IKMZ Brandenburg Technical University Cottbus information, communications and media center  

Località Cottbus, Germania
Cliente Liegenschafts und Bauamt Cottbus
Progettisti Herzog & de Meuron
Gruppo di progettazione Jacques Herzog, Pierre de Meuron, Harry Gugger, Christine Binswanger, Ascan Mergenthaler Jürgen Johner, Florian Marti, Sarosh Anklesaria, Jens Bonne, sen, Massimo Corradi, Jacqueline Gäbel, Diana Garay, Ana Inacio, Carla Leitão, Yves Macquat, Matei Manaila, Laura McQuary, Kathrin Reichert, Miquel Rodriguez, Heeri Song, Marco Volpato
Strutture Pahn Ingenieure GmbH, Gross-Gaglow
Direzione cantiere Höhler + Partner, Aachen/Germany
Impianti meccanici Elektro: Kügler + Wallstein, Cottbus
Haustechnik: IKL + Partner, Leipzig und Prof. Hänel, Cottbus
Progettazione 1998/99 > 2001
Realizzazione 2001 > 2004
Superficie costruita 12.667 m2

L'Università Tecnologica di Brandenburgo Cottbus (BTU) è stata fondata nel 1991 in seguito alla riunificazione della Germania. Sorta sul precedente sito dell'Università di Ingegneria Civile ed altri istituti, l'università ha edifici costruiti secondo un'uniformità di stile che li vuole essenzialmente della stessa forma, altezza e materiale. Nei primi anni Novanta, fu bandito un concorso per la modernizzazione e lo sviluppo del nuovo BTU. La proposta concorsuale prevedeva la collocazione di due blocchi rettangolari nell'area ad ovest del campus universitario in grado di ospitare la biblioteca e l'edificio principale destinato alle aule-conferenza in modo da integrare alla città queste zone dell'università già utilizzate dalla popolazione del Cottbus. Alla ripresa del progetto l'auditorium principale era già stato collocato altrove all'interno del campus, per cui giungemmo alla conclusione che la biblioteca dovesse essere un edificio diverso: un punto di riferimento solitario che comunicasse, all'interno della circostante architettura urbana, il nuovo spirito dell'università e riuscisse a relazionarsi con i dintorni. La pianta assomiglia ad un'ameba che si espande e scorre nel paesaggio circostante. Ma siamo certi che si tratti di una forma puramente accidentale frutto di una ispirazione artistica spontanea, espressione di sentimenti personali degli architetti? Anche se a prima vista pare effettivamente tale, ad un'analisi più attenta dimostra di essere la configurazione di diversi flussi di movimento. Abbiamo quindi fatto dei modelli di elaborazione delle sequenze motorie testandone la qualità e specialmente la capacità di riorganizzazione e ristrutturazione dello spazio urbano. L'edificio vetrato della biblioteca si erge invitante di fronte all'ingresso principale del campus e da questo punto di osservazione appare come un corpo ancorato al parco. Quando ci si avvicina all'edificio dal centro città oppure dal nord, la biblioteca assume un aspetto completamente nuovo - più snello, quasi come una torre indipendente. L'edificio ha un aspetto diverso da ogni punto di osservazione lo si guardi ciononostante rimane una forma continua, un insieme che fluisce. Anche se apparentemente organico ed esplicitamente auto-referenziale, il suo design deriva anche dall'esplicita intenzione di dare al sito una nuova qualità topografica all'interno del contesto urbano. Questa filosofia caratterizza anche gli interni dell'edificio, la cui forma permette di realizzare aule di lettura di grandezza diversa ed orientate secondo tutte le direzioni ma inserite nell'insieme più vasto della biblioteca, rappresentato da un singolo spazio interno collegato, un continuum spaziale. Seguendo una disposizione ortogonale, i livelli sono ritagliati in modo che ognuno abbia una forma diversa, generando un'affascinante tensione tra i piani e il guscio continuo dell'edificio. L'essere riusciti ad eliminare alcune aree di ingombro in ogni livello dell'edificio ha permesso una considerevole libertà nel progettare le sequenze spaziali interne. Alcune sale di lettura hanno un'altezza di due o tre piani, dando la sensazione di un'estrema spaziosità, mentre altre sono più intime, con soffitti intenzionalmente bassi; molte aule sfruttano l'illuminazione diurna proveniente dai lati o dall'alto, seguendo la superficie del curvo involucro vetrato, mentre altri spazi di lavoro risultano quasi schermati essendo collocati nelle gallerie. Una grande scala a chiocciola di sei metri di diametro attraversa la struttura collegando tutti i piani, come un oggetto indipendente, scultoreo che dà un orientamento all'interno dell'edificio. Le scale sono talmente spaziose da assicurare non solo un accesso immediato a tutti i piani, ma creando anche spazi per chi vuole fermarsi a parlare per un momento. I colori scelti per le sale di lettura, con la loro atmosfera di quieta concentrazione, sono il grigio e il bianco. I temi architettonici sono lo spazio, la luce, il campo visivo. Le aree interne adibite al deposito dei libri e degli altri media sono colorate secondo uno spettro di colori che ritroviamo sotto forma di strisce sui pavimenti, sui supporti e sulle pareti seguendo il sistema ortogonale, facilitando così l'orientamento ma senza stabilire un codice secondo i campi di studio. I colori si riflettono nei soffitti e negli scaffali metallici dando effetti quasi psichedelici. Un velo bianco è stampato su entrambi i lati dell'involucro vetrato dell'edificio. Testi di lingue ed alfabeti diversi sono sovrapposti in così tanti strati da non risultare più leggibili, anche se l'origine del segno scritto rimane inequivocabile. Il disegno stampato rompe il riflesso, eliminando la durezza del vetro e rendendo omogeneo il corpo dell'edificio.

Estratto da Materia n° 50

Pianta generale Pianta piano terra Sezione trasversale