mostre – Inaugurata a Padova la mostra dell'architetto genovese: "Un girovagare sociale, poetico, progettuale e ideale tra mondi diversi". Un'esposizione di 32 progetti sviluppati negli ultimi 30 anni dal RPBW.

"Gli architetti, e in generale tutti gli artisti, nascono con un grande talento e hanno una forte responsabilità: alcuni la assumono solo in senso estetico, altri invece hanno il coraggio e la forza di assumere anche una responsabilità etica. Questo rappresenta un valore e un'eredità molto più ampia e Renzo Piano ne è l'esempio". Con queste parole Leopoldo Freyre, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, ha aperto la conferenza stampa di presentazione della mostra "Renzo Piano Building Worskshop - Pezzo per Pezzo" presso il Palazzo della Ragione di Padova lo scorso 15 marzo. L'esposizione, aperta al pubblico fino al 15 luglio, si sviluppa attraverso quattro percorsi: "L'intelligenza leggera della città", "Cominciare dal fare: spazi senza forme, strutture senza peso", "Architetture per la musica e per il silenzio" e "Luoghi di cultura, spazi per l'arte di incontro". Il percorso espositivo è, secondo le parole di Renzo Piano, "una specie di girovagare tra mondi: quello sociale della polis che si trasforma, quello poetico dell'assenza di gravità, quello più strettamente progettuale della costruzione e quello ideale che considera l'arte come potente strumento di coscienza collettiva".

La mostra, che si tiene nell'ambito della sesta edizione della Biennale di Architettura "Barbara Cappochin", è nel concreto una selezione di edifici realizzati dal Renzo Piano Building Workshop, ognuno dei quali racconta, attraverso modelli, schizzi, fotografie e disegni, storie e luoghi diversi.
L'architetto genovese, commentando le sue opere, è riuscito a trasmettere alcuni dei valori fondamentali che hanno contraddistinto il suo lavoro, fin da quando vinse il concorso, indetto dal Ministero della Cultura francese nel 1971, per la realizzazione del Centre Georges Pompidou: «L'architettura è un'arte pubblica - ha affermato, durante la presentazione della mostra -: è militanza, è la folle idea che il mondo va cambiato. Ma è anche scienza del costruire, composta da due elementi fondamentali, poesia e bellezza, che vanno di pari passo con l'etica. È molto difficile per me separare l'estetica dall'etica e da un certo senso di ribellione: la bellezza rappresenta sempre una visione, ma il buono è associato ad essa. Per esempio, per la biblioteca che costruiremo nei pressi di Atene, all'interno dello Stavros Niarchos Cultural Centre, realizzeremo una torre solare in grado di rendere l'edificio autosufficiente energeticamente, ma anche un grande parco, che diventerà il più grande della capitale greca, con una funzione urbana molto importante».

Un'architettura che sconfina nella poesia, dunque, ma soprattutto nel sociale, nella "militanza" (come ripetuto più e più volte da Piano). Il lavoro del RPBW è corale, portato avanti in modo collaborativo da tante persone e professionalità diverse. Secondo il famoso architetto, infatti, il team ha raggiunto un grado di complicità e comprensione ineguagliabile: quel capirsi al volo, senza bisogno di "tenere la contabilità di chi ha avuto l'idea".
Renzo Piano durante la lectio magistralis, tenuta presso l'Aula Magna dell'Università di Padova, ha sottolineato la sua forte attenzione alle periferie, solitamente associate a qualcosa di negativo: «È nelle periferie che le città giocano le carte per il loro futuro - ha dichiarato -: e per recuperare non bisogna per forza distruggere».
La passione dell'architetto per le città e gli spazi urbani, ma soprattutto per la società, è dimostrata dai 32 tavoli che sotto la chiglia di una "barca rovesciata" (la cupola del bellissimo Palazzo della Ragione) ospitano i 32 progetti in mostra, opere che il Renzo Piano Building Workshop ha sviluppato negli ultimi 30 anni. «In pratica sono tutti lavori pubblici - ha ricordato Piano -, luoghi in cui la gente passa del tempo assieme, spazi di incontro, di condivisione di valori. Perché costruire piazze significa in fondo creare umanità».

Elenco dei progetti in mostra

L'intelligenza leggera delle città

Cominciare dal fare: strutture senza peso

Architetture per la musica e per il silenzio

Luoghi di cultura, spazi per l'arte

guida alla mostra

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