La storia dell'alluminio in Italia

Testo a cura di Stefano Bernuzzi

La prima applicazione dell'alluminio in campo architettonico in Italia risale al 1898, quando Raffaele Ingami utilizza il "giovane" materiale nel rivestimento della cupola della chiesa di San Gioacchino a Roma. Questa soluzione mostra grande conoscenza tecnica e progettuale di un elemento costruttivo relativamente nuovo, da poco apparso nel campo delle costruzioni e di recente diffusione commerciale. Questa copertura, oltre alla particolare lucentezza "insolita" nel panorama delle cupole in pietra romane, consente di illuminare anche l'interno in maniera diffusa grazie alle stelle di cui è punteggiata e rivela già una certa conoscenza dei problemi relativi alla corrosione galvanica che si riscontra nella scelta della ribattitura a freddo, con ribadini in alluminio, delle lamine di rivestimento.
La qualità di questa soluzione ha testimoniato nel corso dei decenni successivi la completa affidabilità prestazionale del metallo scelto: una serie di controlli tecnici, effettuati, nel 1937 non hanno, infatti, riscontrato particolari alterazioni materiali e strutturali, confermando le qualità chimiche e fisiche dell'alluminio. Proprio negli anni '30 nasce in Italia un notevole interesse intorno a questo materiale che vive un periodo di vero e proprio "boom".
L'alluminio nei primi decenni del Novecento assume lo status di materiale "moderno", leggero e luccicante, applicato soprattutto nelle industrie, in pieno sviluppo ed emblematicamente moderne, dell'automobile e aeronautica. Proprio dalle innovazioni e dalle ricerche sviluppate in questi settori, i progettisti traggono ispirazione e suggerimenti per applicare l'uso dell'alluminio in edilizia. A questo si aggiunge anche la lezione americana dei grattacieli e delle case unifamiliari: il Chrysler Building, l'Empire State Building e l'esperimento della Alumium House sono suggestioni che iniziano ad essere conosciute e pubblicate anche in Italia.

Le stesse condizioni economiche favoriscono la diffusione dell'alluminio in architettura e nelle diverse industrie. Nell'Italia del Ventennio, povera di metalli e leghe ma ricca di giacimenti di bauxite, la possibilità di ricorrere a un metallo "autarchico" incontra grandi favori nel panorama culturale e tecnico. I primi beneficiari sono le industrie dei trasporti - treni, aerei, automobili, navi - e solo in un secondo tempo l'alluminio trova impiego in architettura.
La prima importante applicazione in tal senso si ha nel Palazzo Montecatini a Milano, progettato da Gio Ponti nel 1933-36, dove per i parapetti e i serramenti sono utilizzati estrusi in lega anticorodal. In seguito l'alluminio resterà comunque utilizzato solo marginalmente non trovando ancora un riscontro a livello di strutture e rivestimenti come, al contrario, avviene negli Stati Uniti o nel resto d'Europa.

Anche la ricostruzione post-bellica vedrà un limitato utilizzo di questo metallo, prediligendo un più tradizionale e simbolico uso della pietra e dei laterizi, materiali solidi che ispirino fiducia nel Paese da risollevare. Ancora fino agli anni '60 l'alluminio resta un metallo atto alla sperimentazione o alla produzione di componenti impiantistiche. Solo a cavallo tra anni '60 e '70, con il progressivo affermarsi della prefabbricazione, si ha un maggior utilizzo di questo materiale, incentrato essenzialmente nella produzione di componenti in alluminio anodizzato per porte e finestre. Seppur anche in questa fase l'uso resta limitato, nel corso degli anni l'alluminio conquista fette di mercato sempre più ampie, dall'edilizia scolastica al terziario pubblico e privato, grazie anche a due fattori-chiave: la crisi energetica degli anni '70 e la definitiva affermazione della prefabbricazione in edilizia.

La crescita del settore è proseguita poi durante gli anni '80 fino ad oggi secondo una doppia strada, da un lato la grande industria specializzata, in grado di sostenere le richieste più sofisticate dei progettisti per serramenti, rivestimenti e facciate continue, dall'altro la tradizione artigiana industrializzata per le soluzioni più semplici e a basso costo.
Anche il suo utilizzo in edilizia continua a concentrarsi su due filoni: le sue caratteristiche di leggerezza, economicità, praticità di progettazione e costruzione lo rendono, infatti, particolarmente adatto alla prefabbricazione industriale per architetture funzionali legate al commercio e al terziario. D'altra parte le sue caratteristiche tecniche lo rendono sempre un materiale atto alla sperimentazione di soluzioni d'architettura "alta". Architetti come Renzo Piano, Vittorio Gregotti, Vico Magistretti adottano l'alluminio in differenti soluzioni progettuali. Del primo si possono ricordare il centro Mercedes-Benz a Stoccarda, il quartiere fieristico di Torino o la galleria commerciale presso l'acquario di Genova, in cui l'alluminio offre soluzioni tecnologiche estremamente diversificate. La sede della Regione Marche ad Ancona, dello studio Gregotti Associati, mostra come l'alluminio possa dialogare con la pietra, sfatando il luogo comune secondo cui questo materiale si leghi solo con il vetro. Intervento significativo resta anche quello di Magistretti per la sede Barilla a Parma, dove l'alluminio viene usato dai serramenti al doppio tubolare in copertura come parapetto, dai frangisole alle pensiline.

L'applicazione della componentistica in alluminio si è imposta anche nel campo del restauro e del recupero di edifici storici e moderni, come nella riconversione della colonia marina a Cattolica di Clemente Busiri Vici, e nel settore dell'arredo urbano, grazie alle caratteristiche di scarsa attitudine al deperimento.

Fonte testo:
H. Wilquin, Atlante dell'alluminio, UTET, Torino, 2003

San Gioacchino a Roma

San Gioacchino a Roma

Colonia marina a Cattolica

Colonia marina a Cattolica

Chrysler Building

Chrysler Building

Palazzo Montecatini

Palazzo Montecatini

Palazzo Montecatini

Palazzo Montecatini

Mercedes-Benz Center

Mercedes-Benz Center

Mercedes-Benz Center

Mercedes-Benz Center

Sede Regione Marche

Sede Regione Marche