The Italian Way - Nuove Opere – Il progetto di riqualificazione di piazza Matteotti a Badalucco, paese dell'entroterra ligure

Badalucco è un tipico paese dell'entroterra, arroccato su un pendio olivato vicino alla sponda del torrente; un abitato compatto e fitto di edifici, generalmente alti, spesso
in pietra, che danno luogo ad una serie di vicoli stretti e tortuosi dove spesso il sole fatica ad arrivare.
I fronti delle case che si affacciano sui vicoli sono decorati con opere in ceramica di artisti più o meno noti, e formare nella loro sequenza una sorta di galleria d'arte
all'aperto; l'interesse per la ceramica va oltre e ha portato all'apertura di una scuola con maestri scultori provenienti da tutta l'Italia.
Piazza Matteotti si trova all'ingresso a valle dell'abitato; è uno spazio che si inserisce nel fitto fronte di case sviluppatosi lungo la Strada Statale che risale la valle. La
piazza è un rettangolo quasi regolare circondato per tre lati da edifici prevalentemente alti, mentre il terzo rimane alla vista aperto verso il fiume. Gli edifici sui due lati
lunghi sembrano dominare lo spazio; un edificio in pietra sembra coronare il terzo lato, mentre la strada veicolare, “quarto lato”, è un “limite invisibile” che taglia di netto lo
spazio interrompendone la regolarità, ma aprendolo al panorama della collina olivata sull'altra sponda del torrente.
Il profilo altimetrico degli edifici è piuttosto irregolare sopratutto sul lato a monte dove in posizione centrale è collocato un gruppo di fabbricati notevolmente più bassi.
L'andamento del suolo è in leggera ma sensibile pendenza e tende a salire man mano che ci si allontana dal fiume e si volge verso l'agglomerato.
La viabilità veicolare, irrinunciabile perchè di servizio ad alcuni garages, costituisce un vincolo alla progettazione.

Il progetto
Il progetto si propone di trasformare questo spazio, adibito in precednza a parcheggio, in una vera e propria piazza, favorendo una frequentazione pedonale e di
conseguenza rapporti di socializzazione che potrebbero essere causa/effetto per la trasformazione di alcuni magazzini in locali pubblici. La promisquità con il traffico
veicolare è mitigata mediante la limitazione dell'utilizzo ai soli possessori dei passi carrai, cui viene garantito il diritto di utilizzo delle autorimesse, e al carico/scarico.
Le nuove forme sono ricercate nella semplicità ed essenzialità del segno, nell'atto del togliere piuttosto che aggiungere e nel contenimento dei costi sia di realizzazione
che di manutenzione.

L'idea guida del progetto è quella di riportare sul suolo i segni e le tracce derivate dall'analisi di ciò che circonda e caratterizza il contorno della piazza.
Il profilo altimetrico, skyline, viene proiettato a terra come un'ombra, e riporta sul disegno il gioco di luci e ombre di volumi e proporzioni delle differenti parti di un contesto
che alla prima impressione appare omogeneo. Il limite della strada veicolare è mantenuto come taglio netto del disegno, senza mediazioni.
La superficie della piazza diventa così un reticolo di segni a terra che restituiscono un disegno semplice, una ragnatela che rimanda alle crepe del fango argilloso
essiccato al sole, così come alla craquelure di un certo tipo di ceramica. Il riferimento culturale è il “grande” cretto di Alberto Burri a Gibellina, dove la craquelure
raggiunge dimensioni di paesaggio.
Il disegno bidimensionale acquisisce quindi la terza dimensione, le linee del disegno scavano in profondità e il suolo della piazza si trasforma in una superficie solcata da
crepe di diversa dimensione che seguono un ordine dettato dal “luogo”, dal costruito circostante. Alcune fessure si allargano consentendo alla “natura” di fuoriuscire e di
entrare nel sottile gioco volumetrico del disegno.

Le aiuole scavate nella superficie della pavimentazione segnano un piano ideale che contrastando con la pendenza della piazza mette in risalto lo “spessore” di quella
che normalmente viene percepita come una semplice superficie.
Alle piante è assegnato il compito di interrompere percettivamente il segno della Strada Statale, annunciandosi all'improvviso nel lungo allineamento dei fabbricati
lungofiume.

I materiali
La pavimentazione, concepita come un monolite cui le fenditure conferiscono la terza dimensione è realizzata in un materiale omogeneo dall'aspetto malleabile come la
creta di cui richiama il colore. Un materiale economico, resistente e durevole, adatto alla percorribilità sia pedonale che veicolare, costituito da una mescola che rende il
bitume trasparente lasciando affiorare il colore e la granulometria dell'inerte, di cui il pietrisco di porfido del Trentino costituisce l'elemento dominante. Il porfido, oltre a
richiamare la tradizionale pavimentazione in cubetti dei vicoli del paese, conferisce all'impasto una tonalità rossiccia simile all'argilla secca e alle sfumature della pietra
locale in cui predominano le tonalità delle terre come testimonia la parete del fabbricato in pietra che corona la piazza.
Le “crepe” sono realizzate con profilati ad L contrapposti in ferro naturale fissati ad un bauletto di fondazione in calcestruzzo.
La divisione della pavimentazione in grossi riquadri oltre che utile al disegno architettonico della piazza facilita gli eventuali futuri rattoppi, evitando antiestetiche riprese.
Le aiuole e la panca sono gli essenziali elementi d'arredo; concentrati nella fascia centrale si identificano con i segni ideali che i fronti delle case riflettono sullo spazio,
mantenendo libero l'accesso veicolare ai locali dei piani terra.
Le aiuole sono in cemento armato rivestito con lamiere di ferro naturale cui l'ossidazione del tempo conferirà le tonalità del luogo. Lo sfondato è messo in evidenza dalla
ghiaia della Turbie il cui colore richiama quello della panca in cemento armato facciavista.
I piccoli olivi, essenza predominante del paesaggio circostante, come germogli fuoriescono dalle crepe per riappropriarsi del luogo entrando in rapporto diretto con il
costruito e annunciandosi all'improvviso nel lungo allineamento dei fabbricati lungofiume.

Il progetto si è classificato al secondo posto al premio IQU 2009 - Innovazione e qualità urbana - sezione “Architetturà e Città”.

Scheda progetto

Luogo: Badalucco (IM)

Committente: Amministrazione Comunale di Badalucco

Progettista: mag.MA architetture (marco roggeri alessia rosso gianpiero peirano)

Partner: Masala srl – Camporosso (IM) (impresa costruttrice)

Tempi progetto: 2006-7

Tempi di realizzazione: 2007-8

Superficie costruita mq: 650 mq