news – La scorsa settimana, in occasione di un tavolo tecnico organizzato da Finco presso Enea, le associazioni hanno espresso la volontà di creare un organismo comune per confrontarsi con le istituzioni.

L'iter parlamentare per il recepimento della direttiva europea 2012/27/Ue è terminato e la scorsa settimana presso la sede Enea di Roma, le maggiori associazioni di settore si sono riunite, su iniziativa di Finco (Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi ed opere specialistiche per le costruzioni), per fare fronte comune e riportare in modo solido impressioni e osservazioni al Governo in materia di efficienza energetica.
Lo schema di decreto legislativo proposto dal Governo per l'attuazione della direttiva, in linea con la Strategia energetica nazionale, fissa l'obiettivo italiano di risparmio energetico, entro l'anno 2020 (conteggiando a partire dal 2010), in 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio nei consumi di energia primaria, pari a 15,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio di energia finale. In particolare, al primo comma dell'articolo 5, riferito alla "Riqualificazione energetica degli immobili della Pubblica amministrazione" si legge: "A partire dall'anno 2014 e fino al 2020, sono realizzati attraverso le misure del presente articolo, interventi sugli immobili della pubblica amministrazione centrale in grado di conseguire la riqualificazione energetica almeno pari al 3 per cento annuo della superficie coperta utile climatizzata o che, in alternativa, comportino un risparmio energetico cumulato nel periodo 2014-2020 di almeno 0,04 Mtep".

Secondo la maggior parte delle associazioni intervenute in occasione del Tavolo tecnico romano (tra cui Fire, CNPI, Anfit, Assites, Fecc, Aises, Fiper) le possibilità di espandere il margine di efficientemente energetico in Italia sono grandi, poiché solo il 3-4% degli edifici nazionali ha classi energetiche superiori alla C. I lavori di riqualificazione delle costruzioni esistenti rappresentano, in particolare, l'azione più significativa per l'efficientamento energetico degli edifici. Le associazioni hanno espresso la volontà di creare un Coordinamento, un'organizzazione capace di rappresentare gli interessi di chi è attivo nel mondo energetico ed edilizio. A tal proposito è stata definita una mission, composta da quattro punti fondamentali.

Prima di tutto è necessario che le associazioni si pongano il problema di mettere a frutto le attività di ricerca che Enea svolge per le aziende: i soggetti pubblici riescono ancora a fare ricerca mentre ormai il privato ne fa pochissima. Saranno utili, dunque, accordi per approfittare dell'innovazione tecnologica prodotta da Enea, per renderla pratica nelle aziende. In secondo luogo, si deve creare un comune lobbismo progettuale, allargato e approfondito per affrontare le istituzioni: secondo Gabriella Gherardi, presidente di Aises e consigliere delegato di Finco-Confindustria "l'atteggiamento giusto non è quello di andare a chiedere al Governo, ma si devono portare progetti e stabilire un metodo di confronto con le istituzioni". Inoltre, terzo pilastro del sistema associativo deve riguardare necessariamente la questione dei finanziamenti: sempre secondo Gherardi, il sistema del fondo di rotazione non funziona più; l'attuale Governo sembra voglia dare un sostegno robusto a una linea di mini-bond (per i quali parteciperanno anche sette attori di finanza globale): quindi, lo strumento ideale potrebbe essere rappresentato da fondi chiusi, per costituire la base per l'emissione di mini-bond. La quarta colonna della mission è rappresentata dal coinvolgimento di tutte le parti sociali: dunque, apertura a utenti e sindacati.

Le associazioni hanno dimostrato coesione sulla creazione di questa rete, soprattutto per quanto riguarda l'applicazione concreta delle ricerche di Enea: "C'è una seria necessità che gli addetti ai lavori sfruttino al massimo le innovazioni e la ricerca condotta" ha confermato Renato D'Agostin, consigliere di CNPI,  aggiungendo: "Dobbiamo dare una strutturalità all'efficienza del patrimonio esistente. Siamo sempre legati a una iniziativa di genere volontario che spesso ha un incentivo fiscale e non l'incentivo dell'obiettivo. Ritengo che questa modalità non sia destinata a raggiungere obiettivi e sarebbe diverso se individuassimo una graduatoria degli edifici più energivori, facendo una diagnosi costi-benefici calcolando anche i ritorni degli investimenti. avendo a disposizione un finanziamento di diverso tipo ci daremmo anche un obiettivo di interesse generale importante, a livello energetico ma anche atmosferico e ambientale, e con i risparmi in bolletta contribuiremo a ripristinare il fondo di finanziamento utilizzato". 

Secondo l'architetto Fabrio Brivio, vice presidente per la sostenibilità, l'energia e l'ambiente in Finco "l'Italia non ha l'opportunità di sfruttare lo shale gas e non è ricca di combustibili, dunque l'unica strada da percorrere è l'efficienza energetica. È importante, però, che chi progetta gli edifici sia informato, sulle possibilità di finanziamento e sulle innovazioni tecnologiche utilizzabili. Altro aspetto importante è rappresentato dalla tassazione immobiliare: un piano energetico non può essere disgiunto dalla tassazione immobiliare, poiché se si progetta un edificio meno impattante per la comunità, lo Stato dovrebbe garantire un abbassamento della tassazione, legandola alla prestazione energetica delle costruzioni".
Tanta carne al fuoco, dunque, ma una forte volontà di promuovere la filiera dell'efficienza energetica in Italia: il 4 giugno le parti coinvolte incontreranno il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi. In questa occasione le associazioni e i sindacati porteranno le proprie idee e osservazioni per proporsi come soggetto portatore di interessi allargati nell'attuazione della direttiva comunitaria.