Simonswerk, azienda tedesca di Rheda-Wiedenbrück con oltre 500 dipendenti e una presenza in 35 Paesi, copre praticamente tutte le richieste per porte interne, porte di edifici pubblici e porte d’ingresso in legno, acciaio, alluminio e vetro. Con questa specializzazione, l’azienda ha raggiunto la leadership in Germania e in numerosi mercati esteri e commercializza i propri prodotti in oltre 70 Paesi al mondo. Con un fatturato 2014 di 88 milioni di euro, dei quali il 43% nei mercati esteri, l’azienda possiede un alto tasso di innovazione, con soluzioni cross-market, un’ampia gamma di servizi e una qualità costantemente controllata.

Parliamo di internazionalizzazione con Luca Marcon, sales manager per l’Italia di Simonswerk.

Quali sono le fiere più interessanti per il vostro business?
Nel 2014 Simonswerk ha presentato i propri prodotti in ben 15 manifestazioni fieristiche a livello internazionale e altrettante sono già pianificate per il 2015. Germania, Italia, Francia, Russia, Turchia, Emirati Arabi, Cina, Messico, Colombia e Brasile. Questi sono solo alcuni dei Paesi dove l’azienda promuove il proprio brand e i propri prodotti. Cerchiamo di prestare particolare attenzione e interesse alle manifestazioni rivolte all'edilizia e soprattutto all'architettura. Non vendiamo solo un prodotto ma offriamo soluzioni innovative che rispondono a concrete esigenze di produttori, architetti e designer. Nel 2013 ci siamo presentati in Italia al Made expo e nel 2014 abbiamo partecipato alla prima edizione italiana di Architect@Work. Per il 2015, in Italia, saremo presenti in entrambe le manifestazioni con uno stand ricco di novità.

Come affrontate il mercato internazionale e quali passi avete compiuto per implementare la vostra presenza all’estero?
Il primo passo per affrontare in modo serio e attivo un nuovo mercato sta nel trovare le persone giuste. Persone in grado di trasferire il valore aggiunto che l’azienda è in grado di offrire ai propri clienti. Sia che si tratti di porte interne o di ingresso, è essenziale trasmettere l’idea che esse rappresentano oggi elementi di design e concorrono, insieme ai mobili, a definire il carattere e l’estetica di un ambiente. Negli ultimi anni abbiamo assistito a cambiamenti radicali in questo settore. Non più solo porte di dimensioni standard che permettano l’accesso alle persone, ma porte a tutt'altezza, con telai e ferramenta a scomparsa. Non più solo porte in legno, ma porte che miscelano e combinano materiali diversi come la pelle e i tessuti, il vetro, l'alluminio, la pietra alleggerita. Non più solo porte da aprire e chiudere, ma porte con cui interagire grazie all'integrazione di sistemi domotici e di controllo degli accessi. Non più semplici elementi per chiudere degli spazi, bensì porte per arredare gli ambienti. In questo processo di cambiamento le cerniere hanno assunto un ruolo importante e a volte decisivo per l'architetti e designer attenti sia all'aspetto estetico che alla funzionalità del prodotto.
Da due anni sono il responsabile commerciale per l'Italia di Simonswerk. Precedentemente ho lavorato per quasi 10 anni sui mercati internazionali, sempre nel settore. A differenza di altri Paesi europei, in Italia manca quella che io chiamo "la cultura della cerniera". Si dà per scontato che la porta debba funzionare e non si operano scelte consapevoli sul "come" la porta si debba aprire e sul "per quanto tempo" la porta debba funzionare. La recente crisi ha ridotto drasticamente la cantieristica residenziale e ha favorito quelle aziende che hanno saputo affrontare i mercati internazionali e i contract in modo strutturato. Se in ambito residenziale il movimento delle porte è limitato all'utilizzo familiare, nel contract le cerniere sono soggette a stress molto più importanti: la scelta consapevole del sistema di movimentazione è quindi presupposto essenziale per il buon funzionamento del prodotto finito.
Oggi architetti e designer hanno a disposizione una moltitudine di soluzioni innovative. Soluzioni che permettono di progettare e produrre la porta, con la consapevolezza che esiste un sistema di cerniere in grado di movimentarla.

Descriva uno dei vostri progetti più stimolanti.
Una delle realizzazioni più importanti per Simonswerk è lo Schlosshotel Steinburg.
Situato sopra la città bavarese di Würzburg che segna l’inizio della famosa Strada Romantica, lo storico Hotel Castello Steinburg offre una vista mozzafiato sulla città barocca e sui rinomati vigneti delle colline circostanti. Per sviluppare appieno tutte le potenzialità dell’albergo, Lothar Bezold, rappresentante della terza generazione della famiglia proprietaria, l’ha dotato di una nuova ala moderna di 3.000 metri quadri chiamata ‘Refugium’ che crea un contrasto stimolante con la parte storica dell’edificio. Dalle linee rigorose e pulite e dall’architettura decisamente contemporanea, la nuova struttura, firmata dall’architetto Reinhard May, include 63 camere e ben sei sale congressi. Colori tenui, materiali naturali come la pietra a vista e il legno, ampie aperture vetrate che lasciano fluire la luce diurna, grandi porte interne che si fondono nei muri, il tutto è all’insegna della tecnologia più performante per un comfort e un design ottimali.
Essenziale è la cura dei dettagli che segnano l’eccellenza dell’opera. Per movimentare le ampie porte complanari del ‘Refugium’, l’architetto ha scelto il nostro sistema di cerniere a scomparsa “Tectus”. Belle e invisibili per una massima linearità, le cerniere Tectus permettono le aperture/chiusure di ante che pesano fino a 300 kg e garantiscono il perfetto allineamento con il telaio grazie a una comoda regolazione in 3D. In altre aree, invece, il progettista ha adottato il sistema di cerniere con corpo a vista “Variant VX” nei materiali nobili bronzo e acciaio inox. Particolarmente adatte negli edifici ad alta frequentazione come centri congressi e hotel, le cerniere Variant VX assicurano la movimentazione delle ante in tutta sicurezza e a lungo termine.