Pavimento alla palladiana

Autore testo e disegno: Enrico Francesconi, Mirko Giorgetti

La differenza fondamentale tra palladiana e veneziana sta nella pezzatura dei marmi utilizzati, in quanto nel pavimento in terrazzo alla veneziana si usano granuli di marmo, nella palladiana scaglie di una certa dimensione.
Il pavimento alla palladiana viene eseguito preparando un sottofondo di sabbia e cemento di circa cm 4 / 5 di spessore, sul quale si posano le scaglie di marmo rotte a martellina. Le scaglie vengono posizionate sull'apposito sottofondo lasciando tra l'una e l'altra una piccola fuga, successivamente riempita con una boiacca di cemento unita a terre, ossidi e/o polvere di marmo. Dopo la posa si prosegue con la battitura e la rullatura. Quando il cemento ha raggiunto la sua stagionatura, si procede con la levigatura e la lucidatura per poi completare il pavimento con il trattamento finale a cera. Considerata la varietà di marmi a disposizione, si possono ottenere infinite soluzioni cromatiche. Un peso fondamentale nel risultato finale hanno forma e dimensioni delle scaglie, che possono essere più o meno squadrate o arrotondate.
Rispetto al pavimento in battuto alla veneziana, nel pavimento in palladiana le pietruzze sono sostituite da scaglie più grosse; tutte dello stesso spessore, di forma trapezoidale o triangolare, vengono poste in opera una accanto all'altra, senza un disegno prefissato, sempre su uno strato cementizio. Vengono poi spianate e lucidate mediante arrotatura ottenuta a macchina.

Fonte testo
AA.VV., Manuale di Progettazione Edilizia, Milano, ed. Hoepli, 1995