Laterizio

Autore testo e disegno: Laura Buonanno e Pietro Copani

Le tegole in laterizio sono da secoli l'elemento di copertura più usato nel bacino del mediterraneo, e costituiscono tuttora, quasi esclusivamente, l'unico metodo di copertura - soprattutto nell'edilizia residenziale - impiegato su gran parte del nostro territorio nazionale. La ragione di una tale diffusione nei secoli di questo modello di copertura è dovuta alla relativa facilità di posa (e di sostituzione) dei piccoli elementi che la costituiscono, e all'estrema disponibilità di materiali argillosi nelle zone in cui gli elementi di laterizio sono stati utilizzati.
Le tegole che sono infatti costituite di argilla, vengono prima fatte essiccare e poi cotte in forno. Per dare forma ai vari modelli di tegola si usano degli stampi e delle presse, che rendono i pezzi adatti a fungere da copertura tramite scanalature, incavi, nervature, naselli di arresto,che favoriscono la sovrapposizione delle tegole stesse.
La forma che le tegole di laterizio assumono dipende da fattori culturali e tradizionali che caratterizzano le diverse aree geografiche in cui sono state impiegate; si possono distinguere quattro tipi fondamentali tra i più usati nel campo edilizio:
tegola marsigliese, che presenta una doppia scanalatura sulla parte alta e sui lati per la sovrapposizione, mentre il deflusso dell'acqua è garantito da una doppia concavità sulla superficie superiore;
tegola portoghese, che è caratterizzata da una parte convessa e una piana, con delle scanalature su tre lati, in modo da sovrapporre la parte convessa alle scanalature della tegola adiacente;
tegola olandese, simile alla tegola portoghese, ma qui alla parte convessa se ne affianca una concava; le scanalature, semplici o doppie, hanno la stessa disposizione dei due modelli precedenti;
coppo, di forma convessa, semplice e senza scanalature, è il tipo più antico di tegola, posato in opera in due modi diversi: sovrapponendo alternativamente ad un coppo rigirato con la concavità verso l'alto uno nel verso opposto, oppure il coppo viene posato su due tegole piane dette tegola romana o embrice, di forma trapezoidale e con due piccole sponde laterali, componendo la classica copertura 'a coppi ed embrici'.
Il modello di copertura a coppi (o a coppi ed embrici) deriva da manifatture tradizionali, vista la semplicità dei pezzi da fabbricare, ed oggi la produzione industriale fornisce modelli di varia concezione, per soddisfare le esigenze estetiche dei centri storici, come i coppi antichizzati e le tegole antichizzate; i modelli portoghese e olandese invece, sfruttando le scanalature per la sovrapposizione degli elementi, richiamano rispettivamente l'alternanza coppo-embrice e coppo-coppo, con il vantaggio di utilizzare un unico elemento per limitare i costi di produzione. Tutti questi modelli hanno lunghezze variabili da 40 a 43 cm, con larghezza compresa tra 21 e 26 cm.
 
Posa in opera
Il diffuso utilizzo di tegole di laterizio è anche dovuto al fatto che questo modello di copertura fornisce un naturale processo di ventilazione grazie alla posa in opera su listelli di legno (chiamati correnti), atti a fissare gli elementi e allo stesso tempo a rialzarli quanto basta per favorire il passaggio dell'aria tra lo strato di tenuta e la struttura portante: oggi esistono in commercio particolari tipi di tegole che pur riprendendo l'immagine del coppo tradizionale sono dotate di nervature antiscivolo, preforo per fissaggio, doppi bordi per incastro, nervature d'irrigidimento e dentelli tramite i quali poggiare gli elementi sui correnti appositamente predisposti.
Per il calcolo delle sovrapposizioni, ove i componenti lo strato di tenuta non presentino scanalature, ci si deve riferire alla pendenza del tetto (che per tegole in laterizio può variare da 20 a 45°), e soprattutto alle indicazioni fornite dal produttore: un tetto così realizzato è sicuramente a prova di pioggia. E' in ogni caso importante calcolare bene la distanza tra i correnti per una corretta posa degli elementi in cotto.
La posa in opera delle tegole ha da sempre calcolato la possibilità che queste venissero divelte dal forte vento, e spesso si possono vedere delle grosse pietre posate sui tetti per cercare di impedire che questo possa accadere. Oggi le tecnologie del settore impiegano diversi dispositivi per ovviare al problema, come ganci, perni di fissaggio, graffe a prova di corrosione (in rame o ferro) con la duplice funzione di bloccare le tegole e consentire l'aerazione. Il fissaggio degli elementi di laterizio è particolarmente importante nelle sezioni di bordo del tetto, e spesso si ricorre alla malta a questo scopo. L'utilizzo di questo sistema è però rischioso perché i movimenti di assestamento che può subire la copertura non verrebbero assecondati da un giunto così rigido, con la conseguente rottura del giunto stesso, inoltre la malta permette le infiltrazioni d'acqua.Per questi motivi è preferibile utilizzare come sistema di chiusura della linea di colmo dei piccoli elementi ad incastro che permettono allo stesso tempo la ventilazione nella parte finale, altrimenti gli elementi di colmo vengono fissati meccanicamente su dei listelli, consentendo, anche in questo caso, il passaggio di aria.
 
Fonte testo e disegno:
AA. VV., Grande Atlante di Architettura-Atlante dei Tetti, vol. 4, Torino 1998.

Fonte foto:
M. Montanari, Tegole e coppi, Roma 1980.