sala da concerto – Reykjavik. Situato al confine tra terra e mare, l'edificio è una grande scultura luminosa e cangiante che riflette il cielo, il porto della capitale e la natura circostante, a pochi chilometri dal circolo polare artico.

L'Harpa Concert Hall and Conference Center nasce come parte di un più ampio progetto, denominato East Harbour, di rifacimento del vecchio porto orientale di Reykjavik, progetto in parte ridimensionato per motivi economici che hanno portato anche alla partecipazione pubblica l'investimento per la costruzione del Centro. L'obiettivo generale del progetto è quello - attraverso la costruzione di una nuova piazza, una strada commerciale, un hotel, edifici residenziali, strutture educative e terziarie - di rivitalizzare la zona e creare una migliore connessione tra il centro città e il porto. 
Harpa, il nome dell'edificio, fa riferimento sia allo strumento musicale sia a un termine della cultura islandese; nel calendario nordico, harp indica il primo mese di primavera, un nome che è, quindi, anche un auspicio.

L'edificio nasce dalla collaborazione tra i progettisti di Henning Larsen Architects, con Batterid Architects e Olafur Eliasson, un artista visuale danese-islandese famoso per le sue sculture e installazioni ispirate agli elementi della natura. La posizione isolata dell'edificio oltre a farne un attrattore visuale e un'icona per la capitale, ne esalta i mutevoli effetti di luce delle facciate, in contrasto con le strade strette e ombreggiate del resto della città. I volumi si ispirano alla natura circostante, ai ghiacci, alla roccia, alla luce cangiante. Sono composti sostanzialmente da due grandi solidi accostati e compenetrati, entrambi a pianta irregolare pseudo-trapezoidale e con facciate diversamente inclinate e poste su piani diversi. Il più alto dei due volumi ospita l'auditorium principale da 1.800 persone con il grande e spettacolare foyer pluripiano che si estende su tutti i 43 m d'altezza dell'edificio, verso la facciata principale sud; l'altro, più basso, una sala conferenze, una grande sala prove e concerti e una terza sala, ai piani inferiori, dedicata alla musica da camera e al jazz, sale flessibili sia nel numero dei posti che nella configurazione del palco. Il complesso, che copre 28.000 mq, oltre alle quattro sale da concerto e all'ingresso principale al piano terra che si apre sul prospetto sud dell'edificio basso, ospita bar e ristoranti con vista verso il mare, i monti e il centro urbano, nonché zone backstage con uffici amministrativi, sala prove e vestiario nella parte posteriore dell'edificio. Le tre sale principali sono poste al secondo piano una accanto all'altra, con l'accesso del pubblico da sud e l'accesso al backstage da nord. Al sesto e al settimo piano vi sono spazi per spettacoli, ricevimenti e banchetti. Le quattro sale si ispirano ai quattro elementi naturali: aria, acqua, terra e fuoco; ad esempio la sala concerti principale, cuore del complesso, ha pareti e balconate finite con betulla rosso fuoco e il suo nome, Eldborg, è quello di uno dei maggiori crateri vulcanici dell'isola. È un parallelepipedo con struttura di calcestruzzo armato gettato in opera la cui acustica è adattabile a diversi tipi di strumentazioni e di organici, con configurazioni variabili e soluzioni tecniche avanzate. Tutta la struttura interna è costruita interamente di calcestruzzo armato, un volume scuro che racchiude le sale per le riunioni e la musica, in contrasto con la trasparenza delle facciate, che rappresentano senz'altro l'aspetto più notevole dell'edificio.

I fronti sono di acciaio e vetro, con una struttura costituita da forme geometriche sia solide, simili a cristalli, sia bidimensionali, in grado di catturare e riflettere la luce naturale in una interazione continua tra gli spazi collettivi interni, la natura circostante e la città. La facciata principale è composta da elementi prismatici dodecaedrici con struttura autoportante di acciaio che ricordano una struttura alveolare, tamponata da vetri di differenti colori e diversamente illuminabili tramite LED che formano riflessi caleidoscopici. Il disegno reticolare delle altre facciate, bidimensionali, è ricavato da sezioni verticali della facciata sud. In tutte le facciate, i colori e la luminosità mutano secondo la luce esterna, l'ora e le stagioni, creando effetti suggestivi: l'idea generatrice è quella di "smaterializzare" l'edificio come entità statica per lasciarlo rispondere ai colori circostanti, alle luci della città, al colore del mare e alla luminosità del cielo. In questo modo le facciate cambiano secondo l'angolo visuale e, con un paesaggio in continuo cambiamento, l'edificio appare in una variazione pressoché infinita di colori.


scheda progetto

luogo: Reykjavik, Iceland

cliente: Harpa

progetto architettonico: Henning Larsen Architects and Batteriid Architects

progetto paesaggistico: Landslag efh and Lisbeth Westergaard

collaboratori: Consulenti: ASK Architects, Almenna Consulting Engineers, Verkis Consulting Enginners, Verkhonnun Engineers, Jasper Parrott (international consultant) e Vladimir Ashkenazy (artistic adviser); Consulenti acustici: Artec

impresa di costruzione: IAV hf., Iceland Prime Contractor Ltd.

progetto facciate: Olafur Eliasson and Studio Olafur Eliasson in collaborazione con Henning Larsen Architects

fornitori: Sistemi acustici: Artec Consultants Inc.; Attrezzatture teatrali: Waagner Biro; Soffitti: CEIR, Sindri; Pavimentazioni: SHelgason; Aria Condizionata: Islfot, IV product; Illuminazione: Exton, Zumtobel; Tetto: Idex; Poltrone: Quinette Gallay; Rivestimento muri nelle sale: Axis, HBH e Sogin; Vetro interno e partizioni pieghevoli: Exton; Sistemi sanitari: Sanistal; Ascensori e scale mobili: Kone

tempi di realizzazione: 2007-2011

superficie costruita mq: 28.000

scheda studio

Studio: Henning Larsen Architects

Indirizzo: Vesterbrogade, 76

Città: Copenhagen, Denmark

Telefono: 0045 82 333000

Fax: 0045 82 333099

e-mail: mail@henninglarsen.com

www: www.henninglarsen.com