Export – Le province di Carrara, Trapani e Bolzano registrano un buon andamento delle esportazioni lapidee; flessione per Roma e Vicenza

Marmi e pietre sono diffusi in tutta Italia, sia a livello estrattivo, sia soprattutto a quello di lavorazione, ma la capacità distributiva del settore, specie all'estero, rimane piuttosto concentrata. Ancora oggi, il distretto di Verona e quello apuano, comprensivo di Massa-Carrara e di Lucca, esprimono metà del valore esportato, confermando la spiccata vocazione lapidea di questi comprensori. Non è una novità, ma vale la pena di ribadirla, alla luce degli ultimi dati, anche per sottolineare come Verona e Carrara abbiano continuato a progredire, mentre altre province di buon rilievo come Roma, Vicenza, Bergamo e la stessa Lucca abbiano registrato dei regressi di una certa consistenza.

Flessioni per Roma e Vicenza, cresce Trapani
Stavolta, Carrara ha fatto registrare un incremento superiore a quello di Verona, invertendo la tendenza precedente, mentre le flessioni più forti si sono avute a Roma e Vicenza, dove la trasformazione di materiali provenienti da fuori non ha sopperito alle carenze della produzione estrattiva locale, diversamente da quanto è accaduto nel comprensorio scaligero. Sono da segnalare progressi superiori alla media nazionale anche a Trento, grazie al buon momento del porfido; a Brescia, che si avvale della disponibilità di esclusive prestigiose; a Trapani, dove l'esistenza di gravi problemi infrastrutturali non ha impedito di soddisfare con successo la domanda estera, in particolare del Medio Oriente; bene anche Bolzano, che ha messo a segno un aumento particolarmente vistoso, alla luce di crescenti movimenti di intermediazione.

La prevalenza distributiva dei "grandi"
Il fatto che qualche provincia progredisca mentre altre segnano il passo appartiene alla fisiologia della concorrenza e alla dinamica della domanda e dell'offerta. Tuttavia, le differenze talvolta significative fra province contigue, come quelle fra Verona e Vicenza o tra Carrara e Lucca, pongono qualche domanda. Si tratta di escursioni che non possono essere spiegate alla luce di costi sostanzialmente affini, o di una diversa propensione agli investimenti; è più probabile, invece, che il ruolo trainante della provincia più grande abbia finito per esercitare una prevalenza distributiva da verificare, comunque, in un periodo meno breve. Va aggiunto che Verona e Carrara sono all'avanguardia anche nelle importazioni di grezzi, e quindi, nell'offerta di un ventaglio più ampio di manufatti, pur dovendosi tener presente che una parte non marginale di quelle importazioni è destinata a prendere la via di altre province, attraverso approvvigionamenti domestici presso i grandi buyers.

La necessità di una comune politica nazionale
A parte la concentrazione di cui si diceva, confermata ma non ampliata, resta da dire che le variazioni di quote sono sempre contenute entro il limite massimo del mezzo punto percentuale: nell'attivo per Carrara, e nel passivo per Vicenza e Lucca. Ciò vuol dire che la struttura del comparto, come si conviene a un'attività largamente consolidata sul territorio, non dà luogo a escursioni di particolare consistenza, e che tutti i comprensori, grandi o meno che siano, sembrano in grado di operare con una clientela piuttosto fidelizzata. Certo, il fatto che tre soli distretti siano in grado di proporsi con un volume d'affari superiore ai cento milioni di euro, quando l'interscambio mondiale del finito si colloca intorno a 13 miliardi di dollari, pone in chiaro che l'incidenza dell'Italia non è più quella da protagonista, e che diventa sempre più arduo competere con un sistema planetario in rapida crescita. S'intende che è sempre tempo di investire nella ricerca, nella produzione, e nelle attività distributive e promozionali; ma bisogna aggiungere che bisogna anche farlo in maniera coordinata ed organica, senza andare al confronto in ordine sparso. In altri termini, si tutelino pure le autonomie e le esclusive, ma non si dimentichi che la partita chiama in causa, nella loro globalità, tutte le forze nazionali: del resto, non poi tante.