura delle preesistenze e reinterpretazione o, a volte, mutazione secondo una volontà di inserimento quasi mimetico nel contesto; dall'altro la ricerca di emergere, contrastare, reinterpretare liberamente quelle che sono le condizioni del luogo, dando sfogo a fantasie a volte sfrenate.
Il controllo degli esiti formali risulta molto spesso complesso, in ogni caso il riferimento alla tradizione non è certo garanzia del buon risultato dell'opera.
La ricerca continua, anche in termini formali, va pertanto di pari passo con l'evoluzione tecnologica. È un gioco sottile che ha da sempre caratterizzato la storia dell'architettura: da un lato lo sviluppo della produzione ha spinto nuove ricerche formali dall'altro le fantasie degli architetti hanno contribuito all'evoluzione della ricerca edilizia. Ma se ripercorrendo la storia si incontrano molti esempi nei quali la fantasia dell'architetto andava ben oltre le possibilità tecniche, portando a soluzioni di compromesso o di riduzione del pensiero ideativo, oggi si può affermare che tutto o quasi è tecnicamente possibile.
In alcuni casi si rileva la tendenza a spaziare, a prendere spunto) da tecnologie e produzioni non proprie dell'edilizia, sviluppate per fini totalmente differenti. È in parte il caso dei rivestimenti in leghe metalliche.
Sebbene i rivestimenti in leghe metalliche siano stati impiegati anche nel passato, alcuni esempi si collocano all'inizio del secolo, uno per tutti l'edificio in me Réaumur a Parigi del 1904, nel quale le parti vetrate si alternano a pannelli metallici verniciati secondo una chiara rilettura dello stile Liberty del periodo, è però abbastanza recente la diffusione ditali sistemi, soprattutto in rapporto a tipologie edilizie non industriali ne destinate all'istruzione (per le quali tipiche sono le soluzioni prefabbricate con pannelli metallici).
Maestri dell'architettura moderna hanno sperimentato in varie occasioni l'impiego delle leghe metalliche per le chiusure verticali, per esempio Richard Neutra ha più volte utilizzato pareti d'acciaio naturale o rivestite d'alluminio, adottando differenti brevetti già a partire dal 1936.
Ma forse l'edificio storicamente più rappresentativo dei sistemi di facciata in leghe metalliche è l'Alcoa Building di Harrison e Ahramowitz del 1952. Questo grattacielo, realizzato per l'Aluminium company of America, è interamente rivestito con pannelli in alluminio prefabbricati, irrigiditi mediate conformazioni a punta di diamante rientrante, che conferiscono alle facciate una continua variabilità d'immagine per effetto del chiaroscuro.
L'impiego di materiali non usuali per l'edilizia tradizionale spinge a concepire soluzioni anche estremamente ardite: una per tutte il museo Guggenheim a Bilhao di Frank O. Gehry.
È proprio questo un caso in cui l'ideazione architettonica si è potuta tradurre in realtà grazie alla disponibilità produttiva di soluzioni e materiali non ancora sperimentati per la costruzione edilizia. Indubbiamente l'effetto formale non sarebbe risultato lo stesso con l'impiego di altri materiali, perché la composizione architettonica viene definita e supportata dalle caratteristiche del titanio, impiegato per il rivestimento dei volumi in contrapposizione con il marmo.
La notevole libertà compositiva consentita dall'impiego di rivestimenti in leghe metalliche è da rapportare sia alle caratteristiche dei materiali impiegati sia, concettualmente, all'impiego ancora recente di prodotti non concepiti inizialmente per il rivestimento di facciate e sviluppati per impieghi industriali differenti.
È infatti storia recente quella che vede l'impiego diffuso di leghe metalliche, oggi sempre più sofisticate grazie alla costante ricerca industriale, anche in edilizia, dove le caratteristiche specifiche dei rivestimenti metallici consentono non solo di definire architetture inconsuete, particolari per forma e aspetto, ma anche percezioni variabili a seconda delle ambientazioni esterne, delle condizioni atmosferiche e meteoriche. Avviene in parte quello che si verifica con le facciate continue, ma con effetti di riflessione meno accentuati, con giochi di luce generalmente mai abbaglianti ma sempre mediati dal tipo di finitura del materiale.
La colorazione naturale, piuttosto che i differenti trattamenti superficiali, satinati, lucidi, corrugati, nervati o le verniciature, lucide o opache, consentono di variare anche notevolmente l'immagine di un edificio.
Inoltre la possibilità di concepire l'involucro esterno una pelle metallica plasmabile e discosta dal supporto o  addirittura dalle suddivisioni funzionali interne, libera ulteriormente il progettista da vincoli, sviluppando soluzioni estreme, la voglia di creare immagini non riconoscibili secondo gli archetipi tradizionali, rompendo  riferimenti geometrici e dimensionali la lettura e il riconoscimento delle singole parti dell'edificio. Non più facciate, coperture, serramenti ma superfici continue, involucri globali che formano un tutt'uno  tra piani verticali, orizzontali, inclinati, senza soluzione di continuità.
Si accentua, pertanto la possibilità di deformare le geometrie, di inclinare, arrotondare i piani, di separare le funzioni, la distribuzione, l'architettura degli interni dalla pelle esterna concependo contenitori le cui destinazioni non sono immediatamente individuabili perché non riconducibili a memorie  storiche tradizionali.
Nel caso di ristrutturazioni, invece, il recupero delle facciate mediante l'impiego di rivestimenti metallici ventilati consente di rinnovare completamente l'immagine di un edificio, pur  non variandone , di fatto, i riferimenti geometrici e funzionali.
L'immagine di leggerezza che conferisce un rivestimento in metallo si può contrapporre a materiali con differenti impatti architettonici. Gli abbinamenti possono essere molteplici e a  volte anche di forte contrasto.
Tipico è, di fatto, l'impiego di leghe metalliche per trasmettere leggerezza in contrapposizione alla pesantezza, per esempio dì un granito. Nel progetto della Torre senza fine Jean Nouvel comunica questo concetto di alleggerimento man mano che si procede verso l'alto proprio impiegando rivestimenti in granito nero nella porzione inferiore, alluminio in quella intermedia e vetro nella parte terminale. È di fatto un discorso di pura immagine: le tecnologie attuali consentono di realizzare rivestimenti in granito anche con spessori (e quindi pesi) molto ridotti.
 
Bibliografia:
E. Gregorini, I rivestimenti esterni- materiali e sistemi, Maggioli Editore, Rimini, 1996.
Manuale di progettazione edilizia, tipologie e criteri dimensionali vol. 1, Ulrico Hoepli editore, Milano, 1995.
Manuale di progettazione edilizia, materiali e prodotti vol. 5, Ulrico Hoepli editore, Milano, 1995.
C. Amerio, G. Canavesio, Materiali per l'edilizia, vol. 2, SEI, Torino, 1996.
Parete in lega metallica

Parete in lega metallica