Un progetto di riconversione di due edifici storici di Milano. Presso l’Arco della Pace, in Piazza Sempione, i piccoli edifici gemelli degli ex caselli daziari sono attualmente coinvolti in un’opera di riqualificazione a opera di L22. Progettate, insieme all’Arco, da Luigi Cagnola in era napoleonica, le due strutture avevano la funzione di dogana per il pagamento del dazio in occasione dell’ingresso nel centro della città. Pessina Costruzioni, incaricata dall’agenzia del Demanio, ha scelto gli architetti di L22 per la rifunzionalizzazione dei due caselli attraverso un totale restauro e risanamento conservativo, con un progetto in grado di salvaguardare e conservare gli elementi storico-artistici, architettonici e ambientali.

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La riconversione ai due lati dell’Arco prevede che: il casello di Levante diventi un polo destinato alla divulgazione e sperimentazione della cultura alimentare, dedicato alla ristorazione e a eventi legati al food; il casello di Ponente sia ripensato per ospitare eventi per la valorizzazione delle eccellenze di Milano e Lombardia, come polo di diffusione dell’arte e della cultura del territorio. Il progetto di L22 ha come obiettivo integrare la conservazione delle peculiarità storico-architettoniche con la valorizzazione funzionale intesa come leva di sviluppo locale, tenendo conto delle potenzialità degli edifici e delle loro possibilità di reinserimento nel tessuto urbano e socio-economico di cui fanno parte.
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La proposta sviluppata da L22 tutela il valore degli immobili, perseguendone il completo e integrale recupero attraverso la riqualificazione delle strutture seguendo la preventiva autorizzazione delle soprintendenze (Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano e Soprintendenza Archeologia della Lombardia). L’intervento dà un senso inedito alla loro spazialità interna moltiplicandone le possibilità di fruizione, trasformando un luogo di passaggio (caratteristica originaria dei dazi) in un luogo di sosta e visita.

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Uno dei punti focali della riqualificazione di L22 è quello di migliorare percezione e fruizione dello spazio a tutta altezza dell’atrio concentrando l’attenzione su insoliti punti di vista. Il cono visivo tra monumento e verde del parco è conservato e i vestiboli diventano ambienti che affacciano sulla piazza generando nuove visuali tra i caselli. Preservando e valorizzando al meglio le potenzialità intrinseche degli edifici storici, gli interventi architettonici risultano silenziosi e complementari al nuovo duplice programma funzionale - ristorazione e location per mostre.
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Anche per le necessarie demolizioni delle superfetazioni lontane dal progetto originario come comignoli sulle coperture, tubazioni in facciata, serramenti, pavimenti, controsoffitti, porte e tamponamenti, il principio guida è quello di minimizzare gli interventi per l’insediamento delle nuove funzioni. Casello di Levante e casello di Ponente presentavano stati di fatto differenti tra loro: il casello di Ponente aveva conservato una configurazione più fedele all’originaria rispetto a quello di Levante, e per questo è stato scelto per l’utilizzo a prevalenza espositiva nell’ottica di garantire continuità nella configurazione degli spazi interni.


Il progetto in quattro punti
Creazione della passerella pedonale
La passerella pedonale che attraversa lo spazio cavo monumentale dell’atrio è l’intervento di maggiore impatto architettonico, offrendo una vista inedita dello spazio dell’atrio in posizione ravvicinata alla volta. La nuova struttura, prevista per entrambi i caselli, è collocata in modo speculare. Da un punto di vista strutturale si tratta di una composizione di tubolari in acciaio a sezione variabile con costolature di irrigidimento. I materiali utilizzati sono acciaio con trattamento ferro micaceo per l’intradosso del ponte, pavimentazione in beola fiammata e parapetti in vetro.
Chiusura dell’arco
L’introduzione delle pareti vetrate a chiusura dell’arco trasforma l’essenza stessa dei dazi, tramutandoli da luogo di passaggio a luogo di sosta, relax e divertimento. Con la parete vetrata, la nuova facciata si adegua alle normative legate al risparmio energetico. Le nuove pareti rappresentano soluzioni di minimo impatto anche grazie alla massima riduzione delle dimensioni della struttura a sostegno delle superfici vetrate: per la chiusura dell’arco sono previste ampie porte in vetrocamera a doppio battente con sistema di apertura verso l’esterno, senza telaio.
Chiusura del vestibolo
L’introduzione di pareti vetrate a chiusura del vestibolo rende fruibili tutti i locali. La leggerezza e la trasparenza dei nuovi elementi consentono di ridurre al minimo l’interferenza con la spazialità degli edifici preservando l’attuale rapporto tra pieni e vuoti. Per la chiusura del vestibolo sono previste ampie porte in vetrocamera a doppio battente con sistema di apertura verso l’esterno, senza telaio. Il disegno della suddivisione delle lastre per il vestibolo ha seguito le regole geometriche degli edifici per non alterarne la coerenza costruttiva.
Copertura del cortile
Le pareti vetrate orizzontali a chiusura del cortile sono caratterizzate da un nuovo disegno geometrico: un telaio a lunetta collocato in posizione orizzontale sorregge una superficie in vetrocamera composta da elementi triangolari che garantiscono la gestione delle corrette pendenze per lo scolo delle acque. La struttura in acciaio è sorretta da piccoli pilastrini in acciaio di sezione tonda appoggiati alle pareti esistenti per stabilizzare l’intera superficie trasparente.