libri – L'Università di Firenze ha ospitato nell'Aula Magna del Rettorato la conferenza, organizzata dalla Fondazione Florens, del grande paesaggista francese Gilles Clément che nell'occasione ha presentato in anteprima il suo nuovo libro.

La sala era gremita e rumorosa quando Clément ha iniziato a parlare. Le sue prime parole che ho percepito, usava l'inglese, sono state "parlerò di gardening emotion" e mi ha entusiasmato subito. Cominciamo bene ho pensato, sono laureato in Arte dei giardini e quindi sensibile. Ho ascoltato tutta la prima mezz'ora di conferenza con questo filtro mentale delle emozioni. Lui svolgeva la sua filosofia dispensando lezioni di vita, in realtà parlava di piante, ma poteva trattarsi di persone e dinamiche esistenziali "fare questo giardino mi è costato poca energia perché i semi erano già tutti lì, aspettavano di trovare una nuova vita" parlava di piante o di come alimentare quello abbiamo dentro di noi?

"Lo spostarsi delle piante nel giardino, che crescono oggi qua domani più in là, a seconda di dove i semi attecchiscono meglio, ha a che fare con l'energia del giardino" crescita di vegetali o indicazioni subliminali su come trovare il proprio posto nel mondo?

"Il movimento dei semi cambierà l'aspetto del giardino" hortus o mutamenti epocali dati dai grandi spostamenti di masse umane?
Fino a "il giardiniere segue il movimento delle piante, è lui il vero disegnatore del giardino nel tempo" parla di Dio, mi sono detto!

Cominciavo anche a capire meglio il concetto di Giardino Planetario, tema e titolo di una sua precedente pubblicazione, in fin dei conti una riflessione sulla città globale e l'azione antropica sulla natura; sulla mescolanza planetaria di umani, animali e piante che "minaccia la diversità specifica mettendo in concorrenza specie con differente vitalità" e rende il giardino, qualunque giardino, il "luogo privilegiato" di incontro di questi flussi. Mentre ripensavo a questi temi e condividevo l'aver accennato, nell'introduzione, ad emozioni arriva una dia con la copertina del nuovo libro "Giardino in movimento", era quindi "Garden in motion" e non "Gardening emotion" l'inspirazione del nostro "giardiniere globale", come Clément ama definirsi.  Il fraintendimento della frase nel brusio della austera sala mi aveva fatto interpretare il suo pensiero da un punto di visuale diverso.

Dovevo quindi ri-tarare il mio sentire su una differente piattaforma concettuale per essere sicuro di averne interpretato correttamente le idee. Interessante, ma a pensarci bene cambiava qualcosa?

Lui continuava le sue bordate filosofiche "l'architetto non può progettare tutto. Il paesaggio, il giardino, cambiano continuamente. E' il giardiniere che decide cosa lasciar crescere e cosa no".

"Dobbiamo conoscere la biodiversità genetica, necessaria per l'evoluzione".

"Capire l'importanza degli insetti nell'eco-sistema è fondamentale".

Non erano forse emozioni in movimento quelle che, a quel punto silenziosa, la sala stava ricevendo dal vibrante paesaggista, agronomo, ingegnere, botanico, entomologo e sperimentatore scientifico sui temi "verdi" per eccellenza?

Giardino in movimento è un libro che possiamo definire site-specific, dove tante belle immagini arricchiscono un testo a metà fra un manifesto di idee e un manuale botanico, che illustra il metodo Clément per la conservazione, la rigenerazione e la generazione di biosfere in cui specie vegetali e insetti nativi che decidono di resistere coesistono con i nuovi arrivati, che si adattano e crescono nelle condizioni specifiche del sito, per creare future identità locali.

Un paesaggista, Clément, che considera importante nel suo lavoro non tanto il design quanto la Vita, "la cosa che è più preziosa e imprevedibile".

Bibliografia
Il giardino in movimento, Quodlibet, 2011
Il giardiniere planetario, 22 Publishing 2008
Manifesto del terzo paesaggio, Quodlibet, 2005