La trasparenza nell’architettura di Steven Holl dialoga con la gravità, con il movimento e con il tempo. La porosità mette spesso in relazione dimensioni intime e spazi collettivi che lavorano sul concetto di vuoto. Peso e sospensione, tettonica e leggerezza sono gli aspetti opposti di un linguaggio che articola il programma nell’incontro dei volumi, in una ricerca di elementi quasi primari (solidità, liquidità, plasticità) come dati dell’essenza della forma.

Il Lewis Arts Complex, progettato in collaborazione con lo studio BNIM e completato nel 2017, unisce spazi performativi e didattici intorno a una piazza che diventa una nuova porta di ingresso al campus della Princeton University. Al centro del progetto sembra essere appunto l’idea di porosità. Un nuovo fulcro di movimento ha il suo epicentro in una corte aperta, modellata dai tre elementi che ne definiscono il perimetro: il Wallace Dance Builiding and Theatre, la Arts Tower e il Music Building. Questi tre edifici rispondono alle esigenze di programma creando nuovi spazi per i corsi di studio e le attività di ricerca in teatro, danza, arte e musica del Lewis Centre for the Arts. La relazione tra i tre volumi dà vita a un nuovo spazio pubblico, mentre al livello sottostante gli edifici si collegano in un grande Forum in cui si incontrano le diverse arti, e in cui si ha la possibilità di sedersi, parlare, bere un caffè, leggere o studiare.

Il nucleo del complesso si innesta lungo l’asse che dalla stazione di Princeton conduce al Blair Arch, considerato l’accesso storico al Campus. La piazza/corte che si genera dalla relazione tra i tre edifici si trova a un livello sopraelevato rispetto alla strada, lungo un percorso ascensionale che entra nella parte storica dell’università. Sulla strada si affaccia invece, con un fronte vetrato, il Forum apparentemente ipogeo. Al centro della piazza si trova una grande vasca con dodici lucernari che di giorno portano luce naturale nello spazio sottostante e di notte creano geometrie luminose colorate nell’acqua.

Il disegno di questo nuovo spazio pubblico evoca in pianta le geometrie e le proporzioni del Campidoglio a Roma: l’inclinazione degli edifici sembra rispondere a regole prospettiche che ordinano pieni e vuoti. La tipologia della corte o della piazza rinascimentale si trasforma però, nel disegno di Steven Holl, in un’espressione del tutto contemporanea, dominata da volumi in vetro e pietra leccese. Grazie alla trasparenza degli edifici che la circondano, dalla piazza si aprono visuali sulle attività creative che prendono vita nel complesso. La trasparenza è dettata da regole di movimento e di sguardo: dal quadrilatero centrale si può guardare dentro ai due teatri (il black box theatre e il dance theatre che compongono il Wallance Building), dentro alla galleria della Torre delle Arti e dentro alle sale dell’edificio della Musica. Nasce così uno spazio pubblico di incontro tra la comunità locale, l’università e le arti.

Gli ambienti si collegano ai diversi livelli, creando collegamenti fisici e visivi tra interno ed esterno, tra sopra e sotto, tra privato e pubblico. Sembra essere questa la risposta spaziale alla fascinazione del corpo che si muove attraverso un vuoto, al centro di molti progetti di Steven Holl. Con proporzioni e tipologie che richiamano elementi preesistenti nel campus, il nuovo Lewis Arts Complex è un tassello che si inserisce nella storia architettonica di Princeton con un linguaggio totalmente contemporaneo ma allo stesso tempo sensibile al passato. Il Wallace Dance Building and Theatre accoglie due sale per spettacoli e diverse sale prova. La sala teatrale è ispirata alla preesistente Alexander Hall dell’università di Princeton, progettata da William Appleton Potter nel 1894: entrambe con un involucro a base circolare e con lo stesso diametro, sono due interpretazioni alla stessa scala della medesima struttura tipologica. Ma la nuova sala si articola all’interno in una tipologia flessibile tipica dei black box, in un perimetro a base quadrata. Gli spazi di distribuzione e le sale per le prove sono illuminate di luce naturale, con delle vetrate continue dall’aspetto traslucido, isolate con strutture capillari (Okalux Kapipane) che consentono di raggiungere elevate prestazioni energetiche.

L’edificio destinato alle arti performative si collega al livello superiore con la Tower of the Arts: il disegno di quest’ultima entra in relazione con il preesistente Blair Arch, accesso e punto di connessione tra la Blair e la Buyers hall della storica università. La Tower of the Arts, che accoglie la Hurley Gallery, uffici amministrativi e altri spazi per le prove, è composta da sei diversi livelli ed è caratterizzata da elementi scultorei plasmati digitalmente e intagliati nella pietra. Nell’edificio per la musica sembra prendere forma la ricerca dell’assenza di gravità, la sospensione della musica che fa da contrappunto al peso dell’architettura. Sopra a un grande spazio destinato alle prove dell’orchestra avvolto da un involucro trasparente (un curtain wall in vetro isolante supportato da cavi in acciaio) si trovano sospese, ai livelli superiori, delle stanze per la pratica individuale dei musicisti. Attraverso il grande fronte vetrato si mostra sulla piazza la struttura interna di volumi in legno, piccole casse di risonanza collegate da un corpo di distribuzione in cemento. Appese a un sistema strutturale in acciaio e separate l’una dall’altra, le sale così distanziate annullano qualsiasi trasferimento di vibrazioni o di suoni e favoriscono una dimensione psicologica di concentrazione. Il lavoro sullo spazio vuoto, i riflessi della luce e dell’acqua, la ricerca sulla sezione basata sull’incontro tra spazi porosi e fluidi danno qui corpo al programma nell’incontro tra volumi, tra pieni e vuoti, tra cubi di luce e cubi di spazio.

CREDITS
DESIGNERS
Team di progetto/Project team: Steven Holl Architects, BNIM Architects (associate architects, architect of record)
Architetti del paesaggio/Landscape architects: Michael Van Valkenburgh Associates
Ingegneri strutturali, meccanici / elettrici / idraulici, per l’illuminazione, acustici e tecnologici/Structural, mechanical/electrical/ plumbing, lighting, acoustic and technology engineers:  Ove Arup & Partners
CONSULTANTS
Consulente per la facciata/Façade consultant: Front Inc.
Consulente per i sistemi teatrali/Theatrical systems consultant: Auerbach-Pollock-Friedlander
Ingegneria civile/ Civil engineer: Vanasse Hangen Brustin, Inc.
Consulente per l’impermeabilizzazione/ Waterproofing consultant: IBA Consulting and Engineering
Capocantiere/ Construction manager: Turner Construction Company

 

Photo: Paul Warchol, Princeton University, Steven Holl Architects