Architettura – Una nuova pelle metallica ha trasformato l’originario spazio produttivo in un luogo che rappresenta i valori dell'azienda di moda

Meltin' Pot è un'azienda giovane e in crescita, nata dal sogno imprenditoriale di Augusto Romano, giovane imprenditore che ha preso le redini della storica ditta pugliese del padre. Come traspare dal nome, vuole porsi come un crogiuolo dove si incontrano luoghi e gente, dove la diversità è una risorsa, non un problema, forse un'utopia culturale. Per la nuova sede milanese il designer Fabio Novembre concepisce un luogo isolato dal contesto esterno (zona est della città di Milano), uno spazio di forte suggestione dalle forme avvolgenti. Il progetto nasce dalla volontà di rappresentare simbolicamente la qualità della città dove si trova lo showroom e, contemporaneamente, i valori di Meltin' Pot.

Uno showroom che non si percepisce dall'esterno
Ecco quindi l'idea: uno spazio concepito come una stazione metropolitana a due livelli, nodo di scambio di flussi urbani. Fabio Novembre è personaggio eclettico che si è imposto nel panorama internazionale per il suo linguaggio riconoscibile e originale spogliato da ogni pregiudizio. Convinto che lo stile non esista all'infuori di sé stessi e che in quello che si progetta debbano trasudare le proprie esperienze e le proprie emozioni, in 20 anni di ricerca tra design, architettura di interni e allestimenti, ha cercato di veicolare messaggi forti che hanno colpito la committenza e la critica. Lavora per Giulio Cappellini firmando oggetti «antimercato difficili da vendere», è impegnato con Driade nel progetto Cento piazze d'Italia, speciali vassoi con riproduzione in scala dei palazzi che circondano i nostri più famosi spazi di aggregazione. Ha rifatto gli interni del bar Atlantique a Milano, ha progettato lo showroom di Bisazza a Barcellona, New York e Berlino e oggi è Industrial Design Director, responsabile di tutta la direzione Meltin' Pot che comprende, oltre allo showroom di Milano, la sede e lo showroom di New York, gli allestimenti dei corner dei maggiori punti vendita in tutto il mondo, i complementi (grucce e appendiabiti) e gli stand fieristici. Lo showroom di moda Meltin' Pot a Milano non si percepisce dalla strada, è interno, protetto dalla facciata dell'edificio che, con gli ampi finestroni, ricorda la sua originaria funzione produttiva.

La forza dell'acciaio
Milano è, infatti, città dalle facciate austere che non si lascia cogliere al primo sguardo, ma che nasconde scorci di rara bellezza, ma è anche una città moderna caratterizzata da flussi di merce, di gente e di idee. Un grande portone di legno e ferro arrugginito, opera dell'artista Duilio Forte, segna come un picchetto il numero 26 di via Perugino. Varcata la soglia, appare una porta grigia con il logo Meltin'Pot scavato nell'acciaio. Come nel Tai chi chuan, con mosse dolci si sfrutta la forza dell'avversario per averne il sopravvento, il progettista utilizza i vincoli iniziali, rappresentati da un piano seminterrato e da un mezzanino raggiungibile solo dal fondo del cortile attraverso una rampa di scale, per trasformarli in preziosa risorsa. Con grande abilità sposta semplicemente l'ingresso a lato dell'androne e costruisce, proprio a ridosso dell'ingresso principale, una nuova scala di acciaio che si apre a ventaglio sullo spazio espositivo. Il pianerottolo intermedio si trova al piano terra e diventa così il luogo privilegiato per percepire l'intera spazialità della nuova architettura: uno spazio articolato su due livelli visivamente comunicanti. Un involucro di alluminio si innesta nella rigida struttura a travi e pilastri di calcestruzzo armato della struttura originaria come una seconda pelle dalle forme sinuose che attraversa lo spazio in verticale. Le linee curve delle pareti confluiscono in quelle del soffitto fino a formare quattro volte a botte, mentre le linee delle pareti del piano superiore, che delimitano le aree destinate a ufficio, proseguono nel piano inferiore e si trasformano in setti che separano le aree espositive. Il pavimento portante di vetro favorisce la percezione verticale dello spazio e rende minima la presenza della soletta del piano rialzato. Il risultato è un grande spazio voltato a tutta altezza in cui l'architetto gioca sul contrasto tra ciò che è e ciò che appare: una morbida forma realizzata con la forza dell'acciaio.

Un messaggio da veicolare
Non esiste confine tra arredi e architettura. Al piano superiore, le pareti curve sono rivestite di acciaio verso l'area ricevimento clienti e di legno verso l'area lavoro che si modella a formare le scrivanie. L'occhio segue la continuità della linea in uno spazio dinamico, ma equilibrato, che ricorda il nastro del progetto per il negozio di scarpe Stuart Weitzman a Roma.
Per Fabio Novembre l'architettura è una forma di comunicazione e l'importante è il messaggio che veicola. Lo showroom Meltin' Pot è uno spazio dalle molteplici valenze. È concepito come una stazione della metropolitana e sembra riflettere le caratteristiche di un non-luogo, uno spazio del presente slegato dal genius loci e uniformato dalle finiture metalliche di pareti, pavimenti e soffitti, in cui l'individuo si perde nella massa. Ma il forte disegno del progetto dalle linee sinuose rende geometrico lo spazio e il gioco di linee e intersezioni fa intravedere i luoghi di passaggio e di sosta. Lo sguardo dell'osservatore attento riesce ad attribuire allo spazio una dimensione simbolica, fino a rievocare la navata centrale di una chiesa. L'uomo non più confuso nella massa, acritico consumatore, si trasforma quindi in viaggiatore che incontra altri esploratori e in questa avventura anche Meltin' Pot fa la sua parte.