Garaventa
©Anna Positano

Genova è una città austera e solida. Conscia della severità del contesto in cui si è sviluppata, è cauta nel cambiamento, ma quando lo intraprende sa essere ardita, soprattutto in ambito strutturale e tecnologico. La scuola Garaventa - Don Gallo si trova ai piedi della collina di Castello, la parte di centro storico più antica della città, caratterizzata dal compatto tessuto medievale e da elementi architettonici significativi a livello urbano, come Porta Soprana, la Chiesa di San Donato con il caratteristico campanile ottagonale e la Chiesa di Sant'Agostino. Gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, la zona di Porta Soprana e di piazza Sarzano è stata oggetto di un significativo processo di riqualificazione urbana solo negli ultimi decenni del '900.

(©Anna Positano)
©Anna Positano

Il recupero a destinazione museale (progetto Franco Albini, Franca Helg) del monastero di Sant'Agostino, il trasferimento della facoltà di architettura nel complesso di piazza Sarzano (comprendente il riuscitissimo nuovo edificio di Ignazio Gardella) l'apertura della nuova sede del Teatro della Tosse in Stradone Sant'Agostino, la nuova stazione della linea metropolitana in Piazza Sarzano (progettata da Hembert Peneranda) e, in ultimo, la costruzione della scuola Garaventa - Don Gallo hanno riportato vitalità e vivibilità nel quartiere: si sono allontanati gran parte dei fenomeni malavitosi e la movida serale ha trovato qui il suo epicentro. Il lotto della scuola è vicino al margine del tessuto medievale pedonale e scosceso, in posizione privilegiata per luminosità, perché si trova accanto a uno spazio aperto, anch'esso dovuto ai bombardamenti del secondo conflitto mondiale.
Il fatto che il lotto sia stato a lungo recintato ed escluso dalla vita della città ha, forse, reso più naturale per il progettista, l'amburghese Jorg Friedrich, non ricostruire linee e volumi di un contesto ormai dimenticato. L'edificio ha un carattere assolutamente moderno, tuttavia non si pone com un oggetto a sé stante, ma instaura un forte dialogo con gli allineamenti, le altezze, le proporzioni delle bucature dell'intorno. Le finestre, che si aprono da pavimento a soffitto, offrono molti e diversi scorci sul centro storico rafforzando il legame tra l'interno e la città. Il basamento dell'edificio è rispettoso degli allineamenti e ricostruisce la sezione dei percorsi preesistenti, ma il volume soprastante si affranca dal perimetro del lotto e si articola liberamente in una forma spezzata che consente un maggiore sviluppo della facciata e una migliore esposizione per tutte le aule; gli accessi all'edificio sono due, a due piani diversi. La scuola può ospitare fino a quasi cinquencento bambini nelle aule al primo, secondo, terzo e quarto piano; attualmente l'edificio ospita una scuola primaria e una secondaria, con aule dedicate ad attività musicali, all'espressione artistica, all'educazione motoria e all'informatica.

(©Anna Positano)
©Anna Positano

Al piano terreno e al primo si trovano la biblioteca, la segreteria, la mensa e la cucina. Il comparto dedicato alla scuola, aperta dal gennaio 2013, comprende anche il settecentesco ex Oratorio di Nostra Signora del Suffragio, che è tuttora in corso di recupero. L'ex oratorio farà parte integrante della scuola e verrà utilizzato anche come auditorium pubblico aperto alla città e come biblioteca. La scuola è aderente all'oratorio, ma la struttura è indipendente e distaccata, a tutta altezza accanto all'ex oratorio, dove il muro settecentesco comincia a incurvarsi nell'abisde; è al piano terreno di questo volume che si aprirà l'accesso principale all'oratorio. Al primo piano si trova l'accesso principale di Vico Mezzagalera, anticipato da una raccolta agorà esterna. Nel volume a tutta altezza si gioca il confronto fra la muratura ruvida e dorata dell'ex oratorio e le superfici lisce della nuova costruzione vestite, nell'intradosso delle rampe, di colori brillanti indicativi dei piani.

(©Anna Positano)
©Anna Positano

Il colore è un tema importante, che corre in tutto l'edificio: ogni piano è caratterizzato da un colore preannunciato dalla scala e sviluppato nel pavimento e in qualche campitura verticale negli spazi di distribuzione. Visitando la scuola colpisce poi il fatto che la disposizione dei banchi e delle cattedre abbia una configurazione diversa in ogni aula: disposizione per lezioni frontali in cui il docente è più o meno staccato dagli alunni, disposizioni a cerchio, a "isole", disposizioni assolutamente libere e mobili. Il dirigente della scuola, Michele Raggi, una persona che profonde grande energia nel suo lavoro, spiega che nella scuola Garaventa - Don Gallo è molto vivo il dibattito sulla didattica e sui metodi, e ne è molto fiero: come sempre, la qualità dello spazio ne favorisce l'appropriazione.

(©Andrea Bosio)
©Anna Positano