Struttura e articolazione tematica
-    la costituzione dei disegni di sintesi: formati e segnature codificate; utilizzo del “sistema di coordinate”;
-    la definizione e i contenuti del “riquadro delle iscrizioni”;
-    le modalità di quotatura dei disegni esecutivi (“linee di misura” e “linee di riferimento”, “quote funzionali” e “quote non funzionali”, “quote ausiliarie” e “quote in serie”, “quotatura con origine comune” e “quotatura combinata”);
-    le indicazioni rappresentative degli elementi del progetto.

Inquadramento tematico e applicativo
L’elaborazione e/o l’analisi del progetto esecutivo nella prassi professionale osservano la costituzione dei contenuti grafico-descrittivi in accordo all’obiettivo de:
•    la realizzazione di uno strumento di “interazione” e di “mediazione” rispetto agli operatori, alle competenze, alle professionalità e, nello specifico, rispetto ai compiti di produzione (verso l’azienda/e di fornitura) e di realizzazione (verso il/i serramentista/i) coinvolti;
•    la “strutturazione”, l’organizzazione e la gestione delle informazioni (in merito ai prodotti e ai materiali, ai sistemi, ai componenti e agli elementi tecnici, in merito all’individuazione degli operatori e delle rispettive responsabilità);
•    la messa a punto di uno strumento di “tecnica decisionale” e di costituzione delle modalità di direzione, di previsione e di organizzazione razionale della produzione e della costruzione;
•    la composizione di uno strumento di comunicazione, secondo l’ausilio e l’applicazione di modi di rappresentazione “scientifica”: ovvero, secondo l’adozione di un linguaggio sofisticato, ricco di connotazioni, simbolico e codificato per la visualizzazione e il controllo della produzione e della costruzione.

Riferimenti normativi e strumenti operativi
L’elaborazione progettuale, svolta con il contributo del disegno strutturale, al fine di esaminare la “struttura interna” della costruzione, avviene per mezzo dei disegni di sintesi che includono sia gli apparati grafici sia le indicazioni descrittive: la stesura degli elaborati è ordinata sulla base dei riferimenti operativi e delle regole di coordinamento logico dirette all’esplicitazione (gerarchica, integrata e sequenziale) dei contenuti e delle procedure attuative. L’elaborazione dei disegni di sintesi avviene secondo le modalità normative codificate dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione, assunte dalla letteratura manualistica e adottate nell’ambito professionale.
In accordo a quanto stabilito dalla Norma UNI EN ISO 5457/2002, gli elaborati sono redatti attenendosi al più piccolo formato in grado di permettere una chiara lettura dei contenuti rappresentati: come spiegato dalla Norma, «il disegno originale dovrebbe essere eseguito sul foglio di dimensioni minime compatibili con le necessarie chiarezza e nitidezza» (ivi, 3.1). L’elaborazione progettuale è prevista specialmente nella giacitura orizzontale del formato, ritenuta adeguata per la possibilità di includere e di articolare molteplici temi specifici e coordinati tra loro.

Il formato è utilizzato, secondo un’interpretazione sintetica e operativa dei riferimenti codificati, prevedendo:
•    la segnatura del formato finito, alle dimensioni del “foglio rifilato” (ibid.);
•    la segnatura del margine principale, da collocarsi tra i bordi esterni del “foglio rifilato” e la squadratura (posizionato a una distanza minima di 5 mm; ivi, 4.2). Il formato in uso, secondo il riferimento normativo, comporta la possibilità di disporre la presenza di altri due margini oltre a quello principale:
-    un margine di archiviazione e/o di fascicolazione, posto sul lato sinistro del foglio con lo scopo di creare un lembo di attacco per le perforazioni (con una larghezza minima di 20 mm);
-    un margine aggiuntivo, che nella prassi professionale è previsto solo per gli elaborati originali e costituito da un’aggiunta su tutto il contorno del foglio (pari a 10 mm), con lo scopo di proteggere i disegni di sintesi da eventuali rotture;
•    la segnatura della squadratura (posizionata a una distanza minima di 5 mm dal margine principale; ibid.);
•    l’inserimento di un “sistema di coordinate” (che consiste in una successione di spazi, evidenziati da lettere maiuscole sui due lati verticali, dall’alto verso il basso, e da numeri sui due lati orizzontali, da sinistra verso destra; ivi, 4.4), con lo scopo di coordinare l’intelaiatura specifica per i diversi riquadri e per i relativi contenuti all’interno della tavola: questo sistema si posiziona, quindi, nelle porzioni lineari comprese tra il margine principale e la squadratura. A tale proposito, l’elaborazione dei disegni di sintesi, per uniformare in modo pratico gli strumenti grafico-descrittivi e per avviare all’acquisizione delle modalità di redazione logica e operativa del progetto, si delinea secondo una suddivisione di 10 spazi per i lati verticali (a formare le “coordinate verticali”) e di 14 spazi per i lati orizzontali (a formare le “coordinate orizzontali”);
•    la segnatura dei riferimenti di centratura (nei riquadri specifici intelaiati nei disegni di sintesi), “per facilitare il posizionamento del disegno”: «questi segni sono posizionati alle estremità dei due assi di simmetria del foglio rifilato», e prolungati all’interno (fino a 5 mm) (ivi, 4.3);
•    la segnatura di una scala graduata metrica di riferimento all’interno di ogni riquadro intelaiato nei disegni di sintesi;
•    la segnatura dei tratti per la rifilatura, situati ai margini dei quattro bordi del “foglio rifilato” (formati da due rettangoli sovrapposti di dimensioni 10×5 mm; ivi, 4.5).

I disegni di sintesi sono integrati dal “riquadro delle iscrizioni” (più comunemente, e in modo improprio, denominato “cartiglio”), che include le informazioni sintetiche inerenti agli elaborati e al loro esecutore (Norma UNI 8187/1982). Il “riquadro delle iscrizioni”, suddiviso internamente nel rispetto dei contenuti da inserire (ivi, 2.2), è collocato nella parte inferiore destra delle tavole (ivi, 2.3). Le dimensioni del “riquadro” sono stabilite in funzione delle esigenze di piegatura delle tavole fino alla riduzione nel formato UNI A4 (comportando un lato di base pari a 200 mm, secondo i modi di raccolta, di archiviazione e i riferimenti della Norma UNI 938/1981). In accordo ai riferimenti normativi in esame, che non prescrivono una rigida suddivisione interna del “riquadro”, lo svolgimento (soprattutto di carattere didattico) assume e interpreta le indicazioni codificate osservando:
•    la segnatura della “zona principale” (Norma UNI 8187/1982, 4), che raccoglie le informazioni inerenti ai contenuti generali e specifici del disegno di sintesi, del “progettista esecutore” e delle revisioni tecniche. In particolare, si dispone, quale interpretazione dei riferimenti normativi:
-    la segnatura del numero della tavola posizionato in basso a destra (ivi, 5.1.1);
-    la segnatura del “titolo” generale del disegno di sintesi (ivi, 5.1.2);
-    la segnatura del nome del “progettista esecutore” (Norma UNI 8187/1982, 5.1.7);
-    la segnatura della “revisione tecnica” (ibid.);
-    la segnatura dei contenuti specifici eseguiti all’interno dei riquadri del disegno di sintesi, con la denominazione di “elaborati tecnici”, e localizzati mediante il “sistema di coordinate”;
-    la segnatura della scala o delle scale degli elaborati posti all’interno di ogni riquadro (ivi, 5.1.5);
•    l’eventuale applicazione della “zona aggiuntiva” (posta nella fascia superiore alla “zona principale”; ivi, 4), contenente gli elaborati o gli apparati descrittivi di carattere procedurale, tecnico e operativo (ivi, 5.2.2, 5.2.3).

La quotatura degli elaborati, nel riferimento alla Norma UNI 3973/1989 si basa sulla segnatura delle “linee di misura” (che “individuano la dimensione di un oggetto”, limitata dalle “linee di riferimento” e definita dal “valore numerico della quota”; ivi, 3.1): le “linee di misura” e le “linee di riferimento” (che hanno lo scopo di collegare una dimensione con gli estremi delle “linee di misura”; ivi, 3.2) sono eseguite con linee continue “fini” (Norma UNI 3968/1986) e, in particolare:
•    le “linee di misura” sono individuate, alle estremità, con frecce o con tratti obliqui (o, nel caso di estremità che si identificano con un’origine, mediante una circonferenza; Norma UNI 3973/1989, 3.1, 3.3, 3.4, 3.5, 3.6, 3.7);
•    le “linee di misura” sono eseguite in modo da non interferire con le “linee di riferimento”, provvedendo a disporre le quote in forma progressiva (da quelle minori a quelle superiori, in successione verso l’esterno degli “oggetti”; ivi, 4.5);
•    le “linee di misura” sono eseguite in parallelo alla dimensione a cui si riferiscono (ivi, 4.6), in modo perpendicolare e sopravanzando leggermente le “linee di riferimento” (ivi, 4.8), provvedendo a prolungarle oltre i punti di eventuale intersezione con altre linee di costruzione (ivi, 4.7);
•    le quote sono scritte in corrispondenza delle “linee di misura” (ivi, 6.1), seguendo il criterio di disposizione parallela, al di sopra e staccata dalle linee stesse (ivi, 6.3.1).
Inoltre, la quotatura degli elaborati, nel riferimento alla Norma UNI 4820/1989, rispetto alla costituzione dell’“oggetto” (ivi, 3.2), dei relativi “elementi” (quali “parti caratteristiche dell’oggetto”, ad esempio le “superfici” e i “contorni”; ivi, 3.3) ed “elementi funzionali” (quali “elementi di importanza essenziale nel funzionamento dell’oggetto”, ad esempio le “superfici che caratterizzano la posizione dell’oggetto nel montaggio”; ivi, 3.4), comporta «l’insieme delle quote e di tutte le informazioni grafiche e alfanumeriche necessarie a definire quantitativamente gli elementi e il loro posizionamento» (ivi, 3.5): a tale proposito, la “quota” è «l’insieme della linea di misura con gli opportuni riferimenti e del valore numerico che definisce quantitativamente una dimensione nel disegno. Essa deve essere espressa in una ben definita unità di misura, la quale, generalmente è il millimetro» (ivi, 3.6). Relativamente alla quotatura dell’“oggetto” e dei rispettivi “elementi”, l’elaborazione considera:
•    la segnatura delle “quote funzionali” (che “esprimono la funzione dell’oggetto”; ivi, 3.7);
•    la segnatura delle “quote non funzionali” (scelte “in relazione al loro scopo”, ad esempio nel richiamo a un processo produttivo o esecutivo; ivi, 3.8);
•    la segnatura delle “quote ausiliarie” (“deducibili dalla combinazione di altre quote”; ivi, 3.9);
•    la segnatura delle “quote in serie”, per cui “ogni quota viene determinata rispetto alla quota contigua”, rilevando “le singole misure tra elementi contigui” (Norma UNI 3974/1989, 4);
•    la segnatura della “quotatura con origine comune” (ivi, 5) che, rispetto ai contenuti specifici degli “oggetti” ed “elementi” rappresentati, è espressa “in parallelo” («quando più quote aventi uguale direzione hanno un’unica origine di riferimento», in modo da “evitare la possibilità di accumulo di errori costruttivi, permettendo di stabilire tolleranze indipendenti” e di operare correttamente nella “tracciatura, nell’esecuzione e nel controllo mediante l’utilizzo di procedure coordinate”; ivi, 5.1) o “a quote sovrapposte” (“usando un’unica linea di misura, dove l’elemento originario assume la quota 0” ed “evidenziando sia l’origine sia l’estremità, con una freccia”; ivi, 5.2);
•    la segnatura della “quotatura combinata” (nel caso in cui “si ricorre a più elementi di riferimento”; ivi, 6).
Le quote sono «disposte sulle viste o sulle sezioni che rappresentano il più chiaramente possibile l’elemento da quotare» (Norma UNI 4820/1989, 4.4). L’elaborazione progettuale considera poi le specifiche modalità di segnatura per gli angoli (Norma UNI 3975/1989, 3), per i diametri (ivi, 6), per i raggi (ivi, 7), per gli elementi “quadri” (ivi, 9), per gli elementi ripetuti (ivi, 11), per le filettature (ivi, 13), per gli elementi con caratteristiche specifiche (ivi, 14), per il raggruppamento delle quote nei disegni di insieme (ivi, 15), per gli “oggetti” rappresentati in assonometria (ivi, 16), per la curvatura dei profili (ivi, 18), per le parti simmetriche (ivi, 19) e per le dimensioni non in scala (ivi, 20). Il riferimento normativo in esame è utilizzato anche per la segnatura dei livelli:
•    su viste e su sezioni verticali (ivi, 21.2), per il “livello zero” (indicato con una freccia chiusa annerita per metà, i cui lati formano un angolo di 90°, collegata a una “linea di richiamo orizzontale”; ivi, 21.2.1) e per i “livelli successivi” (indicati con una freccia aperta, i cui lati formano un angolo di 90°, collegata a una “linea di richiamo orizzontale”; ivi, 21.2.2);
•    su viste e su sezioni orizzontali (prevedendo la disposizione del valore numerico su una “linea di richiamo” collegata a una “X”, che indica la localizzazione di un punto specifico, o a un cerchio, che indica la localizzazione di un punto definito per intersezione di due linee di contorno; ivi, 21.3.1);
•    su viste e su sezioni verticali e orizzontali per rilevare la quota di un contorno (scritta in modo parallelo e dalla stessa parte della superficie corrispondente; ivi, 21.3.2);
•    su disegni di planimetria (ivi, 21.4).
I criteri di rappresentazione assumono:
•    i riferimenti normativi (Norma UNI 3972/1981) nella definizione dei tratteggi di “superficie sezionata” (ivi, 2), operando attraverso i tipi di “tratteggi generali”, soprattutto nella rappresentazione per i “materiali solidi” di carattere “predominante” (ivi, 4.1), da “evidenziare” (ivi, 4.2), di carattere “ausiliario” (ivi, 4.3), di carattere “isolante” (ivi, 4.6) e “trasparente” (ivi, 4.7), per il “conglomerato cementizio” (ivi, 4.8);
•    i riferimenti normativi (Norma UNI 3977/1986) nella definizione degli “oggetti” rispetto alla connessione con parti contigue (prevedendo il loro disegno con linea mista fine a due tratti brevi rispetto alla parte “principale”; ivi, 2), alle intersezioni “reali” (ivi, 3.1) e di “superficie” per i raccordi (ivi, 3.2), alle aperture (ivi, 5, 6), alle viste di oggetti simmetrici (prevedendo la segnatura degli assi di simmetria con il contrassegno di due tratti brevi perpendicolari all’estremità; ivi, 7), alle viste interrotte (prevedendo la segnatura della vista parziale con una linea continua irregolare o da una linea fine regolare con “zig-zag” (ivi, 8), agli elementi ripetitivi (ivi, 9), ai particolari rappresentati in scala ingrandita (nei casi di scala ridotta per permettere la quotatura, prevedendo il contorno della parte, l’identificazione con una lettera e la rappresentazione affiancata a una scala superiore; ivi, 10), agli oggetti trasparenti (ivi, 13).

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