La luce artificiale

di Alessandra Coppa

Da qualche anno si sta sviluppando un'attenzione crescente nei confronti
della luce artificiale in architettura. Si è scoperto, o forse riscoperto, che
la luce artificiale può essere sfruttata come "parametro di definizione
spaziale" e che, rispetto alla luce naturale, essa offre una maggiore
possibilità di "manipolazione". Infatti la luce artificiale, oltre a essere un
elemento integrante dello spazio, modifica, sfruttando fenomeni
ottico-percettivi, la percezione della "distribuzione spaziale". In pratica
infatti la consapevolezza visiva di queste proprietà è determinata dal modo in
cui l'oggetto è illuminato.
Quali sono dunque i criteri a cui attenersi nel
progettare tale illuminazione?
È bene usare la luce come guida del processo
percettivo, sfruttando la sua capacità di "sottolineare" lo spazio. La luce
diviene così il tramite fra l'oggetto e la sua forma, modulandone i contorni e
drammatizzandone i limiti spaziali. È proprio in architettura che questa regola
può essere sperimentata con maggiore successo. E poi ricordarsi di usare il
potere cromatico della luce, innescando il complesso gioco di riflessi e
superfici che, con infinite possibilità di modulazione, arricchisce la
percezione volumetrica dell'architettura.
Inoltre può essere utile ricorrere
anche alle capacità grafiche della proiezione luminosa, una forma espressiva che
da qualche tempo si va imponendo con crescente successo. Lo sviluppo
dell'illuminotecnica è venuto insieme con quello delle sorgenti luminose
artificiali. La progettazione della quantità e della qualità della luce in modo
tecnico, programmato e non empirico è recente, anche se in realtà già con la
cultura barocca, si può parlare di illuminotecnica, in quanto il legame
esistente tra architettura e luce, intesa come elemento scenografico è molto
profondo. Si tratta, però, in questo caso, di un'illuminotecnica intuitiva,
legata all'esperienza acquisita dall'artista-architetto e alla sua sensibilità.
Del resto anche altre discipline estremamente tecniche, come la statica e la
scienza delle costruzioni, vengono sviluppate nei loro fondamenti teorici
solamente in tempi recenti. Lo sviluppo sempre più intenso delle sorgenti
luminose con la conseguente realizzazione di una gamma estremamente ampia di
apparecchi di illuminazione hanno contribuito a trasformare una componente
marginale del progetto in una disciplina completamente autonoma affrontata da
specialisti. L'illuminotecnica deriva i suoi principi fondamentali e le
grandezze in gioco dalla fotometria, disciplina che studia la luce in funzione
dello stimolo prodotto sull'occhio umano.
La realizzazione di un progetto
d'illuminazione richiede un bagaglio di conoscenze di carattere non solo
tecnico. In ogni caso, la lettura di un catalogo di sorgenti luminose, la scelta
corretta del tipo di apparecchio di illuminazione da utilizzare in funzione
dell'atmosfera luminosa da realizzare e l'analisi dei costi di gestione di un
impianto, richiede la conoscenza di alcuni concetti di base.

Clicca per approfondire l'argomento
Le grandezze della
luce

Le curve
fotometriche

Il
progetto d'illuminazione

Sorgenti luminose artificiali: tecnologia e
funzionamento

Le
lampade a incandescenza

Gli apparecchi di illuminazione

Tratto da "Qualità e uso della luce", supplemento di AREA n. 63, Federico
Motta Editore

Sweet light, lampada d'appoggio di Enzo Castellani

Sweet light, lampada d'appoggio di Enzo Castellani

Signoria di Arata Isozaki

Signoria di Arata Isozaki

Acca sospensione di FontanaArte

Acca sospensione di FontanaArte