Il LAC dichiara, già nella struttura, la sua nuova centralità urbana. Affacciato sul lungo lago, afferma un nuovo spazio urbano generando la grande e accogliente piazza Luini, dalla quale si snodano percorsi di accesso al sistema museale, ma anche alla centralissima via Nassa, al cinquecentesco complesso della Chiesa degli Angeli, sino al retrostante parco che, risalendo la collina, connette alla città alta. Ed è proprio questo l’intento che ha guidato la progettazione di Ivano Gianola, architetto locale ed esponente della Scuola Ticinese, che ha vinto il concorso internazionale nel 2002: strutturare, prima ancora che un pieno, il vuoto al suo intorno, cioè quella fitta e delicata trama di relazioni urbane che sole possono attivare e potenziare l’oggetto urbano. “La piazza”, diceIvano Gianola, “di per sé è il vero progetto, dal momento che non sono mai gli edifici a incarnare l’anima di un progetto ma gli spazi vuoti”. Il processo di trasformazione dell’area è stato lungo e complesso, per oltre trent’anni ha visto incertezze amministrative, economiche, progettuali e anche opposizioni di parte della cittadinanza.

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Dalla prima idea di realizzare un polo culturale riadattando lo storico Hotel Du Parc – Palace, si è progressivamente giunti a quella di realizzare una struttura interamente nuova, accostata all’edificio ottocentesco da trasformare, invece, in residenza di lusso (appartamenti di grandi superfici, finiture di pregio, eccezionali viste sul lago), generando così parte delle risorse necessarie al nuovo LAC. Dello storico hotel, a seguito di specifico referendum, si sono conservate quindi le sole due facciate monumentali, costruendo interamente ex novo tutto il volume residenziale retrostante, mantenuto nel sedime originario e quindi fortemente giustapposto, quasi incastrato nell’antico complesso monastico. Questo primo intervento, realizzato da privati a partire dal 2005, e nel mentre integrato da ulteriori risorse pubbliche (Federazione, Cantone, Comune) per un totale di circa 170 milioni di franchi, ha consentito di attivare il secondo step: la costruzione del nuovo LAC iniziata nel 2006 e terminata nel 2014 (inaugurata poi con un anno di ritardo a causa di alcuni aggiustamenti in corso d’opera).

Il risultato è certamente interessante soprattutto quanto a multifunzionalità e attrattività, sia sotto il profilo delle funzioni inside (museo, auditorium, sale eventi, laboratori, negozi, caffetterie/ristoranti, appartamenti) sia delle funzioni outside a esse integrate (piazza, parco, percorsi urbani, corti, spazi a uso pubblico e privato). Il nuovo edificio, di oltre 29.000 metri quadrati di superficie e rivestito in vetro, granito e marmo verde del Guatemala (“che richiama la Natura” dice Gianola) si proietta verso il lago con una grande L raccordata al rinnovato Palace mediante un corpo di vetro totalmente trasparente su ambo i lati (lago-collina) che ricompone e riflette fronti edilizi, verde, luce e i cittadini che lo abitano, risalendo le lunghe scalinate sino al ristorante in copertura e alla balconata affacciata sul parco. All’interno, la grande hall, di circa 650 metri quadrati di superficie, è cerniera dell’intero complesso e disimpegna, sul lato sud, i tre piani espositivi raccordati da scale mobili e strutturati per accogliere gli spazi museali della collezione permanente di Lugano e del Cantone Ticino, le mostre temporanee e le installazioni site specific; lo spazio -1 ospita la collezione d’arte moderna e contemporanea di Giancarlo e Danna Olgiati. Sul lato nord, il grande auditorium da 1000 posti è interamente rivestito in legno e dotato di soluzioni tecnologiche flessibili e adattabili alle diverse esigenze di spettacolo (concerti, teatro, danza, eventi, conferenze, proiezioni), dal palco e boccascena modificabili sino alla speciale conchiglia acustica modulare e removibile. Accanto a questo sono il teatrostudio e alcune sale multiuso, per didattica e attività pluridisciplinari. Al piano terra la grande hall vetrata ospita la biglietteria, il foyer/guardaroba, una caffetteria, un bookshop e locali di servizio e disimpegna, verso l’esterno, l’agorà gradonata che risolve il rapporto strutturale e funzionale tra nuovo edificio e parco-collina retrostanti. In interrato, un parcheggio pluripiano per 250 posti auto, anch’esso coordinato alla valenza artistica dell’intero complesso mediante tre allestimenti site specific realizzati dall’artista svizzero Felice Varini che ne decorano rampe e accessi.

Il progetto è stato, inoltre, integrato a obiettivi di sostenibilità con specifica attenzione al lago antistante, sia per quanto attiene l’apposito sistema di pompaggio delle acque per la climatizzazione dell’intero complesso, sia per la contestuale rivitalizzazione dell’ecosistema litoraneo sublacuale, mediante idonei ripascimenti con parte del materiale di scavo appositamente pre-trattato. Come nelle premesse del progettista, il nuovo LAC non è una struttura ammaliante, non vuole né stupire né competere con edifici più up to date altrove realizzati. Punta piuttosto a fornire uno spazio adeguato alle richieste della città, assolvendo le funzioni previste e potenziandone le interazioni relazionali e d’uso. E sin dall’inaugurazione ha funzionato, prestandosi a una settimana di eventi aperti alla città, tra concerti in piazza, nell’agorà e nel parco, nelle sale laboratorio e nella Chiesa degli Angeli (sotto il prezioso affresco di Bernardino Luini), tra artisti di strada, cittadini, luci, suoni, colori in una grande kermesse vincente.

FOTOGRAFIE
Studio Pagi, Flora Vallone
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