Exterior rendering MMMCorones (C) ZAHA HADID

Uno dei più spettacolari progetti dell'arco alpino sta nascendo in questo periodo sul Plan de Corones. Nell'estate del 2013, nel regno dello sci numero uno in Alto Adige ed in Italia, sono iniziati i lavori per la realizzazione del MMM Corones. A 2.275 metri di altitudine, i visitatori entreranno in un museo dietro al quale si trovano due personalità di eccezionale caratura mondiale. Con la realizzazione del suo "Messner Mountain Museum Corones", Reinhold Messner chiude e corona l'eccezionale galleria di sei musei della montagna che egli ha costruito e donato alla sua terra mentre per dare vita a questa eccezionale opera lo Skirama Plan de Corones, nella sua veste di committente, è riuscito ad assicurarsi le prestazione di un'archistar di levatura mondiale, Zaha Hadid.

L'ambiziosa collocazione logistica unita all'esclusiva particolarità dell'opera, un museo sotterraneo dedicato alla montagna, ha ispirato in modo particolare la regina britannica degli architetti che ha deciso realizzare in vetta al Plan de Corones non solo il museo più "alto" di tutto l'Alto Adige, bensì anche il primo edificio di questa provincia costruito secondo criteri parametrici, concetti ai quali sono strettamente legate le opere di Zaha Hadid.  Il fondamento di questo stile si basa sull'impiego delle tecniche di sviluppo digitale. In questo modo può nascere un'architettura della "forma libera", capace di esercitare un fascino del tutto particolare su chi la osserva grazie, ad esempio, alle linee morbide e fluide cui essa conduce. In quest'ambito la Natura per prima gioca un ruolo fondamentale. Essa infatti "impregna" lo sviluppo parametrico tanto che le forme architettoniche paiono fondersi nell'ambiente esterno. Come delle cascate, le scalinate conducono verso i tre sottostanti livelli espositivi ricavati profondamente nel ventre della montagna. Solo l'ingresso è visibile dall'esterno. Poiché la superiorità dell'angolo retto è un concetto che non vale per l'archistar britannica, già l'edificio museale si presenta impressionante. Dalle doppie superfici ricurve, il visitatore ne ricava una nuova percezione degli spazi all'interno della montagna, "sentendoli” come una struttura dinamica. Lo sguardo cerca così, automaticamente, di nuovo l'esterno attraverso le aperture vetrate verso le quali, all'interno, corrono tre gallerie. Si apre così un palcoscenico naturale unico: un panorama montano su 240° che spazia dalle Alpi della Zillertal, all'Ortles fino alle Dolomiti. Focus materiali: il cemento Il perché, per gli architetti, il cemento rappresenta il materiale di rivestimento ideale per questo progetto, lo spiega Cornelius Schlotthauer, Senior Associate di Zaha Hadid Architects e direttore di progetto del MMM Corones. "Impiegare il cemento sia per i rivestimenti esterni che interni della struttura, per noi è stata una scelta ovvia visto che esso, accanto ad ottime proprietà come materiale, risponde anche al meglio al nostro desiderio di interpretazione assolutamente libera delle forme geometriche. Pochissimi altri materiali consentono gettate altrettanto perfette in tutte le forme immaginabili, come il cemento. Da base per tutto ciò fungono le forme assai complesse costruite in 3D al computer e che sono successivamente "ricavate” da giganteschi blocchi di polistirolo, modellate grazie all'impiego di una fresa robotizzata CNC." "In questi stampi, con un procedimento multistrato, vengono "gettati” alternativamente il cemento e la fibra di vetro così che al termine ne risultano elementi o pannelli che uniscono all'altissima stabilità costruttiva e alle dimensioni fuori norma anche forme materiali estremamente snelle. Da esse nasce un incomparabile effetto ambiente mentre la generosità dei pannelli pone in secondo piano le fughe e le giunzioni; la dinamica delle forme diviene unica, ininterrotta e consequenziale." Cornelius Schlotthauer prosegue: "oltre a questo, il cemento rappresenta anche il materiale che meglio si relaziona con il tema "roccia". Solido nella sensazione tattile e malleabile nella forma, l'intero progetto avvolto nel cemento riproduce l'aspetto esterno della montagna alpina, con i suoi massicci in pietra ed i suoi picchi rocciosi.  La colorazione naturale del cemento si inserisce e fonde naturalmente nel quadro del panorama alpino esterno mentre la riduzione al cemento quale praticamente unico materiale delle superfici a vista, trasmette la sensazione di un paesaggio dematerializzato, tipico delle alte ed altissime quote delle regioni montane."

Focus efficienza energetica Il Plan de Corones, Reinhold Messner e lo studio di architettura si sono dati standard elevatissimi anche per quanto riguarda l'efficienza energetica del fabbricato. L'Agenzia climatica CasaClima di Bolzano lo ha certificato come CasaClima A (consumo energetico inferiore a 30 kWh/m²anno). Per il concetto energetico del museo, i progettisti hanno vagliato diverse possibilità, sia dal punto di vista ecologico che da quello economico. Come punto d'inizio è stata ricercata una fonte di energia rinnovabile che sia idealmente in sintonia con la situazione difficile, p.es. per la raggiungibilità, l'altitudine sul livello del mare, le condizioni climatiche e meteorologiche e l'utilizzo, nelle diverse stagioni dell'anno, della montagna dello sci. I progettisti hanno scelto una soluzione energetica conservatrice ma ai nostri tempi, dato il sempre maggior ricorso alla sua produzione con forze naturali rinnovabili, anche futuristica, l'energia elettrica. Anche durante la costruzione, uno dei punti dell'opera è stato focalizzato sul consumo energetico. Dalla stagione invernale 2012/2013 l'area sciistica del Plan de Corones acquista la sua energia elettrica dalle fonti energetiche rinnovabili delle centrali idroelettriche altoatesine. Per conservare questa preziosa forma energetica e per contenerne per quanto possibile al minimo i suoi consumi, ci si è concentrati a fondo sul "cappotto termico" dell'immobile e sull'impianto di riscaldamento. La protezione termica dell'immobile è stata realizzata con un sistema di protezioni isolanti da 18-24 cm che incapsula completamente la costruzione e con finestre con vetro isolante a tre strati. L'impianto tecnico di riscaldamento è dotato di superfici radianti a bassa temperatura come pure di un sistema di approvvigionamento e ricircolo dell'aria e di un sofisticato impianto di recupero del calore.

Focus cantiere Altrettanto complessa come la sua costruzione si è rivelata anche la messa in opera e la realizzazione del progetto. "Costruire in vetta alla montagna ha in sé una sfida intrinseca ed unica nel suo genere", spiega Andrea Del Frari, direttore del consorzio Skirama Plan de Corones. L'accesso principale al cantiere è costituito da una strada forestale lunga 15 chilometri che sale dal versante nord della montagna. Lungo la strada sterrata che sale dal versante sud verranno trasportate esclusivamente le facciate e gli elementi di rivestimento. In situazioni meteo piovose - circostanze che sono abbondate in quest'estate - le vie di accesso richiedono costanti riparazioni e consolidamenti che naturalmente, costano anche ritardi nell'avanzamento dei lavori. "Potremo continuare a costruire solo se e fin quando queste vie di accesso resteranno sgombere dalla neve", afferma Andrea Del Frari. "Poiché però noi già in ottobre dovremo partire con la produzione di neve programmata e con l'innevamento programmato delle piste, la costruzione cadrà in una specie di "letargo invernale” fino a maggio 2015. In questo modo, l'apertura del MMM Corones sarà spostata all'estate del prossimo anno." Anche il trasporto dei rivestimenti doppiamente ricurvi, realizzati da un produttore specializzato di Raubling in Germania, rappresenta una particolare sfida logistica. Essi saranno dapprima trasportati con un autoarticolato per poi essere trasferiti su camion più piccoli per il tratto di salita alla montagna. In vetta avviene poi la ridistribuzione delle piastre nei vari punti del cantiere attraverso delle piccole gru semoventi.

Per il ripristino del territorio montano precedente alla costruzione, è stata inizialmente prelevata e conservata la coltre erbosa e vegetale preesistente che verrà riposizionata dopo la copertura del cantiere. Per perseguire inoltre la stabilizzazione ottimale del terreno, verrà inoltre seminata una particolare coltre erbosa d'alta montagna, sviluppata particolarmente per territori oltre i 1800 metri di quota. "Anche questa operazione – conclude Andrea Del Frari – dipenderà dal tempo che ci resterà ancora prima dell'arrivo del gelo".

Fin d'ora comunque, i futuri visitatori possono gioire per quella che sarà una vera esperienza. Il MMM Corones è collegato direttamente con le cabinovie oppure raggiungibile a piedi per un sentiero montano. La disciplina regina dell'alpinismo, l'arrampicata, e le grandi pareti rappresenteranno il tema centrale del museo, materializzato da collezioni uniche, immagini e diversi oggetti che Reinhold Messner ha raccolto e conservato nel corso della sua lunga vita d'esploratore e di alpinista dell'estremo. Informazioni complete sul Messner Mountain Museum Corones su www.mmmcorones.com.

(Testi e immagini: www.mmmcorones.com)